Vincere fa sempre bene. Anche quando non è fondamentale. La Primavera conquista il Torneo di Viareggio – è il nono titolo per la società bianconera in questa competizione – al termine di una finale in cui l’importanza del risultato e la stanchezza hanno provocato una mole di errori notevole. La Juventus di Fabio Grosso è una formazione che lavora molto su principi di gioco chiari e ben definiti: superiorità numerica e posizionale in zona palla, passaggi corti, ricerca dell’uomo libero. Corre rischi per natura, corre rischi perché la tenuta fisica e mentale produce una distanza notevole tra i reparti con la difesa spesso costretta a lavorare in situazioni ad alta pericolosità. Bisogna fare l’abitudine a queste partite, gare nelle quali servono cattiveria, concentrazione e determinazione per raggiungere il risultato: un calciatore non è solo un ragazzo bravo tecnicamente e tatticamente, ma un giovane uomo che gioca per competere ed è in grado di reggere le pressioni. Si è visto specialmente nella semifinale con lo Spezia come la Juventus non sia ancora abituata a quella intensità mentale fondamentale ai massimi livelli. Grosso fa bene a voler far giocare un buon e bel calcio alla sua squadra: è l’unica strada per formare calciatori. Non è aiutato da un campionato, quello Primavera, che vive per la maggior parte della stagione di una serie di amichevoli un po’ più sentite.
Ora partirà l’esaltazione dei giocatori della Juventus. Come è già successo nel passato. Ed è sbagliato. Guardate la rosa della Primavera che vinse il Viareggio nel 2012 e indicate chi sta avendo una carriera ad alti livelli da professionista. La realtà, dura, è che per questi ragazzi la strada è davvero lunga per diventare calciatori ed è per questo motivo che per il loro bene è doveroso non esaltarli e non prospettare loro futuri sicuramente rosei. Ci sono ragazzi (Lirola su tutti, Romagna e Clemenza) che dovrebbero essere portati in Prima Squadra, essere valutati: lo impongono le nuove norme, lo richiede quello che è il compito ultimo di un Settore Giovanile, quello cioè di formare giocatori che riusciranno a diventare buoni professionisti. Per questo motivo è importante lavorare come Grosso ed è essenziale, non fondamentale, abituarsi a lottare per vincere.
Davide Terruzzi.