«Possiamo ambire alla Champions»

Leo ai microfoni di Sky: «Ora piedi per terra e “testa nel carroarmato”. Tutti e tre gli obiettivi sono raggiungibili»
 

Protagonista di una Juve che non ha concesso sostanzialmente nulla al Barcellona, miglior difesa della Champions League con due reti subite in dieci partite, ed ora pronta ad affrontare la semifinale di Champions League: Leonardo Bonucci ha parlato oggi ai microfoni di Sky Sport, commentando il passaggio del turno ottenuto contro il Barcellona, e la voglia della squadra di arrivare fino in fondo in tutte le competizioni.

«Credo che sia un segnale di presenza, di forza, sia per le squadre che parteciperanno al sorteggio domani, sia per noi stessi» – ha spiegato il nostro numero 19 – «Come ha detto Gigi, questo passaggio del turno infonde in noi ancora più autostima, più fiducia, più consapevolezza nei nostri mezzi. Fare un’impresa come quella dei 180 minuti contro il Barcellona, senza mai realmente soffrire contro una tra le due o tre squadre migliori al mondo, fa si che oggi questa squadra possa ambire al traguardo più importante, che è quello della Champions League».

Juve tra le quattro migliori d’Europa.

«Questo è un momento particolare, sei al limite: basta sbagliare l’approccio ad una partita e hai compromesso tutto quanto di buono fatto finora. In Champions sono rimaste le quattro squadre che hanno dimostrato sul campo di essere le migliori d’Europa, ora da parte nostra ci deve essere la voglia di arrivare fino in fondo. Il passaggio del turno contro il Barcellona deve essere un punto di partenza: sicuramente, oltre alla nostra consapevolezza, abbiamo acquisito un grande rispetto da parte dei nostri avversari».

Dove è maturata l’impresa: allo Stadium o al Camp Nou?

«Credo che l’impresa sia stata sui 180 minuti: abbiamo fatto una grande fase offensiva nei primi 45 minuti della prima partita, e quello ha fatto la differenza, poi siamo arrivati a Barcellona consapevoli di poter fare la partita che poi abbiamo fatto, concedendo poco e creando qualche occasione sulle ripartenze. Siamo stati poco lucidi nell’ultimo passaggio, nella decisione finale, ma credo che ieri sera sia stata fatta, da parte della Juventus, una grandissima partita».

Questa è una Juve che può vincere la Champions League?

«Ad oggi si: ci sono chances importanti per poter arrivare a Cardiff ed alzare questa coppa, però ora è tutto un gioco mentale, bisogna rimanere coi piedi per terra senza farci trascinare dall’esaltazione ma rimanere compatti e, come ci siamo detti ieri sera nello spogliatoio, restare con la testa “nel carroarmato” e andare avanti».

In tuo video, prima dei sorteggi dei Quarti, avevi detto: «Se becchiamo il Barcellona, lo facciamo fuori». Sei stato profetico…

«Si, ero nella sala dove si montano i video e le schede tecniche degli avversari insieme ai ragazzi mentre la squadra era dall’altra parte. Ho registrato questo video consapevole di quello che stavo dicendo, perché secondo me il Barcellona, in questo momento, non è più quello degli anni passati, mentre noi abbiamo acquistato grande consapevolezza e grande fiducia in noi stessi e nei compagni, spirito di sacrificio e grande voglia di arrivare. Adesso si è tramutato in realtà quello che avevo detto… Ho già fatto una nuova profezia per le semifinali, ma per ora la tengo segreta, come avevo fatto per il Barcellona».

Qualche parola per descrivere i tre attaccanti simbolo delle squadre rimaste in corsa: Cristiano Ronaldo, Mbappé e Griezmann.

«Cristiano Ronaldo non lo scopriamo adesso, da anni si gioca il Pallone d’oro con Messi e dimostra di essere uno dei due migliori giocatori al mondo. Mbappé è la grande sorpresa, fa tanti gol importanti in un Monaco che gioca bene e che non ha paura di giocarsi la partita: nei prossimi anni diventerà sicuramente uno dei migliori attaccanti al mondo. Griezmann è un altro talento, cresciuto molto negli ultimi anni con Simeone, con grande consapevolezza nei propri mezzi: ad oggi è uno di quei pochi giocatori che in una squadra europea fa davvero la differenza».

E’ la miglior difesa d’Europa il segreto della Juve?

«Parlerei più di “fase difensiva” che di difesa, perché il lavoro che fanno i due attaccanti e che fanno i due esterni permette a noi difensori di essere molto facilitati nel leggere le situazioni, nell’essere coperti quando magari andiamo in pressione e nel leggere le giocate sporche che arrivano dai centrocampisti e dai difensori avversari. Ad oggi, è aumentata la consapevolezza in noi stessi: sappiamo che per fare grandi risultati serve una grande fase difensiva alternata ad una fase offensiva con grande cinismo e lucidità da parte degli attaccanti. Soprattutto nei calci piazzati, quest’anno abbiamo fatto la differenza: credo che questo sia uno dei segreti che ha questa Juventus per ambire al Triplete».

Dunque, un Triplete possibile?

«Siamo in corsa in tutti e tre gli obiettivi, sono raggiungibili, quindi adesso è tutta una questione di testa. Dobbiamo mantenere la concentrazione per un mese e mezzo per poter arrivare in fondo: questa squadra nel corso degli anni ha dimostrato di essere compatta, di sapere quello che vuole per arrivare alla vittoria».

Ieri, la maglietta scambiata con Leo Messi.

«Ci tenevo a portare la maglietta di Messi nella mia collezione privata: è un cimelio che sicuramente farà piacere a mio figlio Lorenzo, che è un amante del calcio. Mi ha fatto sorridere stamattina, quando ho visto il video con Chiellini, vedere che il tutto è stato interpretato come una “ripresa” da parte sua, ma non è stato assolutamente così. Se vediamo la partita, più di una volta ci siamo toccati, abbracciati, incitati, “schiaffeggiati” per tenere alta la pressione, in una partita in cui serviva mantenerla tale per 95 minuti. In quel caso mi ha semplicemente dato un “cazzotto” per caricarmi, perché avevamo preso una punizione a favore al 90′ ed entrambi viviamo di adrenalina».