Pirlo e Danilo presentano la Supercoppa Italiana

Il Mapei Stadium di Reggio Emilia, teatro della sfida di domani sera (ore 21) tra Juventus e Napoli valida per la Supercoppa Italiana, oggi ha ospitato la conferenza stampa di Mister Andrea Pirlo e di Danilo.

LA VOGLIA DI VINCERE DEL MISTER

«Siamo qui per vincere – ha detto Andrea Pirlo -. Il Napoli è una squadra forte, l’ha dimostrato fin dall’arrivo di Gattuso nella scorsa stagione. É una formazione tecnica alla quale piace giocare la palla. Dovremo essere bravi ad attaccare la loro difesa e a sfruttare le occasioni, abbiamo provato questa mattina alcune soluzioni, loro hanno una retroguardia stretta che gioca di reparto. Questa Supercoppa arriva dopo una brutta sconfitta in campionato, vogliamo portare a casa il trofeo. La gara di San Siro bisogna cancellarla e liberare la testa». Il tecnico bianconero ha poi parlato di alcuni singoli giocatori. «In porta giocherà Szczesny. Demiral si porta dietro da qualche settimana dei problemini fisici ed ha avuto una ricaduta, per questo non è presente. Kulusevski titolare? Deciderò domani».

LA SUPERCOPPA SECONDO DANILO

Accanto a Mister Pirlo in conferenza stampa nella serata odierna c’era Danilo: «Contro il Napoli dobbiamo fare qualcosa di diverso rispetto alla gara di San Siro, essere più concentrati e più bravi dal primo minuto e fino al novantesimo. In queste partite bisogna avere coraggio. Noi abbiamo già dato dimostrazione di avere una squadra forte. Siamo fortunati che pochi giorni dopo la sconfitta contro l’Inter abbiamo un’altra opportunità, contro un avversario che ha una buona rosa e un buon allenatore. Giocare ogni tre giorni non è facile, stiamo cercando di migliorare. L’emergenza in difesa? Mi dispiace per le assenze, ma alla partita arriviamo preparati: Chiellini è tornato benissimo e c’è Bonucci. Siamo pronti».

La Supercoppa più importante del decennio Juve

’incubo è arrivato: una sconfitta, in casa della rivale più accreditata, allenata da Conte e il distacco in classifica che aumenta.

Due giorni appena dalla gara che ha visto la Juventus non solo sconfitta a San Siro dall’Inter nettamente ma anche lasciare una sensazione di impotenza che lascia più che mai in bocca la sensazione amara di una fine ciclo, di un testimone passato proprio alla rivale più acerrima (e spesso umiliata in questi 9 anni).

La delusione era dipinta negli occhi di Capitan Chiellini così come in ogni tifoso che da un decennio vede la squadra primeggiare ovunque, spesso e volentieri proprio al Meazza. Dopo 3 vittorie di fila in campionato (e una in Coppa Italia) la mini-risalita dei bianconeri naufraga in un ko senza appello e con poche attenuanti: la peggiore prestazione della stagione. Eppure, se ad oggi è inutile pensare alla lotta per il Campionato il KO non è una pietra tombale sul progetto della società.

La scommessa fatta dal Presidente Agnelli in persona di consegnare le redini di una squadra al carismatico ma inesperto Andrea Pirlo, e gli investimenti sul mercato in giovani talenti (Kulusevski, McKennie, Chiesa, dopo de Ligt, Demiral, Arthur), lo svecchiamento della rosa, sono la dimostrazione di come la società abbia intrapreso con convinzione la strada del cambiamento, mettendo in conto anche il rischio di non vincere nell’immediato. Non c’è da sorprendersi: la lungimiranza di progettualità della società ha permesso alla Juventus non solo primato in Italia per nove anni consecutivi, ma anche di essere tra i club più importanti in Europa e nel mondo.

Così la Supercoppa contro il Napoli (stavolta un “vero” trofeo, contro la vincitrice della Coppa Italia), spesso vetrina invernale o estiva poco attendibile, ritorna ad essere un titolo cruciale e offre una tripla possibilità: riscatto immediato dopo il crollo (senza aspettare 7 giorni), vittoria del primo trofeo del nuovo corso e test per le capacità di reazione “emotiva” prima ancora che tecnico-tattiche, per Pirlo (in termini di capacità di preparare e leggere una gara) e per gli uomini in campo.

Per la nona volta consecutiva la Juventus scende in campo per portare a casa il primo trofeo stagionale, 4 le vittorie e 4 le sconfitte (2 ai rigori con Napoli e Milan e 2 nelle ultime sfide con la Lazio), ma è la prima volta che la Supercoppa Italiana assume un valore così nodale per la stagione: cancellare subito quella sconfitta “totale” o infilarsi in un doppio schiaffo che avrebbe ripercussioni dolorosissime.

Supercoppa italiana: la preview di Juventus-Napoli

La finale di Supercoppa Italiana metterà di fronte due squadre in momenti cruciali della stagione, ma anche crucialmente diversi. Se la Juve ha visto le poche certezze sgretolarsi nella partita contro l’Inter, il Napoli ha trovato un minimo di continutà tecnica, le cui caratteristiche potrebbero mettere in difficoltà i meccanismi di Pirlo.


Qualche dato

Le due squadre che si affronteranno nella finale di Supercoppa italiana sono due squadre dal volume di gioco molto arioso, e dalla produzione offensiva marcata. Juve (2,08/gara) e Napoli (2,15/gara) sono infatti le due squadre che al momento guidano in Serie A la classifica degli xPoints, ossia un valore che esprime il rapporto tra xG prodotti e concessi agli avversari in ogni singola partita, in funzione della qualità delle conclusioni in porta effettuate. Il Napoli è anche la squadra che tira di più mentre la Juventus è solo sesta, da cui si deduce che i bianconeri riescono però a concludere da posizioni migliori ed in situazioni più favorevoli.

Non è facile prevedere quale delle due squadre in questa partità prenderà con più continuità il controllo del gioco poiché Juve e Napoli sono prima e seconda nella classifica generale del possesso palla. Infatti, con la sola eccezione della gara contro il Sassuolo, il Napoli ha avuto maggior possesso palla rispetto all’avversario in tutte le partite della Serie A 2020/2021, anche se a Bologna e nella gara di ieri contro la Fiorentina il controllo del gioco è stato equamente diviso.

Come gioca il Napoli?

Il sistema di gioco adottato finora è stato nella quasi totalità delle gare il 4231, con la sola significativa eccezione del 433 nella netta vittoria 4-0 in casa contro la Roma. La formazione tipo, in considerazione dell’assenza per infortunio di Osimhen e della recente positività al Covid di Fabian Ruiz, è la seguente:

Insigne (9) e Lozano (8) sono i migliori marcatori della squadra: se il primo ha segnato quasi 1 gol rispetto al valore atteso, per Lozano vi è identità coi valori di xG. Il capitano azzurro (3° in tutta la Serie A) ed il messicano (6°) sono anche i due giocatori maggiormente coinvolti nelle azioni che si sono concluse con un tiro in porta (xG Chain); in questa speciale classifica di squadra risulta terzo il terzino destro Di Lorenzo che vanta anche 3 assist vincenti in questo campionato ed è inoltre il primo per km percorsi in media 11.123 (dodicesimo di tutta la Serie A).

Dries Mertens e Lorenzo Insigne sono i migliori azzurri per EXpected Assist in rapporto ai 90 minuti (0,34 / 0,33) a dimostrazione della loro importanza in fase di rifinitura oltre che di finalizzazione. Va inoltre segnalato il buon rendimento di Petagna che è spesso subentrato a gara in corso e si fatto trovare pronto segnando 4 reti.

La fase di impostazione

Il Napoli effettua costantemente una costruzione dal basso 4+2, caratterizzata dalla posizione medio bassa sia dei due mediani che dei terzini; presumibilmente Gattuso sceglie questa soluzione per attirare la pressione degli avversari ed arrivare velocemente ai 4 giocatori di attacco, tutti in grado di esprimersi al meglio, per caratteristiche, in campo aperto (e attenzione perché la Juventus di campo ne concede spesso).

L’abilità della squadra nel mantenimento del possesso palla è conseguenza dell’alta qualità tecnica di molti interpreti, testimoniata anche dal dato complessivo sulla precisione dei passaggi (89%).

Nella partita contro l’Inter, Gattuso ha scelto una diversa costruzione a 3 centrali, con scambio delle posizioni di Mario Rui ed Insigne che costituiva così una soluzione in più per l’uscita sul lato sinistro del campo. In questa gara Gattuso scelse di irrobustire la coppia centrale di centrocampo con Demme al posto di Ruiz e questa dovrebbe probabilmente essere anche quella che vedremo in campo

La costruzione 4+2 ha il suo sbocco più comune sui terzini: qui il Napoli va a sviluppare delle combinazioni che coinvolgono l’attaccante esterno di parte, il quale può combinare con mediano di parte o con trequartista l’attacco alla profondità ed il movimento incontro qualora non sia possibile trovare una linea di passaggio verticale su trequartista o attaccante centrale.

Rifinitura

Conquistata la metacampo avversario, i terzini possono quindi aprirsi entrambi ad occupare l’ampiezza. In questa fase, Bakayoko ed in seconda opzione Ruiz si abbassano con la doppia funzione di appoggio per i difensori centrali e presidio della zona in copertura preventiva. Un centrocampista più dedito al contenimento come Demme dovrebbe confermare questa disposizione.

Come evidenziato anche dai dati precedenti, la rifinitura passa prevalentemente per i piedi di Insigne che rientra sul piede destro a ricercare l’inserimento dell’attaccante esterno opposto, giocata simbolo del Napoli di Sarri, oppure l’inserimento centrale di Zielinski. Anche Mertens, pur partendo dalla posizione di attaccante centrale, predilige per proprie caratteristiche l’uscita dalla difesa avversaria per partecipare alla rifinitura. Prevalentemente a partita in corso e soprattutto contro squadre chiuse nell’ultimo terzo di campo Gattuso ha inserito una prima punta, Petagna o in secondo ordine Llorente.

Pressing?

La prima pressione del Napoli sulla costruzione avversaria non ha come principale obiettivo la rapida riconquista del pallone bensì la copertura delle linee di passaggio centrali. Il dato del PPDA, ossia l’indice che misura quanti passaggi vengono concessi agli avversari prima di un’azione difensiva, si ferma a 12,60 e rispecchia questo atteggiamento, tanto che la squadra è attualmente sedicesima in Serie A. Questa tendenza caratterizza la gestione di Gattuso rispetto ai suoi predecessori, tanto che nel campionato scorso il valore crebbe da 8,73 della gestione Ancelotti fino a 12.99. Nel campionato precedente il dato generale fu 10,38 e poco inferiore a 10 nelle ultime due stagioni di Sarri.

La compattezza della squadra si evince anche dall’essere la squadra che ha subito meno gol (16) in campionato, dato che si accompagna al primo posto per xG concessi (15,91). Punto di forza della squadra è sicuramente la coppia di centrali difensivi, composta da Koulibaly e Manolas.

Il Napoli, nonostante l’alto numero di sconfitte in campionato, è tutt’ora in corsa in tutte le competizioni a cui partecipa, ed è in grado di giocare consistenti spezzoni di partita nei quali mette alle corde qualsiasi squadra della nostra Serie A. Ad onor del vero, nessuna delle sconfitte è stata conseguenza di gare nelle quali l’avversario ha avuto una migliore produzione offensiva.

La squadra di Gattuso ha complessivamente un buon approccio alle gare, avendo una differenza tra xG creati e concessi di +4,13. Sui 40 gol messi a segno, ben 20 sono stati segnati dopo il 60’ minuto, a dimostrazione di una squadra che in virtù del proprio possesso palla e della lunghezza della rosa tende a schiacciare l’avversario col passare dei minuti.

Come mettere in difficoltà il Napoli?

Nonostante i 4 punti conquistati, il Napoli in questa stagione è andato in grande sofferenza contro la Real Sociedad, affrontata in Europa League: come il Sassuolo, anche la squadra basca è riuscita ad avere nettamente maggior possesso palla in tutte e due le gare. Nella partita giocata allo stadio Diego Armando Maradona i ragazzi guidati da Manolo Alguacil hanno letteralmente dominato il primo tempo, aggredendo con successo gli azzurri sin dalla prima costruzione, senza risparmiare neanche Ospina. La capacità degli ospiti di mantenere con successo il controllo del gioco e l’efficace e fluida occupazione degli spazi, tale da mutare il 433 di base in 3142, ha costretto Zielinski ad arretrare la propria posizione in fase difensiva nella zona di centrosinistra, così da abbassare gli azzurri in un più innocuo 451. Anche grazie a questo atteggiamento, la Real Sociedad è arrivata al tiro per ben sei volte nei primi 19 minuti e, solo in virtù della straordinaria imprevedibilità del calcio, ha concluo il primo tempo in svantaggio di un gol. In questa partita, il Napoli ha avuto il peggior rapporto tra xG e xGA della stagione, -1.4.

In vista della finale potrebbe quindi essere determinante disturbare con un pressing ultra offensivo la costruzione dei partenopei anche perché un’ immediata riconquista taglierebbe fuori i quattro giocatori d’attacco. D’altra parte, se il Napoli salta efficacemente la prima pressione, possiede giocatori abilissimi in campo aperto. Un esempio è questa azione che dopo soli 50 secondi ha liberato davanti al portiere Insigne nella gara persa in casa contro lo Spezia.

Non è peregrino, anche in considerazione dei tanti incontri ravvicinati di questa anomala stagione, pensare che Gattuso opti per una fase difensiva attendista, magari dopo un’iniziale aggressione nei primissimi minuti, rivolta prevalentemente alla copertura degli spazi centrali ed eventualmente all’intercetto delle linee di passaggio. Se il possesso palla della squadra di Pirlo non sarà sufficientemente efficace, con pochi passaggi filtranti e non in grado di generare degli 1vs1(Chiesa contro Mario Rui in primis) il rischio è quello di non mettere mai in difficoltà una squadra dotata di grandissima solidità nella zona centrale (quanto successe all’Inter nella partita di San Siro).