Palla di Lardo colpisce ancora

Resta deluso chi si incolla alla tv per deridere la prestazione di Palla di lardo ed, invece, è costretto obtorto collo ad ammirare un Joker affamato di reti senza sete di vendetta.

E la prima da titolare del Pipita non tradisce le attese. Giusto il tempo di scaldare i guanti a Buffon, obbligato ad allungarsi sul velenoso mancino di Politano da centroarea e, sul corner che segue, la fulminea ripartenza è orchestrata dal magistrale talento del pjanista, con palla smistata al sapiente piede di Khedira e, da questi, con un tocco, in favore del rapido inserimento di Dybala. Tutto in verticale, con i tempi giusti e senza respiro.

La Joya taglia a fette il centrocampo avventurandosi tra linee nemiche fuori posizione, alza lo sguardo e a campo aperto disorienta i marcatori con un elegante quanto efficace invito sull’esterno.

Higuain ci arriva in corsa e prima ancora che riceva il dono già si intuisce che proverà a scartarlo brutalmente.

Una carezza in un pugno e la sfera addolcita con maestria con un destro a seguire viene scagliata con lo stesso piede sul palo lungo dopo tre rapidissimi passi per trovare la giusta coordinazione. Un proiettile full metal jacket e dopo soli 4 primi e 4 secondi la partita si sblocca.

Siamo solo a metà di un’opera che si completerà dopo altrettanti giri di lancetta.

Il traversone da destra è contrastato in area, la palla si impenna e Khedira si affretta col testone a rigenerare l’azione.

Un movimento ed il Pipita aspetta il dolce cuoio come se fosse ad un incontro galante, per poi sfoggiare una meravigliosa girata al volo, con la gamba destra su in cielo a disegnare un arcobaleno e la mancina ben piantata sul terreno prima di slanciarsi come una fionda per dar forza all’altra. Fenomeno.

Non c’è partita. Col palleggio i bianconeri sovrastano gli uomini di Di Francesco, lì davanti Pjanic e Khedira a turno si inventano falsi nove accompagnando con imboscate quello vero, imbeccati a turno da un Dybala a tutto campo e dalla buona vena del buon Licht.

E’ proprio nel prosieguo dell’azione personale del primo, stroncata con un netto fallo da rigore, il traversone dello svizzero è per la testa di Pjanic. La girata è da attaccante di razza, la palla si infrange sul montante, ma il bosniaco è più lesto di Dybala a ribadire nella porta sguarnita per il 3 a 0.

Sembra finita e siamo al minuto 27, ma la Juve cala d’intensità e non sempre basta la determinazione di un combattivo Lemina ad evitare guai. Buffon si addormenta sul corner da destra, un rimpallo e Antei segna il punto neroverde senza nemmeno sapere come.

La ripresa ricalca la prima metà, anche se stavolta nessuno la butta dentro.

Una fucilata di Khedira, una puntata di Pjanic, un tango di Dybala, Mirante c’è sempre. Anche su Lichtsteiner, liberato da una svirgolata di Higuain e poi azzoppato impietosamente senza che l’arbitro indichi il dischetto. Il sussulto finale del Sassuolo, vivo nello sfruttare qualche crepa ed amnesia bianconera, fa venire i brividi nonostante il doppio vantaggio. Un palo in off side, un rigore persino per loro, una respinta miracolosa di Lichtsteiner sulla linea. E’ Troppo.

Il triplice fischio di una partita per certi versi contraddittoria, dominata per lunghi tratti e pericolosamente in bilico per i restanti, arriva al termine di un recupero esagerato.

Allegri non è il sergente Hartman ma si arrabbia giustamente lo stesso, perché l’inizio di stagione ed il largo vantaggio acquisito alla mezz’ora non devono giustificare momenti di relax che possono costar cari ma che, al contempo, si possono e devono capire e perdonare.

La giusta analisi e via, per affrontare un calendario di fuoco con la dovuta concentrazione.

Di Roberto Savino

Higuain, cecchino e boa intelligente: highlights e statistiche in Juve – Sassuolo

Higuain, cecchino e boa intelligente: highlights e statistiche in Juve – Sassuolo

Dopo l’assaggino, comunque decisamente gradito, nella gara inaugurale contro la Fiorentina, Gonzalo Higuain si è presentato allo Juventus Stadium con l’abito delle grandi occasioni (chissà se gli stava stretto…) e ha infilato due reti al malcapitato Sassuolo, una più bella dell’altra, in una manciata di minuti. Le due reti raccontano molto di chi è e come si muove in campo il Pipita, ma non tutto: con l’aiuto di statistiche e highlights, andiamo a dare un’occhiata alla sua gara più nel dettaglio.

Partiamo da un assunto fondamentale, scontato quanto volete ma importante da tenere presente in analisi di questo genere: Higuain non è il classico centravanti che si nasconde aspettando di colpire, ma partecipa al gioco della squadra, anche se in modo radicalmente diverso da Mandzukic. Il croato è preziosissimo per il suo lavoro in fase di non possesso, tra pressing, contrasti e rientri in difesa, mentre l’argentino non svolge praticamente nessuno di questi compiti ma è molto bravo a giocare spalle alla porta, vedere i compagni con la coda dell’occhio e servirli di prima sulla corsa. I due centravanti giocano più o meno lo stesso numero di palloni nell’arco di una gara, ma mentre Mario è più avvezzo agli appoggi corti all’indietro e allo scambio nello stretto, Gonzalo tende molto di più a lanciar lungo nello spazio. Dei 16 passaggi totali effettuati, 13 sono stati quelli con esito positivo, 10 nella metà campo avversaria e ben 6 verso la trequarti offensiva.

higuain pass vs Sassuolo

Tra i tanti ottimi esempi di aggancio, protezione del pallone e sponda lunga, analizziamo quello più complicato: controllo magistrale su un pallone tutt’altro che semplice di Alex Sandro, protezione della sfera e colpo di tacco a servire l’accorrente brasiliano. Altissima scuola.

Spostandoci sulle statistiche offensive del Pipita, notiamo che nonostante i pochi palloni giocati (23 contro una media di squadra di oltre 70) Higuain è primo per tiri in porta (5, come Pjanic), e tiri nello specchio (2, come Khedira e ancora Pjanic), indice di come ogni suo sforzo sia volto a costruirsi e costruire occasioni per calciare a rete.
NB: tutte le conclusioni a rete dell’argentino sono arrivate da dentro l’area di rigore, confermando il trend che aveva già mostrato a Napoli e che ha sviluppato negli anni successivi al suo addio a Madrid, dove più spesso gli capitava di allontanarsi dai 16 metri per calciare.

Poco da dire sui numeri in fase difensiva: 2 duelli vinti su 2, di cui uno aereo, nessun tackle, blocco o intercetto e nessuna respinta. Dadà Maravilha, campione del mondo col Brasile nel 1970, sosteneva che “In una squadra di calcio esistono nove ruoli e due professioni, il portiere e il centravanti“. Higuain è uno dei migliori al mondo nella sua professione, chiedergli altro sarebbe quasi un peccato di lesa maestà.

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