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RADIOMERCATO 30/5/18: arrivano il contratto del Capitano e le volontà di Higuain

 

 

Oggi e domani: sono i giorni di Giorgio Chiellini. Rientrato a Torino da Disneyland, immediato l’appuntamento con la società per il nuovo contratto del capitano. Biennale, con ipotesi triennale o bonus comunque sul terzo anno come da invito dello stesso entourage del giocatore, quasi a prescindere dalla cifra. Talmente tutto scontato che si è arrivati a un mese soltanto dalla scadenza naturale del contratto di uno dei difensori più temuti e stimati fuori dallo Stivale nazionale.

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Agli opposti: nessuna conferma sull’interesse della Juventus per Milan Badelj, svincolatosi de facto dalla Fiorentina. Il profilo del centrocampista croato sembra in questo momento totalmente marginale alle idee in testa a Marotta, Paratici e Allegri. Di contro c’è Matteo Darmian che aspetta solamente la chiamata per conoscere il giorno delle visite mediche ufficiali (affare da 13 milioni di euro circa con il Manchester United): corsa a due per chi vincerà la palma della prima ufficialità bianconera con l’ormai ex Liverpool Emré Giàn.

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Lui e l’altro: sul fronte Higuain e, secondo quella che ormai è diventata una vera e propria vulgata giornalistica, anche sul caso Icardi. Le novità che circolano in queste ore riguardano direttamente il Pipita e solo indirettamente su Maurito. Non soltanto la prima offerta ufficiale, come una lettera d’intenti, da parte del Chelsea alla Juventus (un fax da 45 milioni di euro respinto al mittente) in attesa di riaggiornarsi a quota 65. Ma soprattutto, da quel che si dice, la ferrea volontà di Higuain di aspettare in tutto e per tutto il prendere forma del Chelsea di Sarri, altro che Inter. Quindi sul lato Inter costruiamola ancora su un intero cash, perché la Juve non è ingenua. Ipotesi: 125 e non se ne parla più.

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La strana coppia: Khedira a braccetto con Mandzukic. Ovvero, Marotta attende il loro segnale. Il tedesco decide praticamente da solo (vale 20 milioncini di plusvalenza, nel caso), il quasi eroe del Bernabeu decide interloquendo. Insomma, Mandzukic ha detto due mesi fa di voler andare in Premier (offerta idonea anche per la Juve), poi gli è stato chiesto di rifletterci ancora. Lui magari ci riflette, ma solo a fronte di una prospettiva da titolare e protagonista che Allegri non pare poter garantire. Vero l’Arsenal per Sami, vero lo United per Mario. Vero che, e qui Marotta striscia le mani, non c’è qui nessuna fretta…

Luca Momblano.

Il nuovo volto del centrocampo: Emre Can


Ormai da tempo la Juventus ha messo le mani su Emre Can, liberatosi a zero dal Liverpool e primo investimento per il centrocampo bianconero. Prenderà 5 milioni all’anno più bonus. Scopriamolo insieme.


Emre Can nasce in Germania, a Francoforte sul Meno per la precisione, il 12 Gennaio del 1994, ma le sue origine sono turche e per tale provenienza occorre precisare quale sia la pronuncia corretta: mentre “Emre” lo si può leggere come verrebbe naturale, “Can” andrebbe pronunciato come con la “i” in mezzo come la pagina di tranfermarkt suggerisce. Inizia la sua carriera calcistica all’età di 6 anni nell’SV Blau-Gelb Frankfurt, squadra locale, dopodiché a 12 si trasferisce all’Eintracht Frankfurt, principale polisportiva della città la cui sezione più conosciuta e importante è quella calcistica. Dopo tre anni il Bayern Monaco si interessa al ragazzo e decide di acquistarlo e presso la squadra bavarese il numero 23 passa tutta la trafila delle giovanili per poi debuttare a 18 anni in prima squadra in finale di Supercoppa contro il Borussia Dortmund. Piccola nota a margine: in questo match Heynckes lo schiera come terzino sinistro a dimostrazione già della sua grande versatilità, argomento sul quale torneremo dopo. Nella parte finale della stagione 2012-2013 esordisce anche in Bundesliga accumulando 4 presenze. Nel corso dell’estate il Bayern cede Emre Can al Bayer Leverkusen riservandosi però un diritto di controriscatto. Con la nuova maglia il centrocampista tedesco gioca titolare per tutta la stagione collezionando 39 presenze e 4 gol e nell’estate 2014 il Liverpool, sborsando 15 milioni di euro, si assicura le sue prestazioni e così facendo il Bayern Monaco rinuncia alla sua opzione di riacquisto. Con i Reds le presenze sono 166, i gol 14 e 12 gli assist. Per quanto concerne il percorso con la Nazionale Emre Can trova spazio nell’under 15 tedesca, prosegue nell’under 17 (con la quale conquista un terzo posto nel campionato mondiale under 17 di Messico 2011), under 19, under 21 per poi trovare l’esordio con la nazionale maggiore nel 2015. Ha fatto parte della spedizione tedesca di Euro 2016.


La grande versatilità

Prima di andare ad analizzare con maggior precisione quelle che sono le caratteristiche fisiche e tecniche di Emre Can, è opportuno ripercorrere la sua storia per poterne osservare la grande versatilità. Se nel suo esordio in maglia bavarese viene schierato come terzino sinistro, Sami Hyypiä, tecnico del Bayer Leverkusen all’epoca, sfrutta Can principalmente come centrocampista nel doble pivote del 4-2-3-1. Non sono mancate però le circostanze in cui ha ricoperto il ruolo di terzino e in un’occasione anche quello di difensore centrale. Anche Rodgers, coach dei Reds nella stagione del suo approdo in Inghilterra, lo alterna tra centrocampo e difesa, ma questa volta in una cerniera difensiva a 3 come terzo centrale di destra. È solo con Klopp che Emre Can, dopo una prima fase ancora con ruoli difensivi, trova la sua consacrazione a centrocampo sia da mezz’ala sia davanti alla difesa risultando cruciale sia per il pressing adottato che per la sua dominanza fisica a centrocampo.


Note sul fisico

In primis è opportuno evidenziare la sua struttura fisica dalla quale passa gran parte del suo stile di gioco. La sua statura è medio-elevata, 184 cm, ed è distribuita per 82 kg denotando un giocatore “pesante” il cui impatto fisico in ogni situazione di gioco è di assoluta rilevanza. Possiede delle gambe molto esplosive che lo rendono efficace in progressione sul lungo mentre soffre negli spazi stretti dove paga dazio nei confronti di giocatori più rapidi. Ha una notevole resistenza aerobica che lo rende un giocatore in grado di giocare ad alti ritmi per 90 minuti.


Senza palla

L’impatto del suo fisico è senza dubbio significativo senza palla, in fase di non possesso. Il primo aspetto che risalta nel momento in cui si guarda una sua partita è l’eccezionale efficacia nei contrasti. Il suo apporto difensivo da questo punto di vista è determinante ed è particolarmente da apprezzare la sua capacità di intervenire in tackle scivolato con il quale riesce letteralmente a sradicare il pallone con grande pulizia e timing di intervento.

Da apprezzare  il tackle pulito che arriva da dietro nel momento in cui sembrava aver perso l’avversario

 

Riesce ad utilizzare molto bene il suo fisico sia in contrasti dinamici, in corsa, sia nello scontro con l’avversario in una situazione statica (per esempio nel corso di una fase di difesa posizionale). Difficilmente un avversario si gira palla al piede se viene tenuto da Emre Can. Tali sue caratteristiche ovviamente sono state ulteriormente esaltate dall’impianto tattico di Klopp votato al gegenpressing e quindi a un atteggiamento molto aggressivo sull’uomo. È senza dubbio il migliore recuperatore di palloni della sua squadra e uno dei migliori dell’intero campionato. Grazie alla sua statura, risulta un giocatore molto efficace nei duelli aerei sia difensivi che offensivi. Tra le sue caratteristiche difensive un altro aspetto da sottolineare è l’ottimo senso della posizione di cui dispone senza il quale, altrimenti, non sarebbe stato in grado di svolgere il ruolo di mediano né tantomeno di difensore centrale. La sua versatilità è senza dubbio dovuta anche a questa sua intelligenza difensiva che lo rende un profilo spendibile nel calcio italiano.


Con la palla

Emre Can, destro naturale, ha una buona tecnica di base con ambo i piedi e un eccellente dominio del pallone in corsa. Possiede una discreta qualità nel palleggio sia sul corto che sul lungo che lo rende più un normalizzatore di gioco che un regista e a tale aspetto si associa una più che sufficiente visione di gioco. Per quanto le qualità in rifinitura non siano il suo pregio principale, non disdegna verticalizzare se ne ha la possibilità per gli inserimenti degli attaccanti ma generalmente preferisce la giocata più sicura.

Dal punto di vista associativo si tratta quindi di un giocatore che non può fare il regista di mestiere ma che non danneggia la costruzione della manovra, anzi. Grazie alle sue gambe esplosive, al fisico prorompente e all’ottimo dominio del pallone Emre Can è in grado di effettuare ottime progressioni palla al piede che permettono quindi di portare il pallone in avanti per parecchi metri, di far alzare la squadra, e di far rifiatare l’intero team se necessario. Non supera gli avversari per particolari trick o finte ma di inerzia: semplicemente spostando il pallone, perché per potenza e velocità risulta un giocatore tutto sommato difficile da fermare. Il suo fisico ritorna a essere fondamentale anche nella difesa del pallone riuscendo a reggere la pressione anche di più di un avversario.

Gran difesa del pallone in cui usa il fisico perfettamente come postura contro due uomini diversi. Nel primo caso allunga la gamba sinistra per controllare; nel secondo allunga la gamba destra, toglie dalla disponibilità dell’avversario il pallone e poi frappone il fisico.

 

Il neo acquisto bianconero è dotato anche di un ottimo tiro dalla distanza ma per interpretazione del ruolo, di carattere perlopiù difensivo, difficilmente si spinge fino a zone in cui il tiro dalla distanza può risultare pericoloso. Il vero deficit con la palla tra i piedi di Emre Can è la gestione in spazi stretti: si tratta di un giocatore che può soffrire enormemente sistemi ben collaudati di riaggressione che vanno a ridurre rapidamente tempo e spazio di giocata. Paradossalmente, proprio quello che lui sa fare benissimo. Tale difetto è dovuto chiaramente a quella che è la sua struttura fisica che lo rende, come già detto, poco rapido nello stretto se c’è da difendere la sfera.

Nonostante veda bene l’avversario di fronte a sé non è abbastanza rapido (e nemmeno preciso nel controllo) per evitare l’anticipo. Inevitabilmente commette fallo

 

A differenza di Khedira, giocatore con cui è stato molto spesso paragonato, Emre Can si inserisce con minor frequenza e ha un killer instinct senza dubbio inferiore. Per quanto Emre Can e Khedira siano due giocatori simili da un punto di vista fisico (ben strutturati, potenti ma compassati nello stretto) ciò che diverge principalmente tra i due è l’attitudine nell’interpretazione del ruolo. Khedira agisce tantissimo senza palla, crea linee di passaggio ma soprattutto va ad occupare gli spazi vuoti lasciati dagli attaccanti (Dybala in particolare) risultando, alla fine dei conti, quasi un trequartista aggiunto con tutti gli effetti che ne conseguono in termini di realizzazione (9 gol quest’anno). Parallelamente  il numero 6 bianconero lascia molto campo dietro di sé, costringendo Pjanić a esercitare un ruolo di copertura in transizione. Emre Can interpreterebbe il ruolo in maniera più prudente e difensiva dando un apporto senza dubbio maggiore nel recupero palla ma facendo mancare qualcosa sul lato degli inserimenti e delle realizzazioni


Nella Juventus

Nella Juventus di Massimiliano Allegri con ogni probabilità Can verrà utilizzato come mezz’ala destra nel centrocampo a 3 in alternanza o in luogo, nel caso in cui dovesse andare via, di Khedira. Sarebbe una mezz’ala che garantirebbe grande copertura difensiva perfettamente in grado di svolgere il lavoro in fase di non possesso che Allegri chiede alle mezz’ali: in particolare in fase di non possesso sarebbe un profilo ottimale per allargarsi nel 4-4-2 come esterno a destra. Per la sua versatilità e per caratteristiche sarebbe impiegabile anche come mediano davanti alla difesa, il che consentirebbe anche a Pjanić di alzarsi maggiormente e giocare più vicino alla porta rispetto a quanto fatto quest’anno. Il problema in relazione a questa ipotesi sarebbe il bosniaco come mezz’ala visto il grande lavoro in ampiezza che Allegri richiede a questo ruolo e le difficoltà mostrate quando provato lì nella stagione scorsa. In ultima ipotesi, il neo acquisto potrebbe essere benissimo utilizzato in un doble pivote, ruolo già ricoperto con profitto, e con lui sarebbero compatibili tutti i centrocampisti in rosa e anche in questa ipotesi ci potrebbe essere maggiore libertà di movimento in proiezione offensiva per Pjanić. Va specificato, però, che non è il giocatore da cui aspettarsi la risoluzione di tutti i problemi in fase di impostazione e di uscita che la Juventus ha mostrato quest’anno.

In conclusione Emre Can per caratteristiche, completezza, costo, età ed esperienza si configura, quantomeno sulla carta, come un ottimo acquisto per il quale vanno fatti i complimenti alla dirigenza per la tempestività e opportunità della mossa. Starà poi ad Allegri metterlo in campo andando a vedere anche come sarà strutturato il centrocampo bianconero 2018-2019.