Buffon 6
La partita dopo LA partita. Difficile come tutte le riprese, difficile come il silenzio che lascia spazio ai fatti dopo le parole. Difficile più per ciò che l’ha preceduta che per le parate fatte in campo. Il capitano la affronta come se fosse la prima, l’ultima e l’unica.
Howedes 6,5
Vince l’iniziale diffidenza degli altri bianconeri che lo trattano come Fabris in compagni di scuola… “ma tu chi saresti?” e finisce segnando in volo artistico che conclude senza farsi male, ed è già una notizia.
Come risorgere un girone dopo (ultima partita col Crotone) e far parlare di sé senza passare inosservati in un colpo solo.
Rugani 6,5
Zapata è cliente che vuole sempre ragione, il nostro “giovane” lo tiene adattandosi ai suoi modi rudi. Meglio nella ripresa, quando tutta la squadra alza il ritmo.
Chiellini 6
Benino, la giornata è tranquilla ma perde qualche pallone blasfemo a risultato ancora incerto.
Asamoah 6,5
Spinge sulla fascia come se dovesse guadagnarsi il rinnovo… si incrocia bene, prima con Matuidi, poi col brasiliano più bello del mondo.
Khedira 6,5
Il suo gioco nei periodi buoni è un pezzo lento che poi accelera con un assolo abbacinante. È Goodmorning Little School Girl dei Ten Years After.
Basta non addormentarsi prima per godersela poi.
Pjanic 5,5
Qualche lancio pregevole e molti palloni tra i piedi, poi piano piano rallenta fino ad accostare a fine primo tempo.
Matuidi 6,5
Ha la precisione nei piedi di un bigfoot, ma corre come un levriero ed è duttile così tanto da permettere ad Allegri di cambiare modulo come e quando vuole.
Cuadrado 6,5
Vivace e scoglionato allo stesso tempo, guadagna palloni, li perde, chiede il fallo, si ferma, corre, si riferma, riprende a correre. E comunque arriva per primo.
Mandzukic 7
Da punta riprende a fare quello che sa fare meglio. Con negli occhi ancora la prestazione di Madrid non delude.
Dybala 5
“Rincula” direbbe Pizzul fino alla trequarti difensiva, mentre sulla linea di porta avversaria c’è un fuso orario diverso. A queste condizioni arrivare a tirare in porta in orario è impresa ardua quasi quanto per Mattarella trovare l’accordo per il governo.
Douglas Costa 8,5
“Il ciclone”… entra al tramonto del primo tempo, quando Pjanic si ferma come il pulmino con le ballerine di flamenco. Stravolge il tardo pomeriggio di qualche milione di appassionati con 30 minuti di grande cinema: 3 assist strepitosi, diversi, efficaci: Libero, Levante e Selvaggia, e stavolta il bidello è muto.
Oscar come miglior attore protagonista.
“il calcio è un gioco semplice”: metti un esterno sulla fascia e quello dribbla, fa cross e assist. Chi l’avrebbe mai detto?
Bentancur 6
Chiamato ad accompagnare Matuidi alla conduzione della partita in porto.
Sturaro sv
Allegri 6,5
Partita soporifera per 43 minuti poi la sveglia.
In questa Juve 2018 il gol è nell’aria, non si vede (perché non si sa come verrà fuori) ma la sua presenza è tangibile. Oggi assume le sembianze di un brasiliano che corre come Flash, il supereroe con gli effetti speciali giusti, contrariamente all’uomo da 6 milioni di dollari che quando correva veloce andava al rallentatore.
Della Juve di Max oggi si è apprezzata ancora una volta la duttilità nel cambiare assetto alla svelta come fosse cosa naturale e la capacità di tenere la barra dritta e puntare all’unica cosa che conta: la vittoria, anche quando hai ancora la scottatura di una delle più dolorose eliminazioni europee.
Era il 19 novembre quando in un tiepido pomeriggio genovese una Juve addormentata perse contro la Sampdoria; un girone fa.
Da allora 19 partite: 17 vittorie, 2 pareggi, 0 sconfitte, 45 gol fatti, 4 subiti.
Non c’è altro da aggiungere.