Pogba solleva il Paese, ancora una volta

Di Michele Fusco

Ammettiamolo: l’operazione Pogba ha avuto il merito di risvegliare le sopite speranze degli antijuventini di cibarsi quantomeno delle briciole di una Serie A già assegnata. Ma soprattutto la cessione di Pogblah o anche il Pogback o Pogbank che dir si voglia ha risollevato ancora una volta il nostro Paese (come da speranze di Caressa), aumentando in modo spropositato la Cultura del nostro Popolo: l’inglese, la matematica, l’economica, l’etica, la morale, la geopolitica. Ancora una volta grazie alla Juve l’Italia mette in luce le strabilianti capacità matematiche e approfondite competenze economiche, alla faccia delle solite classifiche europee che mettono sempre il nostro Paese agli ultimi posti per abilità di calcolo e comprensione dei processi micro e macro-economici.

Juve per il Sociale!” (anche un po’ per i social) è il nuovo claim di ogni operazione di mercato bianconera, visto che per ogni trasferimento juventino improvvisamente tutti si riscoprono, diventano o si palesano, espertissimi in un campo improbo: matematici da Nobel, economisti alla Draghi, imprenditori innovativi alla Jobs, tutte abilità mostruosamente sprecate solo per bullarsi sui social e denigrare la Juve.
Il risveglio della matematica in Italia era già iniziata col calcolo preciso della pesa del “gordo” Higuain, Gonzalo per i napoletani e Gerardo per gli juvenini, Pipita fino a Maggio e Trippita ora, con misurazioni al milligrammo (altro che i 6 chili in più di Tevez) e proporzioni tipo “un milione al chilo”. Ma le vere e proprie Olimpiadi della Matematica sono iniziate alla cessione di Pogba e alla pubblicazione del comunicato ufficiale della Juve (ah, che bella l’opacità esotica di certi club alla Milan o Genoa, due nomi a caso, o degli auto-prestiti al 9% di interesse alle Isole Cayman di certi altri club..). La matematica non è un’opinione ma un volo pindarico spiccato dall’ermetismo dei comunicati Juventus, che paiono firmati da Montale ed Ungaretti invece che da Albanese e Re.

Alla pubblicazione del comunicato Juve, quelle poche righe arcane e criptiche, tutto lo stivale ha cominciato appunto a discettare di matematica, economia avanzata e analisi di bilanci, e fantasticare sulle reali cifre dell’ affare Pogba; intere popolazioni di commercialisti, ragionieri, analisti finanziari, brokers che, dietro ad un bancone di salumeria o con un rasoio in mano, spiegavano con enfasi la ripartizione dei famigerati 105+5.

Andavi a Palermo a fare gasolio e il benzinaio ti illustrava la ripartizione del costo del carburante, tra tasse, oneri accessori, imposta per l’Abissinia, per il Belice, accise e l’immancabile 20% a Raiola che siede al tavolo tra Qatar e AGIP.- Compravi 2 chili di melanzane a Pordenone e il fruttivendolo ti spiegava le plusvalenze sulle materie prime e tutti i ricarichi nella filiera, le aliquote calcolate in modo differente tra peperoni e verze e la solita sparata etica su Raiola e Adidas che hanno in mano tutto il mercato di scarole e zucchine. Al ristorante il cameriere ti vivisezionava il conto, precisando la differenza tra la sua mancia e la commissione di Raiola, col premio di formazione al precedente ristorante; sorseggiavi un caffè e ti spiegavano come dietro quell’euro e cinquanta ci sono i contributi di solidarietà da versare ai piantatori colombiani, al netto degli oneri di dogana, ordinavi due capricciose e il pizzaiolo ti faceva un panegirico sulla Brexit che ha alterato il prezzo dei pomodorini S. Marzano e nel frattempo lo stesso pizzaiolo ti chiedeva se ti interessavano due giovanissimi della squadretta locale di cui era agente nonché zio, “sa, vorrei seguire le orme del grande Raiola, anche lui ha iniziato con Margherite e 4 Stagioni…
Insomma il Popolo Italico tutto che fino al giorno prima faceva 6 per 8 con la calcolatrice dello smartphone (sbagliando spesso..), ora si erge a paladino della delucidazione economica, della divulgazione algebrica, col solo intento di sbuffare, denigrare, sminuire l’AFFARE DEL SECOLO e dopo i vespri domenicali sentivi la sciura di turno confessare alla confidente: “beh, sa signora mia, tra tasse, Raiola, commissioni, oneri e cazzi vari, va a finire che la Juve ci ha rimesso con quel Pogba lì!”.
Pare quindi fondamentalmente che prendere a ZERO un tizio da una squadra inglese e rivenderglielo dopo 4 anni guadagnando 74-80 milioni sia un’operazione da fessi, peggio che depositare 100 milioni in Banca Etruria.
Ma oltre a matematica ed economia, anche la Morale e l’Etica hanno attraversato il Paese come discipline portanti della nostra Cultura. Sciampiste e tatuatori, gioiellieri evasori e ndranghetisti, palazzinari e consiglieri comunali, via via fino ai giornalisti e agli opinionisti alla Sconcerti, fino al giorno prima avevano bacchettato la Juve per Higuain:
E’ immorale, ingiusto, vergognoso e antipatico. Si pregiudica la competitività, c’è bisogno del salary cap, di capire da dove provengano quei soldi, eh? Lo Stadio di proprietà è un vantaggio illegale..che poi li sappiamo i giochini con Fassino..e poi, gli operai FIAT in cassa integrazione!!! Per tacere dei bimbi napoletani che tifavano Higuain!
Ora gli stessi tizi, nelle stesse discussioni, tra sciampiste e Sconcerti, all’unisono dicono:
Ma è ovvio, Pogba va dove gli offrono di più, il calcio lì è un business che funziona, là girano i soldi veri, eppoi c’ hanno gli stadi di proprietà, è la competitività, non puoi vincolarli al salary cap, e poi gli operai Chrevolet in cassa integrazione..sticazzi..e pure dei bimbi juventini che tifavano Pogba, così capiscono prima…
L’analisi matematico-economico-finanziaria-etica variabilissima sfocia poi come al solito nel mantra di autoconsolazione che puntualmente social, sciampiste, tatuatori e Sconcerti hanno ripreso fortemente a urlare, sventolando il vessillo dell’AntiJuve e abbracciandosi forte e volendosi bene:
“LA JUVE SI E’ INDEBOLITA”
Ora, sappiamo benissimo che, a partire dal primo scudetto, ogni estate la Juve si è indebolita:
Nel 2012, si è indebolita, non può ripetersi, Conte squalificato, ha la Champions,
Nel 2013, si è indebolita, al terzo c’è un calo, invecchiata, non hanno più fame,
Nel 2014, si è indebolita, via Conte, difesa vecchia, ciclo finito,
Nel 2015, si è indebolita, via Tevez, Vidal e Pirlo, secondo anno di Allegri, incognite,

Ora quindi, quello che ci chiediamo è: ma se ora abbiamo Buffon Alves Barzagli Bonucci Chiellini, Sandro Khedira Marchisio Pjanic Dybala ed Higuain, e ci indeboliamo da 5 anni di fila, ma quanto cacchiarola era forte la prima con Elia, Matri, Krasic, Estigarribia, De Ceglie, Motta, Grosso, Pazienza e Traoré?

A voi i calcoli.

Ansia da centrocampo: da André Gomes alla salsa francese 4.0

Ansia da centrocampo: da André Gomes alla salsa francese 4.0

Tutti protesi sul centrocampo. Non è soltanto l’effetto Pogba, il quale funge da clamoroso amplificatore, è qualcosa che resisteva prima e che viene (minimo sindacale) dall’ombra lunga dell’operazione Hernanes. Ovvero dall’ombra ancora più lunga relativa all’operazione Draxler. Prima, in origine (parlo qui di gestione Marotta), il peccato risiedeva quasi sempre in attacco. E Anelka, e Bendtner, e le sofferenze per arrivare anche già solo ai Matri e ai Quagliarella.  A essere oggettivi, però, la Juventus è in situazione ben diversa per quanto riguarda il reparto mediano. C’è in atto una progressiva ricostruzione dopo il Grande Jolly del centrocampo 2011/2013 (no, non è un refuso). L’uscita di Pogba è lo stadio finale. E’ l’apice di una comprensibile apprensione. Da affrontare con massicce dosi di sangue freddo, qualche idea tra competenza e pensiero laterale nonché una fotografia circa la situazione generale. Partendo da un altro piccolo peccato d’inizio estate.

 

L’UOMO DELLA SOCIETA’

Dirlo oggi è più facile, ma è anche utile per capire la piega degli eventi (non siamo ancora al livello PREOCCUPANTE ma la strada è quella giusta perché da quel che si intuisce provando a origliare si parla di movimenti per il dopo Ferragosto). Lui, Andrè Gomes, sul quale non è utile tornare ai discorsi delle strette di mano. Lui. L’identikit. Il frutto di mesi di setacciamento, di scouting, di profili, di valutazioni sul campo e a mente fredda. Lui, l’uomo del dopo Pogba non perché uguale a Pogba. Già solo il prezzo, che erano 25 su cui la dirigenza pose il mattone di 35 + almeno 7 di ulteriori bonus ancora incrementabili. Lui. Gli altri a seguire, dopo la folle esperienza dei rilanci di Real e Barcellona su un giocatore a cui pare non avessero mai prima pensato per di più con un Europeo assolutamente trasparente, non erano disponibili. Perché il mercato è fatto così. Il piano B è un’invenzione giornalistica. Nel senso che perso ciò per cui hai lavorato mesi, nulla vale come lui salvo quelli che erano già imprendibili prima. Ecco da dove nascono le cosiddette “occasioni di mercato” di marottiano 33 giri. Ecco che dovrebbe cambiare qualcosa di imprevedibile per salire sopra il livello Andrè Gomes perché si verifichi lo status di cui sopra. Come per esempio può succedere per Brozovic. Ecco perché i nomi sono i soliti. Riguardiamoli e aggiorniamoli.

 

GLI UOMINI DEI GIORNALI

Avevo già promosso qui una breve carrellata dei tre calciatori abbinati ormai da settimane alla Juventus. Come sono diversi e quanto. Cosa fanno e a cosa servirebbero. Sul campo. Matuidi, Matic e Witsel. Con Luiz Gustavo che resta in posizione di assoluto outsider per quanto ne sappiamo, anche se il canale Wolfsburg per motivi di storia recente è certamente il più fluido tra i quattro. Il punto è che ce ne sarebbero altri, vedi i tentativi per Casemiro e l’insormontabile idea William Carvalho. A intuito, che poi non ne serve neppure troppo, si può pensare che il “pezzo” primario chiesto da Allegri sia fatto di senso della posizione, centimetri, sostanza, presenza e geometrie. A costo di non avere un duttile in più. A questo punto Matuidi, che resta un eccezionale motore interno/mezzala, è l’unico uomo che anche finanziariamente può spostare questa priorità perché comunque si tratta di un top nel ruolo di intermedio sinistro (là dove giocava proprio Pogba). La Juve però per il francese di Tolosa ci ha provato “limitandosi” a 25 milioni più bonus nella norma. Fin qui, picche. Al che resta Witsel, in attesa della guerra fredda tra Conte e Matic (senza discussioni il preferito di Allegri in questo contesto e con gli attuali incastri, a differenza del belga). Witsel, appunto. Il più osteggiato stando ai tifosi, forse a pari merito con Kovacic. “Il più facile” (cit. BM). E non è comunque questione di 48 ore. Si va dopo Ferragosto.

 

L’HOMME FATAL

Nella confusione generale, da redimersi più che in tempi brevi in modo chiurgico senza che nessuno si senta semplicemente “accontentato”, esistono ragionamenti che vanno oltre. Sono i nostri personali, confezionati per sillogismi, logica, gusto e a volte intuito.  “Allora se è così, dovremmo fare così”. Capita poi che qualcuno ci prenda, contro la maggioranza sconfitta, sovente delusa al punto di negare anche alcune positive evidenze (un anno fa la piazza social trattò Cuadrado alla pari di Hernanes). Mi sono spinto fino a questo pensiero, oggi, 10 agosto 2016: la Juventus non ha alcuna necessità di stupire perché, sempre che serva, lo ha già fatto. Contenuto profondo del personal pensiero: il nostro francese 4.0 di chiama Adrien Rabiot. Ne serve poi un secondo? Non abbandoniamo la nostra natura: va benissimo Federico Viviani, non perdiamoci nella depressione della generale penuria italiana di questo spaccato storico. Poi, per carità, c’è chi suggerisce (il diavoletto sull’altra spalla) che il vero ideale per far contenti tutti e completare un’opera estiva sontuosa sarebbe Matic abbinato a Dahoud. Solo che il serbo non costa 20, se ha un prezzo, e tantomeno il tedesco-siriano 10 come leggo in giro. Ma adesso basta. Chi lo sente poi, il barista?