La Champions della Juventus termina agli ottavi di finale. Il Porto viene superato 3-2 ai supplementari dopo una partita a dir poco rocambolesca, ma non è un risultato sufficiente dopo il 2-1 dell’andata per i lusitani. Questa sera però non si può rimproverare nulla ai bianconeri, che rimontano il gol di Sergio Oliveira con un Chiesa strepitoso, giocano con intensità e coraggio, creano più di un’occasione per chiudere i conti e si arrendono solo nel finale del secondo tempo supplementare per un episodio.
IL PORTO PASSA DAL DISCHETTO
Inizia bene la Juve, che va vicinissima al gol dopo tre minuti con il cross di Cuadrado e il colpo di testa di Morata, che Marchesin respinge con un prodigioso riflesso. I bianconeri cercano di occupare subito la metà campo avversaria, ma il Porto ha velocità a sufficienza per ripartire e impegnare Szczesny con Taremi che, dopo il destro al volo su assist di Sanusi, arriva di testa sulla respinta e centra l’incrocio. L’approccio dei bianconeri è corretto, ma il Porto trova il vantaggio poco dopo il quarto d’ora quando, per un intervento di Demiral su Taremi, il signor Kuipers concede un rigore ai portoghesi, trasformato da Sergio Oliveira. Il vantaggio permette ai portoghesi di giocare a viso aperto e il risultato sono i tiri di Corona, Otavio e Sanusi, mentre la Juve risponde con Morata, che servito in area da Cuadrado, calcia su Marchesin. Più passa il tempo, più i bianconeri sembrano farsi prendere dalla frenesia e gli ospiti, ben organizzati in difesa, respingono colpo su colpo, arrivando ancora al tiro con Sergi Oliveira prima dell’intervallo.
DOPPIO CHIESA, PORTO IN DIECI
La partita trova un’immediata svolta in avvio di ripresa. Dopo neanche quattro minuti Ronaldo serve in area Chiesa che piazza il pallone sotto l’incrocio e pareggia i conti, quindi Taremi, in due minuti, rimedia altrettsnti cartellini gialli e lascia i suoi in dieci uomini. La Juve va subito vicinissima al vantaggio ancora con Chiesa, che salta anche Marchesin e a porta vuota, ostacolato da Pepe, colpisce il palo. La Juve ora attacca a testa bassa e Cuadrado continua a sfornare cross dalla destra e dopo l’incornata di Ronaldo parata, arriva quella di Chiesa, che Marchesin riesce solo a toccare. E ora tutto è in parità.
TRAVERSA DI CUADRADO
Alla mezz’ora Pirlo cambia Bonucci e Ramsey con de Ligt e McKennie. Chiesa è infinito e arriva ancora al tiro e Marchesin riesce a respingere, mentre dall’altra parte Szczesny risponde a Sarr e Marega colpisce l’esterno della rete. Il recupero è da brividi: Morata viene pescato da Arthur e infila Marchesin, ma è in fuorigioco, quindi Cuadrado si libera al tiro dalla destra centra una traversa clamorosa.
AI SUPPLEMENTARI PASSA IL PORTO
Nonostante l’assedio la Juve non riesce a passare e si va ai supplementari. Il Porto è pericoloso con Marega, che colpisce di testa nell’area piccola, ma passa il pallone a Szczesny. La stanchezza si fa sentire e allora Pirlo cambia Arthur e Chiesa con Kulusevski e Bernardeschi. L’intensità che la Juve mette in ogni azione è ammirevole, come se non sentisse la fatica e Morata ha una bella occasione quando riceve al limite l’assist di Kulusevski, ma trova Marchesin piazzato. Quando l’azione si capovolge e il Porto ottiene una punizione dai venti metri però, la partita cambia ancora, perché Sergio Oliveira riesce a bucare la barriera e a firmare il pareggio. La Juve avrebbe ogni motivo per mollare, ma non lo fa e Rabiot riporta avanti i suoi incornando il cross di Bernardeschi. Ormai però è troppo tardi e per quanto i bianconeri ci mettano l’anima, l’assedio finale non porta nulla. Solo un enorme rammarico. + 14
JUVENTUS-PORTO 3-2
RETI: Sergio Oliveira rig. 19′ pt, Chiesa 4′ e 18′ st, Sergio Oliveira 10′ sts, Rabiot 12′ sts
JUVENTUS
Szczesny; Cuadrado, Demiral, Bonucci (30′ st de Ligt), Alex Sandro; Chiesa (12′ pts Bernardeschi), Arthur (12′ pts Kulusevski), Rabiot, Ramsey (30′ st McKennie); Morata, Ronaldo
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Di Pardo, Chiellini, Dragusin, Frabotta, Fagioli
Allenatore: Pirlo
PORTO
Marchesin; Manafá, Mbemba, Pepe, Sanusi (26′ st Luis Diaz); Otavio (18′ st Sarr), Uribe (45′ st Grujic), Sergio Oliveira (14′ sts Loum), Corona (14′ sts Diogo Leite); Marega (1′ sts Martinez), Taremi
A disposizione: Diogo Costa, Nanu, Felipe Anderson, F. Conceicao, Vieira, Evanilson
Allenatore: Conceicao
ARBITRO: Kuipers (NED)
ASSISTENTI: Sander Van Roekel (NED), Zeinstra (NED)
QUARTO UFFICIALE: Nijhuis (NED)
VAR: Van Boekel (NED), Higler (NED)
AMMONITI: 47′ pt Otavio, 7′ e 9′ st Taremi, 48′ st Chiesa, 2′ pts Cuadrado, 8′ pts Sergio Oliveira, 14′ pts Bernardeschi, 9′ sts Rabiot, 17′ sts Mbemba
ESPULSI: 9′ st Taremi
Juve-Porto 3-2: Fallimentare
Quando Cuadrado ha ammaccato la traversa a metà del tempo di recupero
per un momento ho pensato che queste serate siano una specie di
esperienze ai confini con la morte.
Il cuore perde dei colpi, le
mani diventano fredde, i suoni arrivano indistinti alle orecchie, i coni
e i bastoncelli sulla retina mandano al cervello immagini confuse.
Che brutto andarsene così senza sapere se la palla di Cuadrado è entrata davvero.
Le
coronarie avevano subito uno stress notevole già negli abbondanti 90
minuti precedenti. Il ritorno col Porto è sembrata a tratti una seduta
psicologica: le ansie, le incertezze, la speranza, la batosta e la
delusione, la redenzione.
Allo psicologo di cuoio frega molto poco di come ci sentiamo, continua a fare il suo comodo.
Il suo comodo lo fa anche il Porto: dopo 20 minuti si porta in vantaggio su rigore (chi ha detto Lione?) poi passeggia sulla carcassa di una Juventus imballata, imprecisa, disordinata e inerme.
L’1-0 di fine primo è grasso che cola per Pirlo.
Poi nel secondo tempo la Juve si mostra umorale come Cate Blanchet in
Blue Jasmine, in 20 minuti rovescia di nuovo tutto con una doppietta di
un pazzesco Chiesa in serata perfetta intervallata dall’espulsione di
Taremi. L’inerzia è tutta in mano ai bianconeri che sfiorano il gol più
di una volta, lo realizzano col solito Morata in fuorigioco dei soliti
pochi centimetri. Il Porto è ferito ma non morto, contrariamente a chi
scrive queste righe.
Fino alla traversa di Cuadrado. C’è chi assiste
all’apparizione di San Michele Arcangelo come Fantozzi, chi si dedica
ad altro tipo di preghiera, chi resta in silenzio.
Per chi supera lo schock l’aggregate dice 3-3 e supplementari.
30 minuti che restituiscono l’esatta dimensione della Juventus, squadra
fatta di grandi slanci ma anche baratri profondi, momenti di entusiasmo
in cui la partita sembra in pugno alternati da manciate di minuti dove
subire gol sembra incombere da un secondo all’altro.
Prova ne è la
sciagurata punizione da 25 metri che mette ko Szczesny tradito da una
barriera che salta in maniera troppo disordinata per essere vera. È il
gol qualificazione perché a poco serve il 3-2 finale di Rabiot, autore
di una buona partita.
Più di un’ora in vantaggio numerico e
raramente ce ne siamo accorti: questa Juve non è stata in grado di
sfruttare il momento positivo in cui portarsi a casa la qualificazione.
L’errore è a monte: la Juve non si può ridurre a giocarsi la qualificazione col Porto (come fu col Lione) sugli episodi, sulla benevolenza di un arbitro che forse potrebbe concederti un rigore, o forse no. È troppo poco ma anche troppo male. Troppo in basso.
È un fallimento di tutti, a partire dall’alto, da quelli che nel post partita non si sono presentati ai microfoni.
C’è tempo per tirare la riga e fare il conto, ma il colore tende al rosso profondo.
Anche per Ronaldo: in 3 anni con lui la Juve ha raggiunto una sola
volta ai quarti e altre 2 volte ha salutato agli ottavi, la differenza è
che stavolta ha steccato clamorosamente pure lui.
È una
eliminazione meritata benché sfortunata per alcuni (solo alcuni) tratti
perché l’immaturità si paga, perseverare negli errori anche, programmare
una stagione sentendosi superiori a tutti… peccato mortale.
E tutto
questo si paga, dentro e fuori: del campo abbiamo già parlato, per
l’altro aspetto invece l’uscita prematura che profuma di fallimento
costerà moltissimo alle casse della società.
Ora bisogna chiudere la stagione con dignità, con una finale di Coppa Italia da giocarsi e un quarto posto da conquistare. Per stasera basta così, da domani cominceranno i doverosi ed inevitabili processi.
Fino alla fine forza Juventus.
Juve fuori agli Ottavi, fatali i supplementari
Juve ancora fuori agli Ottavi di Champions: non basta la vittoria contro il Porto per qualificarsi. Il gol beffa arriva su punizione nei supplementari, ma la squadra di Pirlo può recriminare.
È la partita da non sbagliare per la Juve che, all’Allianz Stadium, sa di dover ribaltare il risultato dell’andata, maturato al Do Dragao e facilitato dagli errori dei bianconeri e da un problema di “approccio gara”. Pirlo recupera Bonucci e Arthur e schiera una squadra più classica rispetto a quella vista contro la Lazio con Szczesny in porta; Demiral e Bonucci coppia centrale, Alex Sandro e Cuadrado sulle fasce, Ramsey, Rabiot, Arthur in mediana, Chiesa, Ronaldo e Morata in avanti. Il Porto di Sergio Conceicao risponde con Marchesin; Manafa, Pepe, Mbemba, Zaidu; Uribe, Sergio Oliveira, Otavio; Corona, Marega, Taremi.
La Juve sembra voler ragionare e il Porto prova a sorprendere i bianconeri con un tiro da fuori di Uribe, che finisce largo. Passa un minuto e la Juve sfiora il gol: dopo azione manovrata, cross dalla trequarti di Cuadrado e testa di Morata a botta sicura ma la conclusione è centrale e Marchesin respinge. I bianconeri provano a tenere alta la pressione ma su un errore di Bonucci il Porto riparte con Marega chiuso in uscita da Szczesny.
Passa poco e la Juve prende un grosso spavento: fuga sulla sinistra di Zaidu che supera Cuadrado e dal fondo crossa dietro per Taremi, conclusione murata da Bonucci dentro l’area; sulla respinta arriva di nuovo l’attaccante del Porto che prova a deviarla e prende l’incrocio dei pali. Al 9’ punizione dal vertice destro dell’area con Cuadrado che mette in mezzo, Demiral colpisce ma non prende la porta. Al 10’ allarme per l’esterno colombiano della Juve che lamenta un dolore.
Al 18’ l’episodio che cambia la partita col rigore per gli ospiti dopo un intervento ingenuo di Demiral in area: batte Sergio Oliveira che spiazza Szczesny e Porto avanti 0-1. Juve in bambola che prova una reazione con Morata, al 24’, sfondando sulla destra ma non riuscendo a servire un compagno in area. Bianconeri un po’ in confusione, rischiano alcune ripartenze, ma che sfiorano il pari ancora con Morata: cambio di campo di Cuadrado dalla destra per lo spagnolo sul secondo palo, che approfitta di un passaggio a vuoto di Manafa e tira ma Marchesin respinge. Al 30’ ci prova Rabiot dalla distanza su una respinta corta della difesa lusitana: Marchesin si distende e para. Al 32’ Pepe resta a terra per un duro scontro in elevazione con Demiral. Su una respinta della difesa del Porto, Rabiot tenta il destro al volo da lontanissimo, Marchesin si distende e para.
Al 41’ su calcio d’angolo di Cuadrado pallone spizzato da Morata ma Marchesin anticipa il possibile intervento di Bonucci, comunque in fuorigioco. Nei quattro minuti di recupero c’è solo tempo per l’ammonizione di Otavio per un intervento su Cuadrado.
Il secondo tempo riparte con gli stessi ventidue. Dopo un lungo giro palla arriva il pari: al 49’ Ronaldo galleggia sulla linea del fuorigioco, appoggia per Chiesa che gira all’incrocio per il pari. Al 53’ altro episodio favorevole alla Juve: dopo un fallo su Chiesa, Taremi spazza via un pallone dopo il fischio e becca il secondo giallo, lasciando in dieci i compagni.
Juve vicina al raddoppio con Chiesa: gran palla in profondità di Rabiot per l’attaccante che supera il marcatore e si allunga di testa scartando Marchesini ma si allarga troppo e trova il palo con Pepe sopraggiunto a chiudere in recupero. La squadra, però, ha cambiato atteggiamento: corner di Cuadrado, al 62’, sul secondo palo Ronaldo prova a schiacciare ma non la prende bene.
Ma è solo l’anticipo del gol del 2 a 1: gran cross dalla destra sempre di Cuadrado che taglia tutta l’area del Porto, sul secondo palo alle spalle di Morata svetta Chiesa che insacca di testa la rete del 2-1. Pareggiato il risultato dell’andata, si riparte di fatto dallo 0-0. Per Chiesa 12esimo centro stagionale, quarto in Champions League. Al 69’ Rabiot tira una gran botta da fuori che mette in difficoltà Marchesin.
Arrivano i cambi: fuori Otavio e Zaidu per Sarr e Luis Diaz nel Porto, Pirlo tira fuori Bonucci e Ramsey per De Ligt e McKennie. Al 77’ Morata rifinisce proprio per il centrocampista texano che non riesce a dare forza al colpo di testa; un minuto dopo Cuadrado trova Ronaldo al centro dell’area ma il portoghese sbaglia la spizzata. All’83’ si rivede il Porto con un violenta botta da fuori di Sarr respinta da Szczesny. Sul ribaltamento Chiesa è di nuovo di fronte a Marchesin ma tira male, invece, di servire al centro. All’85’ iniziativa in area di Marega, che lascia sul posto Demiral ma colpisce l’esterno della rete.
Chiesa, un minuto dopo, trova un cross tagliato per la testa di Ronaldo ma la difesa portoghese riesce a mettere in angolo. Entra Grujic al posto di Uribe.
Al 91’ gol annullato a Morata per fuorigioco. Al 93’ iniziativa sulla destra di Cuadrado, che sembra pronto a mettere in mezzo, invece, dribbla un avversario e lascia partire un tiro violento che si stampa sulla traversa. Finiscono i tempi regolamentari dopo i cinque di recupero allungati a sei minuti e trenta.
Si va ai supplementari. Al 92’ arrivo un giallo per Cuadrado e al 98’ per Oliveira, entrambi diffidati. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Marega batte nell’area piccola ma la conclusione è debole e viene controllata da Szczesny. Al 101’ escono Arthur e Chiesa per Kulusevski e Bernardeschi. L’esterno italiano serve subito in profondità Ronaldo, anticipato da Marchesin che lo colpisce: la Juve chiede un rigore, l’arbitro fa proseguire e Bernardeschi si fa ammonire per un intervento falloso.
Il secondo tempo supplementare parte con la sostituzione di Marega per Toni Martinez. Al 109’ Ronaldo si mette in proprio ma viene murato; un minuto dopo, Sandro trova un corridoio per Kulusevski, che fa tutto bene ma viene stoppato sul più bello. Passano sessanta secondi ed è pericolo nell’area Juve con una lunga manovra del Porto spazzata da Alex Sandro. Poco dopo grande azione di Kulusevski che trova Morata al vertice dell’area che però trova un tiro molle.
C’è tempo ancora per l’ammonizione a Rabiot prima del gol beffa che arriva al minuto 115 con una punizione insidiosa dalla distanza calciata forte da Oliveira: la barriera si apre con Ronaldo e Rabiot e la parabola sorprende Szczesny sul palo basso. È 2 a 2 col Porto a un passo dai quarti.
Reazione furiosa della Juve che un minuto dopo trova il gol con Rabiot di testa sugli sviluppi di calcio d’angolo. È 3 a 2 ma serve un gol per qualificarsi. All’ultimo minuto utile proteste Juve per un possibile rigore per De Ligt. Sugli sviluppi di calcio d’angolo ci prova Rabiot ma spara alto. Triplice fischio e ancora beffa Champions.