Buffon 5
Grave l’incomprensione con Chiellini, si assicura un posto nelle copertine della CL dei prossimi anni, ma dalla parte sbagliata.
Dispiace molto per lui, umanamente. Sportivamente facciamo che va bene anche così.
De Sciglio ng
L’errore sul primo gol, di testa, perché o non pensi o non sai che è già iniziata la partita e ti perdi Isco, e non fai l’unica cosa che dovevi fare.
Tutto questo a certi livelli è ingiudicabile. È calcio minore.
Barzagli 5
Ciao grande campione e grazie di tutto, queste altezze non sono più le tue, e l’ossigeno sta per finire.
Chiellini 3
La combina grossa in combutta col sodale di mille partite Barzagli, sul primo gol. Da giardinetti l’incomprensione che da il via al raddoppio (splendido) di CR7.
Asamoah 5
Terzino perfetto nel calcio di Allegri: piantato dietro e incapace di crossare.
Tiene botta ma ai quarti di CL tenere botta non può più bastare.
Khedira 6,5
Lucidità e mobilità. Spiace che si giochi l’asso in una mano che vincono gli altri, ma la partita del tedesco è di livello superiore.
Bentancur 6
Buonissima partita che ribadisce la personalità del “ragazzino”. Errori ma anche tanta sostanza.
Douglas Costa 5
Buone iniziative perse nel nulla, nel deserto di movimenti corali mai visti in 8 mesi e quindi impensabile poterli vedere stasera. Si vede che sta bene, ma suona una canzone e gli altri 10 una diversa.
Dybala 4
Un anno fa la sua consacrazione, che diventa condanna 12 mesi dopo. Il nascondino è un gioco bellissimo con una regola fondamentale: quando esci allo scoperto non ti puoi più nascondere. Inizia provandoci, ma appena affonda mezzo centimetro nelle sabbie mobili di una partita complicata (in primavera in CL non esistono partite semplici…) si arrende e cerca scorciatoie che lo portano solo a finire anzitempo la partita. Per diventare un campione dovrebbe prendere in considerazione alcune cose da fare, tipo giocare come un campione.
Alex Sandro 4,5
Un altro che è assente da un pezzo. Quando gioca alto sono promesse di marinaio.
Higuain 5
Non si riesce a dargli grandi colpe, arretra a centrocampo, si sbatte per la squadra, ma una punta così il più delle volte arrivata davanti al portiere non ha più manco il fiato per dirgli ciao.
Matuidi sv
Mandzukic sv
Cuadrado sv
Allegri 6
Sarebbe molto facile buttargli la croce addosso stasera dopo la sconfitta più pesante di sempre allo stadium, in realtà la Juve gioca per un’ora una bella partita (sia chiaro, sempre in controllo del Real, che ha fatto con noi come noi facciamo il 99% delle volte in Italia, il gatto sornione col topo).
La partita è preparata bene e i bianconeri hanno tenacia, non si smontano dopo la mazzata del primo gol, la fortuna fa pari e patta tra traverse e deviazioni sfortunate, l’arbitro non influisce quindi poche scene e piagnistei.
Stasera ci si deve solo togliere il cappello davanti ad una squadra molto più forte e a uno dei giocatori più forti di sempre.
Detto questo 2 analisi si devono fare: su tutti i 3 gol ci sono responsabilità nette dei giocatori bianconeri e sui primi 2 l’errore è grave indipendentemente dal gesto tecnico avversario. Su questo l’allenatore (chiunque sia) può poco o nulla.
Il lavoro va fatto in partenza, allenando la squadra a sapere cosa fare col pallone tra i piedi; attenzione, non il singolo, ma la squadra.
In passato in questa rubrica più volte, anche dopo certe vittorie, si è parlato di esaltazione della mediocrità, del compitino descritto come capolavoro, il tema assurto al rango di best-seller, lo stop di piatto trattato come un capolavoro, un cambio di gioco di 40 metri come un gesto divino impensabile ai comuni mortali.
Certe cose vanno bene in Italia, dove la terza sta dietro di 18 punti e la seconda fa la stagione della vita gettando ogni zavorra possibile, ma quando in Europa si alza il livello il compitino resta tale, le partite non le vinci, i gol li prendi e resta poco da esaltare.
Non vale mica sempre, l’anno scorso la Juve di Allegri è arrivata a giocarsela fino in fondo schiantando pure il Barcellona, ma in alcune zone del campo il cambio (o il mancato ricambio) e la programmazione del mercato senza un modulo di gioco chiaro fin dall’estate si è sentito.
La Juve prima fa la spesa e poi decide cosa cucinare o viceversa? Fa differenza.
Adesso resta l’inutile passerella del ritorno a Madrid, e poi un campionato da vincere senza se e senza ma. Una nottata a tirare madonne girandosi nel letto, poi si volta pagina, perché c’è uno scudetto e una coppa Italia ancora in ballo, e bisogna continuare a ballare anche quando si fa una brutta caduta.
Rialzarsi e ballare, come sempre, fino a giugno quando si tireranno le somme.
E w la Juve.