Quando la Signora va in Francia

Juve e Olympique si sono affrontate una volta sola nel passato: è accaduto nel 2014

Risale all’Europa League di due anni e mezzo fa l’unico precedente fra la Juve e l’Olympique Lione. Si giocavano i quarti di finale della competizione, la Juve arrivava dalla vittoria a Torino nella gara di andata, terminata 2-1 con reti di Pirlo e autogol della squadra francese. Un match complicato, quindi, e in bilico, risolto da una rete di Bonucci a cinque minuti dal 90’.

Ma la storia delle partite della Juventus in Francia e contro squadre francesi – restando alle competizioni UEFA – è ben più lunga. Per la precisione (fra casa e trasferta) sono 24 i match (14 vinti) che hanno opposto nella storia la Juventus a squadre transalpine, partendo dal 1972: quell’anno la Juventus vinse per 3-0 a Torino nel primo turno di Coppa dei Campioni contro l’Olympique Marsiglia (doppietta di bettega e Haller), rendendo superflua per il passaggio del turno la sconfitta per 1-0 in Francia.

Passano ben 11 anni, prima che la Juve ritrovi sul suo cammino europeo una francese: a Parigi, contro il PSG, si pareggia 2-2 (Boniek-Cabrini), punteggio che abbinato allo 0-0 di Torino vale il passaggio al terzo turno di Coppa delle Coppe.

1985, di nuovo Coppa Campioni: in semifinale la Juve perde 2-0 a Bordeaux, ma arrivava dal magnifico 3-0 a Torino (Boniek, Briaschi, Platini).

Ci sono altri tre incroci con il Paris Saint-Germain, nel passato della Juve contro le Francesi: parliamo del 1989, secondo turno di Coppa Uefa e vittoria a Parigi per 1-0 (Barros), e poi il 2-1 di Torino al ritorno (Galia, De Agostini); parliamo del 1993 (2-1 a Torino e 1-0 per la Juve a Parigi, con Baggio mattatore e autore di tre reti, fra andata e ritorno).

Parliamo infine del 1997, con la doppia sfida in Supercoppa, terminata 6-1 in Francia e 3-1 a Palermo, dove si è giocato il ritorno.

Due le volte in cui una francese è stata avversaria della Juventus in semifinale di Champions League: parliamo dell’edizione 1996, quando prima della finale di Roma i bianconeri persero di misura 3-2 a Nantes, ma passarono il turno grazie al 2-0 dell’andata (firme di Vialli e Jugovic) e di quella del 1998. Questa volta l’avversario fu il Monaco, nel Pricipato il punteggio fu identico, 3-2 per i francesi, ma questa volta si arrivava addirittura da un 4-1 per la Juventus nella gara di andata, grazie a una tripletta di Del Piero e gol di Zidane. Ancora Del Piero e Amoruso i marcatori a Montecarlo.

Venendo a tempi più recenti, è proprio il Monaco l’ultima avversaria francese contro la quale ha giocato la Juventus: anno 2015, finisce 0-0 il match di ritorno in trasferta al “Louis II”, dopo unavittoria allo Juventus Stadium per 1-0, rete di Vidal. Un accoppiamento che ai bianconeri valel’accesso alle semifinali contro il Real Madrid.

I prossimi avversari: il Lione di Genesio

di Raffaello Scolamacchia


La presentazione dei prossimi avversari di Champions: il Lione. Come gioca, quali sono i principali punti di forza, dove la Juve può far male.


L’Olympique Lyonnais ha battuto per due gol a zero il Saint‐Étienne, domenica 2 ottobre, in quello che rappresenta uno dei derby più sentiti della Ligue 1, che è stato anche il primo ad essere giocato nel suo nuovo stadio, il Parc Olympique Lyonnais. Entrambe le squadre si sono presentate all’appuntamento con delle formazioni rimaneggiate. L’OL in particolare, ha dovuto rinunciare a Gonalons e a Yanga‐Mbiwa, squalificati, e a Lacazette, Cornet, Rafael e Jallet, infortunati. L’assenza della coppia di attacco titolare preoccupava non poco l’allenatore Bruno Genesio, sulla panchina della squadra lionese dal dicembre del 2015.Lacazette è il giocatore‐simbolo di questa squadra, recordman di gol nella storia dell’OL con 27 gol nella stagione 2014‐15, prodotto del vivaio e punta centrale (a dispetto del 10 sulle spalle) precisa e mobile, con una notevole tecnica e una discreta propensione agli assist. Il suo compagno d’attacco Cornet, 20 anni da poco compiuti, gioca alla sua sinistra, nel tridente ideale del 4‐3‐3 di Genesio, che vede Fekir alla destra di Lacazette. Al debutto stagionale in Champions, in casa contro la Dinamo Zagabria, l’Olympique, in assenza di Lacazette, si è schierato con un 4‐4‐1‐1, con Cornet punta centrale e Tolisso che gli si muoveva alle spalle. L’infortunio rimediato da Cornet durante la gara contro il Siviglia ha costretto Genesio a cambiare le carte, inducendolo a schierare il Lione con un 3‐5‐2 d’emergenza e un attacco formato da Mathieu Valbuena e Nabil Fekir. Il primo ha fatto parlare di sé più per l’affaire del sex‐tape (che è costato a Benzema la convocazione all’Europeo giocato in casa) che per gli exploit sportivi. Attaccante laterale “tascabile”, il nazionale transalpino si è un po’ perso ultimamente, confermando lo scarso stato di forma anche nel derby con il Saint‐Étienne.

Fekir è, invece, un attaccante “moderno”, mancino abile anche con il destro, prodotto anch’egli del vivaio lionese, 23enne nel giro dell’Équipe de France, che alla causa della nazionale ha sacrificato un legamento crociato. L’infortunio lo ha tenuto lontano dai campi di gioco per 7 mesi e gli è anche costato la chiamata per la spedizione francese agli ultimi campionati europei. Ma ha iniziato questa stagione da titolare, e la partita contro il Saint-Étienne non ha potuto che confermarne l’inamovibilità. Dal suo piede destro è nato il magnifico cross che ha permesso a Sergi Darder di insaccare di testa sul secondo palo il gol dell’uno a zero. Ed è lui che ha tenuto in apprensione per tutta la partita il portiere avversario, l’ottimo Ruffier.

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L’emergenza ha colpito anche i reparti di difesa e centrocampo, e lo schieramento di un 3‐5‐ 2 con un trio di  centrocampisti di contenimento, non ha aiutato l’OL a stanare un Saint-Étienne granitico e ordinato. In difesa, l’argentino Mammana ha preso il posto dello squalificato Yanga‐Mbiwa, alla destra del centrale Nkoulou e opposto a Morel, che agiva sul centro‐sinistra. A centrocampo, il giovane Toussart ha agito da centrale davanti alla difesa,
con Ferri a sinistra e lo spagnolo Darder a destra. Quest’ultimo è un eccellente incursore, e il gol del primo vantaggio lionese ne è la dimostrazione. Sulle ali, a destra Tolisso, ottimo elemento del vivaio, centrocampista duttile e tecnico che gioca anche esterno destro nella difesa a 4, capitano per l’occasione, a soli 22 anni, per l’assenza dello squalificato Gonalons.

Dalla parte opposta, Rybus, nazionale polacco che ha buona corsa e ottima predisposizione al cross, ma che non eccelle nella fase difensiva. In definitiva, il Lione si è schierato con un modulo abbastanza inedito e con la dichiarata intenzione di contenere le ripartenze del Saint‐Étienne, grazie ad un centrocampo di incontristi. Tra questi, il solo Ferri ha le qualità tecniche per rilanciare l’azione e per cercare di variare uno spartito nel quale solo gli esterni alti riuscivano a creare rischi alla difesa avversaria. Alle difficoltà della prima frazione di gioco si è aggiunta la scarsa vena di Valbuena a fare gioco, con Fekir che si spostava sulla destra per cercare il dialogo con Tolisso. Il primo gol nasce proprio da uno di questi scambi in velocità, mentre per il secondo bisognerà attendere il minuto 64 e la sostituzione di Valbuena con Ghezzal. Da qui in avanti, il gioco dell’OL risulterà più fluido ed efficace, restituendo alla fase d’attacco la qualità e la rapidità d’esecuzione che sono proprie alla squadra di Genesio. Ghezzal condirà la sua ottima prestazione con un sinistro chirurgico da fuori area, che si stamperà sulla parte interna del palo, prima di depositarsi nella rete difesa da Ruffier.


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Venerdi 14 ottobre l’OL, quinto in campionato, ha reso visita al Nizza di Balotelli (al quale è stata annullata la squalifica), primo a sette punti di distanza. La squadra di Genesio non ha confermato il suo momento positivo, nonostante la disponibilità di Lacazette, in campo solo gli ultimi venti minuti. La formazione iniziale era senza Lacazette, con una difesa a tre (Mammana, Morel, Mbiwa) e Tolisso in appoggio all’unica punta Fekir; con questo schieramento l’OL ha dimostrato limiti evidenti nella costruzione di gioco, venendo di fatto dominato dal Nizza. Inoltre Fekir ha commesso una stupidaggine e si è fatto espellere, togliendo ogni possibilità di interpretazione tattica alla partita.  Con la squadra in 10, Genesio è passato alla difesa a 4 (togliendo un incerto Mammana), ma ha perso totalmente il centrocampo e, nonostante l’ingresso di Lacazette la squadra non ha combinato quasi nulla. Dopo soli quattro giorni, martedi 18, sarà il momento di affrontare la Juventus al Parc Olympique, per una sfida che sembra già un ultimo appello. Una possibilità è che Genesio possa schierare la sua squadra con un 3‐5‐2 “a specchio”, ma con il ritorno di Lacazette e quello probabile di Cornet, questa ipotesi ci sembra abbastanza remota. Propendiamo piuttosto per un 4‐3‐3, con Tolisso esterno basso a destra che si aggiunge al terzetto di difesa, con il compito di mettere in difficoltà Evra con le sue avanzate. In mezzo ipotizziamo lo stesso terzetto di centrocampo schierato contro il Saint‐Étienne: Ferri, Toussart e Darder potrebbero occuparsi, rispettivamente, di Khedira, Dybala e Pjanic. Davanti, Lacazette centrale, con Cornet largo a sinistra e Fekir dalla parte opposta.
È un reparto di attacco da prendere con le pinze, formato da tre attaccanti abili e veloci, abituati a giocare insieme.

Il punto debole della squadra francese è la difesa, che vede in Nkoulou un elemento esperto ma non troppo veloce, e in Morel un difensore piuttosto ruvido, solito a interventi a rischio. Il centrocampo manca di fosforo, perché è formato da incontristi che hanno più fiato che spunti di gioco. Un elemento da temere è sicuramente Darder, per via della progressione e dell’ottima tecnica (vedere per credere il gol del 2 a 0 in OL‐PSG del febbraio scorso, che riproponiamo qui sotto).


La partita di martedì dovrà essere preparata con attenzione, ma siamo sicuri che Allegri non sottovaluterà quest’OL. Un risultato positivo in casa dei francesi aiuterebbe la Juve a crescere nella convinzione dei propri mezzi, a definire gli equilibri nel girone e a dare un segnale forte alle altre pretedenti alla coppa.


Si ringrazia per la collaborazione Félix Deblonde

#OppositionWatch: il Lione

Domani la trasferta di Champions al Parc OL: conosciamo meglio i nostri avversari

Vigilia di Champions per i bianconeri, attesi domani dalla trasferta a Lione, in casa dell’OL.

I PRECEDENTI CON LA SIGNORA

Sono soltanto due i precedenti storici della Juventus con l’OL: entrambi risalenti ad Aprile 2014, in occasione della doppia sfida valida per i Quarti di finale di Europa League. All’andata in Francia, vittoria per 1-0 con rete di Bonucci all’85’; al ritorno allo Stadium 2-1 col gol di Pirlo dopo 4 minuti e l’autorete di Umtiti 68′, dopo il provvisorio pareggio di Briand.

COME ARRIVA IL LIONE ALLA SFIDA

Il Lione si presenta all’appuntamento con la Signora reduce, per quanto riguarda la Champions, dallavittoria casalinga per 3-0 con la Dinamo Zagabria (reti di Tolisso, Ferri e Cornet) e dalla successiva sconfitta esterna per 1-0 maturata a Siviglia. Per quanto riguarda il campionato, la squadra guidata da Bruno Genesio, è attualmente ottava in classifica in Ligue 1 con 13 punti, frutto di quattro vittorie (Nancy, Caen, Montpellier e St-Etienne) e altrettante sconfitte (Digione, Bordeaux, Lorient e Nizza), oltre a un pareggio contro il Marsiglia. In campionato, sono 15 finora le reti segnate dai transalpini, a fronte delle 11 subite.

IL CAMMINO IN CASA

Il ruolino di marcia del Lione è positivo soprattutto in casa, nel nuovo Parc OL (inaugurato a gennaio 2016 in vista degli Europei) dove l’unica sconfitta, tra tutte le competizioni, è arrivata il 10 settembre scorso in campionato contro il Bordeaux. Complessivamente, nelle 15 gare giocate nel nuovo impianto, la squadra ha sempre segnato almeno un gol, vincendo 12 partite.

FOCUS ON

E’ Alexandre Lacazette, con sei reti messe a segno nelle prime tre giornate di campionato (tripletta al Nancy e reti contro Caen e Digione), il miglior marcatore dell’OL: l’attaccante classe ’91, dopo essere stato fuori circa un mese per infortunio, è tornato in campo venerdì scorso nella sconfitta per 2-0 maturata contro il Nizza.

A Lione si ritroveranno alcuni ex compagni di squadra: Pjanic ha condiviso con Yanga-Mbiwa la maglia della Roma nella stagione 2014/2015; Lemina ha giocato con N’Koulou e Morel nel Marsiglia dal 2013 al 2015; Benatia ha militato nel Lorient con Jallet nella stagione 2007/2008 mentre Evra e Rafael hanno condiviso l’esperienza nel Manchester United dal 2008 al 2014.

Il tecnico Bruno Genesio, classe ’66, ex centrocampista (dieci stagioni complessive con la maglia dell’OL), è alla stagione di esordio in competizioni UEFA, dopo essere stato promosso sulla panchina del club lo scorso 24 dicembre 2015. Nel 2016, dopo la sosta invernale, ha portato il Lione dal nono al secondo posto in classifica, centrando la matematica qualificazione alla fase a gironi di Champions League alla penultima giornata, grazie a un netto 6-1 rifilato ai concorrenti diretti del Monaco.

COME GIOCA IL LIONE

Dovrebbe essere, con ogni probabilità, il 3-5-2 il modulo scelto dal tecnico Genesio anche in occasione del match contro la Juventus: davanti al portiere Lopes, potrebbe essere schierato il terzetto difensivo composto da Rafael, Yanga-Mbiwa e N’Koulou (in alternativa: Mammana in posizione centrale con Yanga-Mbiwa come centrale destro). Nella linea mediana del campo, gli esterni larghi dovrebbero essere Gaspar e Rybus; con Gonalons in regia affiancato da Ferri e Tolisso come mezzali. In attacco, la coppia attesa in campo è quella composta dai rientranti Fekir e Lacazette.