La Juve torna dalla sfida contro lo Spezia con tre punti, quattro gol e 800 alberi. I primi sono frutto dei secondi e i terzi sono la splendida conseguenza dell’iniziativa, presentata oggi, che vedrà i bianconeri piantare, al fianco di One Tree Planted, 200 alberi per ogni rete segnata in questa stagione. Morata, Rabiot e Ronaldo, rientrato con una doppietta, regalano le piante al mondo e tre punti tanto importanti quanto meritati alla Signora, nel giorno del suo 123° compleanno.
SEMPRE MORATA!
L’approccio alla gara è subito corretto. La Juve manovra bene, spesso è Bonucci a dare il via all’azione, e la palla gira veloce. Morata colpisce subito l’esterno della rete, quindi Dybala, innescato da Mckennie, arriva in area, si accentra e calcia, mettendo a lato di poco. I ritmi non sono certo altissimi, ma questo agevola il palleggio della Juve e la qualità paga al quarto d’ora: Danilo, trova il filtrante per McKennie che di prima serve Morata. Il tocco dello spagnolo a porta vuota viene valutato dal VAR e questa volta, dopo cinque reti annullate tra campionato e Champions, i centimetri sono a suo favore. Il gol è buono. Ed è bellissimo.
PAREGGIA POBEGA
La Juve è rinvigorita dal vantaggio e Chiesa potrebbe subito raddoppiare, ma il suo destro dal limite è a fil di palo. Morata trova un altro gol partendo palla al piede da metà campo, ma questa volta la posizione di partenza viene giudicata irregolare. La Juve è in pieno controllo del match, il dominio è netto, ma basta un’azione a ristabilire l’equilibrio e quando Pobega arriva al tiro dal limite e trova la deviazione fortuita di Demiral, i padroni di casa trovano il pareggio.
MCKENNIE, STOP SULLA LINEA
Per quanto si è visto l’1-1 è ingeneroso nei confronti dei bianconeri, ma la squadra di Pirlo prova subito a fare giustizia. Morata è indemoniato, parte ancora in velocità, bruciando la metà campo dei padroni di casa, e serve McKennie davanti alla linea di porta, ma c’è il provvidenziale intervento di Chabot a negare alla Juve il nuovo vantaggio.
BENTORNATO CR7!
In avvio di ripresa lo Spezia è meno timido, anzi l’ingresso di Agudelo al posto di Verde crea qualche fastidio alla difesa bianconera. Pirlo allora cambia, inserendo Ronaldo per Dybala. E al portoghese bastano tre minuti. Giusto il tempo toccare due palloni e di ricevere il terzo in area da Morata, saltare Provedel e infilare comodamente in rete. Semplicemente CR7…
RABIOT ALLUNGA
Pirlo cambia ancora, con Ramsey e Rabiot al posto di McKennie e Bentancur, per avere forze fresche, gestire il vantaggio e cercare di colpire ancora. La soglia di attenzione non va abbassata, e lo dimostra Chabot, che costringe Buffon a un miracolo per respingere il suo colpo di testa; Agudelo ribadisce in rete, ma la posizione è ampiamente irregolare. La Juve comunque è in controllo e mette subito in cassaforte il risultato, con il lancio di Chiesa e la fuga di Rabiot che entra in area, dà l’impressione di voler servire Morata in mezzo e invece incrocia il destro, non il suo piede, infilando il 3-1 nell’angolino.
RONALDO CHIUDE I CONTI
La Juve ora ha spazi da sfruttare e Chiesa può colpire con la sua velocità. Alla mezz’ora lo fa alla perfezione, prendendo un pallone a metà campo e involandosi in area. L’intervento di Bartolomei è falloso e Ronaldo può firmare la doppietta, il suo quinto gol in campionato con un delizioso cucchiaio dal dischetto, e sigillare i tre punti. Meritato e doveroso regalo per il compleanno della Signora.
SPEZIA-JUVENTUS 1-4
RETI: Morata 15′ pt, Pobega, 32′ pt, Ronaldo 14′ st, Rabiot 22′ st, Ronaldo rig. 31 st
SPEZIA
Provedel; Ferrer, Terzi (44′ st Ismajli), Chabot (28′ stDell’Orco),
Bastoni; Bartolomei, Ricci, Pobega (28′ st Estevez); Verde (1′ st
Agudelo) Nzola, Farias (28′ st Gyasi)
A disposizione: Krapikas, Rafael, Deiola, Agoume, Vignali, Mora, Piccoli
Allenatore: Italiano
JUVENTUS
Buffon; Danilo, Bonucci (33′ st Frabotta), Demiral; Cuadrado, Bentancur (27′ st Ramsey), Arthur, McKennie (27′ st Rabiot), Chiesa; Dybala (11′ st Ronaldo), Morata (33′ st Kulusevski)
A disposizione: Szczesny, Pinsoglio, Bernardeschi, Portanova
Allenatore: Pirlo
ARBITRO: Abisso
ASSISTENTI: Carbone, Cipressa
QUARTO UFFICIALE: Abbattista
VAR: Doveri, Preti
AMMONITI: 5′ st Chabot, 23′ st Rabiot, 30′ st Bartolomei, 42′ st Estevez
La Spezia – Juventus 1-4: il Re è tornato sul trono!
La Spezia – Juventus 1-4 fa emergere ancora una volta l’importanza di Cristiano Ronaldo. E’ vero, ragionamento ovvio, ma la sua sola presenza pare aver scosso una squadra che fino a prima del suo ingresso è stata sì perspicace, ma poco convinta. Due volte a tu per tu con il portiere ligure prima con Dybala e poi con Chiesa e svariate occasioni. Create e concesse. Tutto questo in quei primi 55 minuti che sono sembrati un passo indietro rispetto all’Hellas Verona.
L’unica differenza tra quelle due palle-gol e quella dell’1-2 di Cristiano è stata proprio la freddezza di quest’ultimo. Ottima l’intesa anche con Morata. I due si sono cercati, trovati e hanno capitalizzato al meglio quelle verticalizzazioni tanto bramate nel calcio di Pirlo.
Cio’ che pero’ non deve distrarre è il risultato finale di La Spezia – Juventus. Ok l’1-4 ma di errori se ne sono visti tanti, forse troppi. Tante disattenzioni e poco filtro in mezzo al campo nel “4-3-3 mascherato” di oggi della compagine bianconera. Soliti problemi di compattezza e di linee (quella mediana e quella difensiva) troppo lontane tra loro. La parola d’ordine sulla quale lavorare resta dunque la stessa: equilibrio.
Un equilibrio che passerà molto dai rientri di de Ligt e Chiellini ma anche dall’atteggiamento di questa giovane squadra. Una continua evoluzione che forse nella mente del mister è già più avanguardista rispetto a quella che si dovrebbe vedere in questa specifica parte della stagione. Ma con il re sul trono è tutto più facile, alla faccia del Covid e dei cattivi spettri che aleggiavano oggi pomeriggio in stile “Halloween”.
Lavagna tattica: Spezia-Juventus, luci e ombre
Nel giorno del suo 123esimo compleanno, la Juventus cambia ancora pelle e si regala la prima vittoria contro Lo Spezia in oltre un secolo di incontri (di cui l’ultimo in Serie B). Dopo una serie di prestazioni eufemisticamente poco brillanti, Pirlo cambia ancora uomini, ma non rinuncia ad oscillare tra un 325 e un 442 a seconda del possesso.
McKennie ago della bilancia
Se con il Barcellona le posizioni di Dybala e Kulusevski erano molto, troppo simili, contro lo Spezia Pirlo sceglie il dinamismo di McKennie per ovviare a questo problema. E difatti è l’americano il vero e proprio fulcro della manovra bianconera. Schierato nominalmente con il ruolo che fu dello svedese in Champions League, l’americano in realtà ha offerto una prestazione molto più marcata nel sapersi rendere complementare a Dybala. Se l’argentino scendeva ad aiutare la circolazione, lui saliva per tenere basso Pobega; se Dybala rimaneva alto a ridosso della linea difensiva avversaria, lui si accomodava in prossimità di Cuadrado
Occupazione dinamica dei mezzi spazi
Tutta la manovra offensiva della Juventus ha beneficiato di maggiore fluidità rispetto alle ultime uscite. In particolare, aiutata anche da uno Spezia abbastanza rinunciatario senza il pallone, ha alzato consistentemente il baricentro per schiacciare gli avversari nella propria meta campo. Senza collassare da un lato, la Juventus ha saputo manovrare abbastanza bene la struttura avversaria, variando bene le soluzioni.
Inizialmente, Bonucci e i due mediano hanno cercato con insistenza i cambi campo (soprattutto verso Cuadrado a dire il vero). In un secondo momento invece, e con gli avversari più corti, la squadra ha cambiato lato palleggiando a terra, invadendo i mezzi spazi con più giocatori e cercando giocate alle spalle delle linee avversarie. A destra, sia McKennie che Dybala hanno spesso impensierito Chabot e Bastoni, autori di una prestazione disarmonica e confusa.
In occasione del gol che apre l’incontro, invece, sarà l’occupazione dell’half space sinistro a risultare decisiva. Con l’asimmetria che contraddistingue questo inizio di stagione, è Danilo a salire indisturbato: Bartolomei è occupato, Terzi non esce.
Va sottolineato in questo senso il magnifico lavoro di Morata spalle alla porta. Lo spagnolo ha ripulito un gran numero di palloni, e soprattutto è stato autore di una grande prova in distribuzione. Nell’occasione di Chiesa nel primo tempo, è lui a raccogliere il suggerimento di McKennie chiamando fuori posizione Terzi, e aprendo quello spazio per la corsa dell’ex Viola.
Senza palla son dolori
Se con il pallone tra i piedi non si possono non registrare miglioramenti sostanziali nella proposta di gioco (al netto del livello dell’avversario), senza palla la Juventus sembra quasi esser regredita. La squadra insiste nel rimanere lunga, occupando 50 metri di campo senza cercare attivamente il recupero del pallone. Un binomio del genere non è assolutamente sostenibile, in Serie A o tantomeno in Europa; per gli avversari è sin troppo facile aggirare gli uomini bianconeri e superarne le linee.
D’altra parte, la facilità con cui Lo Spezia ha aggirato le prime due linee bianconere ha generato dapprima una grossa occasione, e infine il gol del momentaneo pareggio.
In questo senso non si può non menzionare il passo indietro nell’applicazione dei concetti di riaggressione, tanto cari a Pirlo. La Juventus ha provato a recuperare il pallone solamente quando era Lo Spezia a portarlo in prossimità dei giocatori bianconeri, non c’era alcuna proattività nel recupero palla. Non è chiaro se questo sia frutto di contingenze (sempre più frequenti e marcate) o di un compromesso che porta i giocatori ad occupare – male – le linee di passaggio.
Questo genera una serie di problemi a cascata, tra cui il più notevole è la costanza con cui gli avversari (qualsiasi avversario) sono in grado di puntare la nostra linea portando palla fronte alla porta. A tal proposito, Pirlo e Bonucci devono sedersi e risolvere questo annoso dilemma: o si sta alti (tutti) o si scappa (tutti), ma questa gestione approssimativa delle transizioni è inammissibile in Serie A.
Squadre lunghe
Complice un inizio di ripresa quantomeno turbolento, l’ambizione dello Spezia è cresciuta, sino a portare la squadra stabilmente nella metà campo della Juventus. Questo ha generato immancabilmente ancora più spazi da attaccare per la Juventus. In questo senso, i cambi hanno certamente dato una grossa mano a portare a casa la vittoria: al di là di Ronaldo, autore di una doppietta, gli ingressi di Rabiot e di Kulusevski hanno aiutato la squadra a coprire meglio quegli spazi supplementari.
Va anche fatta menzione del lavoro molto più preciso di Chiesa sulla sinistra: rispetto al primo tempo, senza Dybala che fagocitava (va detto, confusionariamente) buona parte della manovra della Juve il centrocampo è stato più “libero” di esplorare soluzioni da quel lato. Con squadra così lunghe, due volte Rabiot e Chiesa hanno combinato ad elastico: un gol e un rigore procurato.
Se possibile, questa partita è stata epitomatica di cosa è la Juventus in questo momento. Una squadra con tantissima volontà di potenza, con un elevato spirito offensivo, grandi pecche di scelte tecniche (tattica individuale) e grandi scompensi senza palla (tattica collettiva). La Juventus è una squadra fondamentalmente ancora incompiuta, ma non possiamo che rallegrarci di almeno tre fattori oggi: 1) il fatto che Pirlo abbia saputo risolvere alla svelta il dilemma del mezzo spazio destro; 2) la sua lettura della partita, chiaramente migliorata ed esemplificata dall’efficacia dei cambi; 3) il non aver fatto passi indietro circa i principi di gioco, cercando soluzioni endogene.
Tempo serve, e tempo va concesso. Sperando che nel frattempo i risultati tengano su la squadra e la convincano della bontà delle idee dell’allenatore.