Szczesny 7
Una certezza. Sopratutto quando nel secondo tempo la Juve decide di giocare a fare il bersaglio da luna park e farsi impallinare dal Napoli.
Cancelo 5
Un paio di numeri, ma farne solo 2 non basta manco a tombola.
Bonucci 7
Pare un flipper: dopo i primi 10 minuti di colpevole catatonia rimbalza qualsiasi cosa gli capiti addosso.
Chiellini 6
Callejon fa un solo movimento da 5 anni; lo fa bene ma fa solo quello e
Giorgio se lo perde. È come andare da McDonald e sorprendersi se fanno
panini.
Alex Sandro 6
Ormai addomesticato e
trasformato in arcigno difensore dopo una cura Ludovico in cui è stato
sottoposto alla visione delle partite di Motta De Ceglie e Molinaro.
Emre Can 5
Cosa si prova ad essere Khedira per una notte ovvero girovagare senza senso per il campo eppure segnare il gol decisivo.
Pjanic 5
Guarda caso segna su punizione per una volta che CR7, bontà sua, gli fa
la grazia di calciare un piazzato. Poi ste mani, manco stesse giocando a
svedese.
Matuidi 5,5
Perde palloni con la
solita disinvoltura tanto che ci si comincia a fare l’abitudine, ma
quando c’è da tirare su il muro è più efficace di una squadra di
manovali.
Bernardeschi 6
Partita di
sostanza: si adatta alla situazione come un prete in un bordello, non
rifiuta la lotta e il turpiloquio. Comanda l’assist da playstation sulla
testa di Can.
Cristiano Ronaldo 6
Fa la
partita che altre volte era toccata a Higuain: isolato in avanti e
abbandonato al suo destino “Just a castaway, an island lost at sea…”
Lui prova a mandare il suo SOS al mondo, con quel grido disperato
“MISTER!!” che fa quasi tenerezza rivolto ad Allegri, che è un po’
“Mutley, fa qualcosa” e un po’ Kate Winslet col fischietto a bagno in
mezzo al mare, solo che CR7 fa la fine di Di Caprio.
Geniale, sveglio e furbo nell’approfittare della frittata di Malcuit che cambia la faccia della partita.
Mandzukic 4
Se chiamano i ghostbusters incrociano i flussi per catturarlo.
De Sciglio 5,5
Sostituisce un deludente Cancelo. Ha il merito di farcelo rimpiangere.
Bentancur 6
Capisce subito l’antifona e si butta nella mischia, provvidenziale su Koulibaly
Dybala sv
Si
ricorderà del calcione che gli rifila Koulibaly e la conseguente palla
non restituita dal Napoli dopo la rimessa laterale (complimenti).
Allegri
La vita è un sogno oppure si può pure criticare (educatamente) la Juve
che vince il suo ottavo scudetto consecutivo ben prima delle idi di
marzo?
Ha senso dare ancora voti al mister?
Sembra strano parlare così di una squadra che mette in fila 16 punti di vantaggio sulla seconda della classe.
È il tifoso che è diventato troppo snob e sofisticato? NO.
La gara in A non è mai stata con le altre, l’abbiamo capito tutti dopo
poche giornate, è ovvio quindi che i punti che separano la Juve dal
Napoli non possono rappresentare al 100% il rendimento di una squadra
partita per pescare tonni e che si spaventa anche quando abbocca una
sogliola.
Il secondo tempo è stato sconfortante con la rinuncia
totale al gioco, al contrattacco, la palla consegnata al Napoli, la
chiusura a riccio (non avendo più quella compattezza difensiva che ha
caratterizzato i bianconeri negli anni) e l’urlo di Cristiano Ronaldo al
mister che ricorda Nanni Moretti quando invitava D’Alema a dire qualcosa di sinistra.
Cosa e come: Non è solo vincere ma è anche la strada percorsa
per arrivare alla vittoria. Non è essere snob, non è aver perso
l’appetito: è l’esatto contrario. È avere ancora fame, è volere di
meglio, di più. È alzare l’asticella un centimetro alla volta anche se
la medaglia è già tua e gli avversari sono tutti eliminati.
E non
c’entra nemmeno “vi meritate Maifredi”: l’obbiettivo della Juve è stato
sempre quello di vincere tutto. Non si guarda al peggio per essere
contenti di averlo superato; si guarda al bene di oggi per poter fare
meglio domani.