Christian Eriksen è un nuovo calciatore dell’Inter, Aaron Ramsey è un (nuovo) calciatore della Juventus. Storie diverse, squadre diverse, nazionalità diverse e un trascorso in Premier League non dissimile perfino nella posizione di base ricoperta sul campo, per quanto i tratti distintivi dell’interpretazione del ruolo siano differenti. Ma quali sono i numeri, anche se non rappresentano in maniera sempre fedel le dinamiche del calcio e il contesto in cui questi vengono prodotti?
Il danese (95 presenze nella sua nazionale, 31 reti e 23 assist) gioca in Inghilterra dal 2013, quando arriva al Tottenham con oltre 100 presenze-gavetta in Eredivisie tra le file di un laboratorio che si chiama Ajax. Colleziona 226 presenze, realizza 51 gol ed effettua 66 assist in poco più di 18.000 minuti complessivi. In totale Eriksen vanta oltretutto 45 presenze in Champions League corredate da 7 gol e 13 assist.
Il gallese (60 presenze in nazionale, 16 reti e 7 assist) inizia a giocare stabilmente nella massima serie inglese con la maglia dell’Arsenal dopo la gavetta tra Cardiff e Nottingham dal 2011. Colleziona sotto la guida di Wenger 262 presenze, realizza 40 gol e fornisce 51 assist, ma nel complesso i minuti globali (inclusi i prestiti precedenti) sono 16.702. Un po’ per gli infortuni e un po’ per la concorrenza sempre di primo livello nei primi anni (cresce di fatto nei Gunners, dove diventa un calciatore vero). In totale Ramsey vanta 47 presenze in Champions League dove i gol sono 9 e le assistenze 4.
Abbiamo per caso già esautito il carico di aspettative verso il nostro numero 8? E’ una questione fisica o tattica? Verremo ripagati? Aveva comunque senso non lasciarsi scappare Eriksen? Dobbiamo pretendere di più? E’ un problema di posizione? O i problemi li avrà anche Eriksen? O qualcuno sta sopravvalutando il neointerista in chiave impatto sulla Serie A? La risposta si chiama sempre e solo Aaron Ramsey. Il vero Aaron Ramsey, è vero, non è uno che fa girar la squadra (come dovrebbe essere Eriksen). Quindi che qualcuno inizi a farlo girare per quello che è, o che inizi a girare da solo…
Eriksen sarebbe servito alla Juve3 min di lettura
Di sicuro l’ex Tottenham sarà un bel rinforzo per l’Inter, ma forse avrebbe fatto ancor pià comodo a Sarri.
L’acquisto di Christian Eriksen da parte dell’Inter pone sul piatto la domanda sull’utilità che il 27enne nativo di Middelfart avrebbe potuto avere per la Juventus. Come si sa, da quando Sarri ha deciso di passare al 4-3-1-2 come modulo di riferimento, sono sorte diverse questioni riguardanti la qualità e la composizione del centrocampo bianconero e, in particolare, concernenti chi potrebbe svolgere al meglio le funzioni di trequartista nella rosa a disposizione del tecnico bianconero.
In questo senso, il profilo di Eriksen avrebbe rappresentato un upgrade rispetto ai vari Bernardeschi, Dybala (per il quale il problema non sono le qualità ma la sostenibilità di un tridente con l’argentino da mezzapunta) e Ramsey.
Prima di tutto, il danese è un natural born no.10, cioè un elemento che ha nel suo DNA le qualità per ricoprire la posizione di mezzapunta. Infatti, Eriksen è giocatore altamente associativo, in grado di collegare al meglio centrocampo e attacco lavorando sì nella zona di rifinitura, ma avendo anche la caratteristica di sapersi abbassare per aiutare la fase di secondo possesso (tanto è vero che il danese si è spesso abbassato nel Tottenham di Pochettino per giocare da mezzala in possesso).
L’abilità e la visione di gioco di Eriksen ne fanno quindi elemento ideale per cucire e rifinire il gioco nella trequarti offensiva. Raramente fuori posizione, l’ex giocatore del Tottenham è abile a dettare linee di passaggio aperte ai compagni e, con il suo movimento, contribuisce a destrutturare la fase difensiva avversaria.
Eriksen è risultato essere, nelle ultime stagioni, uno dei migliori giocatori della Premier League nel creare occasioni (12 assists nell’ultimo campionato). Elemento chiave nelle ultime sei stagioni degli Spurs, il danese ha spesso risolto le cose nell’ultimo terzo contro squadre che affrontavano il Tottenham giocando con una difesa posizionale bassa, vale a dire esattamente le stesse situazioni che la Juve si trova a dover affrontare il più delle volte.
L’importanza di Eriksen all’interno della sua ex squadra è confermata dal fatto che, in questa stagione, il suo scadimento di forma (attribuito dai media alla volontà del giocatore di lasciare il New White Hart Lane) è coinciso con le difficoltà degli Spurs, che hanno poi portato all’allontanamento di Pochettino.
Se mettiamo a confronto le statistiche prodotte da Eriksen nel 2018/19 con quelle postate finora, pur nella differenza di partite prese in esame fra le due annate, notiamo come attualmente il neointerista abbia prodotto meno sia in termini di tiri p/90 (-0.60) che di key passes p/90 (-0.45), mentre xG a partita (-0.07) e xA a partita (-0.1) sono rimasti essenzialmente invariati.
Vedremo come Conte utilizzerà Eriksen nell’Inter. Di certo, la sua partenza per Milano sembra una occasione mancata per il club bianconero di assicurare a Sarri un elemento sulla carta ideale per il 4-3-1-2 finora utilizzato dall’allenatore juventino.