In che misura l’accordo di Pogba con Adidas, sponsor tecnico anche della Juventus, potrà influire sulle strategie di mercato intorno al francese? Sarebbe ipotizzabile un “aiuto” del marchio tedesco, in termini di partecipazione all’ingaggio, per convincere Paul a rimanere a Torino anche a fronte delle faraoniche offerte provenienti dall’estero?
L’argomento è interessante e ha scatenato un acceso dibattito all’interno della redazione. Concretamente, la risposta è no. La Juventus infatti gestisce in proprio il merchandising, limitandosi a vendere il materiale tecnico marchiato con le tre strisce: questo in virtù di un accordo modificato lo scorso maggio, con il quale la società bianconera, rinunciando ai 6 milioni di bonus (oltre ai 23,25 annui di base fino al 2021) per la gestione di licensing e di merchandising previsti nel contratto chiuso nell’ottobre del 2013, si è assicurata il diritto di gestire direttamente ogni forma di marketing in termini strategici e di vendita.
In un simile scenario ipotizzare un intervento più o meno diretto della casa tedesca nell’affaire Pogba risulterebbe inusuale, non foss’altro perché il vantaggio in termini economici e commerciali sarebbe tutto della Juventus, senza un ritorno nelle casse dello sponsor che andrebbe a contribuire.
Cui prodest, quindi, tutto questo? In primo luogo a Pogba: con 4 milioni all’anno per i prossimi 10 anni, il giocatore francese diventa uno degli uomini più pagati dalla multinazionale di Herzogenaurach, dietro l’irragiungibile Messi (8 milioni) e di poco dietro a quanto la Nike (che, in quanto main sponsor della nazionale francese, pure ha provato fino all’ultimo ad assicurarsi il volto di Paul) versa a Neymar (6 milioni). In secundis alla stessa Adidas che, come già successe con Zidane, è stata abile a muoversi per tempo nell’assicurarsi uno dei giocatori che segnerà il prossimo decennio. E l’imponente campagna social messa in atto per annunciare l’accordo, dimostra che il martellamento in tal senso sarà continuo.
In ultimo, ma non per importanza, anche la Juventus può sorridere. Poter annoverare (ma per quanto?) uno dei giocatori più famosi e commercialmente riconoscibili del mondo, potrà contribuire alla crescita e internazionalizzazione di un marchio già in crescita. E, non a caso, nel suo primissimo commercial con il nuovo sponsor tecnico (per pubblicizzare le ‘ACE16+ Purecontrol’, scarpe che stanno battendo ogni record di vendita), Pogba indossa la maglia bianconera:
Possibile, quindi, che Adidas non abbia interesse a tener legato ancora a lungo uno dei suoi principali uomini immagine ad uno dei club che sponsorizza direttamente?
Domanda che lascia il tempo che trova, soprattutto alla luce di due esempi significativi; Cristiano Ronaldo (che dalla Nike percepisce 7,5 milioni annui) è la stella del Real Madrid, club che, con Bayern Monaco e Manchester United, sta sull’ideale podio dei club vestiti dagli eredi di Adolf Dassler; viceversa Messi, ricoperto d’oro da questi ultimi, è il primo nome che viene in mente quando si pensa al Barcellona, che da Nike riceverà 85 milioni a stagione (100 con i bonus) fino al 2018.
Quindi la conclusione è semplice: per quanto allo sponsor tecnico non possa far piacere vedere un proprio uomo immagine con la maglia del principale competitor, le trattative di mercato che coinvolgono i grandi campioni prescindono da queste questioni e si concludono (o falliscono) per altri motivi. Soprattutto se il contesto è quello attuale, con una Juventus che decide in proprio sulle questioni legate al merchandising e con Adidas che si limita a fornire il materiale tecnico da vendere senza guadagnarci un euro di più.
Claudio Pellecchia.