Perin 6
3 fischioni sono sempre 3 fischioni, ma poco avrebbe potuto e sul pareggio finale quasi riesce a metterci la pezza miracolosa.
Cancelo 6
In tono minore ma sempre Barolo in mezzo al Tavernello.
In fase difensiva invece deve ancora installare l’aggiornamento antivirus Allegri Norton 2.0
Caceres 4
Pronto per il remake di io no spik inglish (Roberto, nella fattispecie).
Rugani 5
Va in gol, bravo, ma poi fa una cosa alla Tonino Guerra e decide di passare alla storia perdendosi Gervinho.
Spinazzola 5
Deve ancora capire in che mondo vive ma i primi segnali sono incoraggianti. È un pesce in bicicletta nella difesa a 4.
Khedira 6
Molti occhi su di lui che cercano di avvistarlo per il campo ma, nella
prima mezz’ora, è come fare whale watching nel Trasimeno.
Poi, come
nella migliore tradizione scapoli e ammogliati decide di passare
centravanti e viene vessato dalla sfiga nera sotto forma di 2 pali.
Mobile oltre ogni aspettativa residua ma lascia spesso scoperta la destra già arata da Cancelo.
Pjanic 5
È ordinato, preciso e puntuale. Fa il suo ma ad un certo punto stacca.
Praticamente un impiegato del comune.
Matuidi 6
Prima o poi lo vedremo mettersi a inseguire i suoi compagni
chiedendogli spiegazione del perché lo lascino costantemente solo in
mezzo al campo alla ricerca degli altri manco fosse quello che conta a
nascondino.
Douglas Costa 6
45 minuti movimentati, attivi, di sostanza, ma la sfiga ha 10 decimi e lo toglie di mezzo dopo solo un tempo.
Cristiano Ronaldo 7
Poco da dire, serata normale per lui che si dimostra di una manciata di
categorie superiore a tutti. In cielo per un tempo incalcolabile nel
suo secondo gol.
Evra 3
Grande cuore e un
assist per Ronaldo, poi disastroso il minuto finale in cui si infogna
nell’angolino e invece di spazzarla (SPAZ-ZAR-LA) la ributta in mezzo
all’area… il resto è storia.
Partita solida che ribadisce la sua centralità in questa Juventus
allegriana. La follia insensata finale rovina una partita molto più che
sufficiente e fa perdere 2 punti.
Bernardeschi 5
La sua partita dura 40 minuti, lo infilzano al costato come nostro signore.
Il prossimo passo è la comparsa delle stigmate.
Bentancur sv
Emre Can sv
Allegri 6
Partita strana che sarebbe potuta finire tanto a poco e invece si
chiude sorprendentemente sul 3-3, che va valutata col ghiaccio in testa e
il numero dei giri testicolare ridotto al minimo, proviamoci:
La Juve è in fase calante, ma crea molto e realizza 3 gol che nel 99,9% dei casi vogliono dire vittoria.
Però scherza col fuoco perché non riesce a tenersi lontana dai
pericoli, chiude virtualmente la partita ma lascia lande desolate nella
propria metà campo dove il Parma pascola e fa conquiste fino alla razzia
finale.
C’è confusione e le già poche certezze tattiche (po esse
pregio o po esse difetto di questa Juve come la mano di Brega) si
perdono nel giro di pochi minuti.
La sfortuna si riprende quello che
ci aveva regalato a Roma e si materializza in forma di montanti
verticali che fanno la polaroid perfetta della stagione di Khedira,
assenze che costringono il mister a schierare una difesa inedita per 3/4
in cui l’unico titolare ha in testa l’altra metà del campo come
universitari in calore hanno le ragazze.
Non è questo il momento
opportuno per parlare della gestione del caso Benatia, ma pare chiaro
che dovranno essere accesi svariati ceri a ogni santo del calendario,
fatte molte opere di carità e donazioni sostanziose affinché chi di
dovere preservi la salute di Chiellini e Bonucci…
Tornando alla partita dopo prologo, parodo e episodi di degno livello, a completare la struttura delle tragedia perfetta non può mancare “l’esodo”
dal campo col colpo di scena: il figlio diletto che pugnala il padre
condannandolo ad un’improvvisa e dolorosa morte (se una cosa del genere
succedesse al calcetto del lunedì il mandzukic di turno dovrebbe
scappare per i campi cercando di seminare i compagni che gli corrono
dietro).
Si è visto di peggio ma raramente ci si è lasciati con più
amarezza, mitigata parzialmente dai 9 punti di vantaggio che però non
diradano le nubi di ieri sul nostro domani odierno che punta la freccia
decisa su Madrid, a -18 giorni dall’ora X.