Che il Siviglia fosse un avversario tignoso la Juve lo aveva già scopertola scorsa stagione e non solo
nella partita del Ramón Sánchez-Pizjuán che le era costata il primo posto nel girone, ma già in quella giocata allo Stadium, vinta sì 2-0, ma non senza fatica. Quest’anno gli spagnoli si confermano squadra solida ed esperta, non a caso hanno vinto le ultime tre edizioni dell’Europa League, e strappano un pareggio a reti bianche che molto probabilmente li soddisfa, ma che sta stretto ai bianconeri, i soli ad aver provato a vincere.
Allegri sceglie ancora il 3-5-2, schierando Lemina in regia e Asamoah e Khedira al suo fianco e Dybala e Higuain in vanti. Gli esterni sono Dani Alves ed Evra. I primi minuti trascorrono con le due squadre che cercano di prendere le misure agli avversari, anche se il Siviglia, per quanto schierato da Sampaoli in modo più guardingo del solito, concede spazi in difesa, specie quando la verticalizzazione dei bianconeri si sviluppa rapidamente. È il caso dell’azione che al 7′ vede lo scambio tra Higuain e Dybala e l’apertura della Joya per Khedira, che conclude a lato da posizione invitante.
L’identica sequenza si ripete al quarto d’ora, con un dialogo strettissimo tra i due argentini che Dybala perfeziona con una magia, riuscendo da terra a servire in profondità ancora Khedira. Il tedesco resiste a una carica, entra in area, ma calcia tra le braccia di Sergio Rico. Quando qualche secondo dopo il portiere spagnolo ferma anche un rasoterra di Higuain e si ha la sensazione che la Juve stia iniziando a spingere con maggior intensità, il Siviglia riesce ad addormentare il ritmo della partita, difendendo con maggior precisione. Le maglie della difesa spagnola ora si aprono raramente e si deve attendere la mezz’ora per vedere la sponda di Higuain per Dybala che al limite dell’area riesce a evitare l’uscita irruenta di Sergio Rico, ma non a mantenere l’equilibrio e a concludere l’azione.
La ripresa inizia con la Juve che stazione nella metà campo spagnola, faticando però a trovare la giocata negli ultimi metri. Dybala viene fermato spesso e volentieri con le maniere forti e le frequenti interruzioni nel gioco rendono ancor più complicato imporre un ritmo sostenuto alla gara.
La prima conclusione arriva al 13′ ed è proprio la Joya ad arrivare in corsa sul cross rasoterra di Evra e a sparare alto. Un minuto ed ecco l’occasione più ghiotta: ancora Dybala lancia con un tocco delizioso Dani Alves, sul cui cross stacca perfettamente Higuain. Sergio Rico è battuto, ma il pallone si stampa sulla traversa.
Sempre dalla destra arriva un altro spunto di Dani Alves che al 22′, imbeccato da Khedira, mette in mezzo un rasoterra pericoloso, sul quale Dybala non riesce a intervenire. Subito dopo Allegri cambia la fascia sinistra: fuori Evra e Asamoah, dentro Alex Sandro e Pjanic.
Il bosniaco prova a dare più incisività alla manovra, cerca spesso lo scambio in velocità, soprattutto con Dybala e al 36′ riesce a liberarsi in area e a servire Higuain a due passi dalla porta, con l’argentino che viene anticipato dalla scivolata di Pareja. A cinque minuti dal 90′ Allegri manda in campo Pjaca al posto di Dybala, ma né l’ingresso del croato, né l’incornata di Alex Sandro respinta da Sergio Rico, né l’assedio finale portano a quello che sarebbe il meritato gol partita.
La Juve deve accontentarsi di un punto e del secondo posto momentaneo nel girone, a pari merito con il Siviglia e dietro al Lione, che supera 3-0 la Dinamo Zagabria nell’altra partita del Gruppo H.
JUVENTUS-SIVIGLIA 0-0
JUVENTUS
Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Dani Alves, Khedira, Lemina, Asamoah (23′ st Pjanic), Evra (23′ st Alex Sandro); Dybala (41′ st Pjaca), Higuain
A disposizione: Neto, Benatia, Cuadrado, Mandzukic
Allenatore: Allegri
SIVIGLIA
Sergio Rico; Mercado, Rami, Pareja, Escudero; N’Zonzi, Kranevitter (33′ st Mariano), Iborra; Vazquez (45′ st Carriço); Vitolo, Sarabia (18′ st Correa), Vietto
A disposizione: Sirigu, Kiyotake, Vietto, Ganso
Allenatore: Sampaoli
ARBITRO: Aytekin (GER)
ASSISTENTI: Schiffner (GER), Häcker (GER)
QUARTO UFFICIALE: Beitinger (GER)
ARBITRI D’AREA: Siebert (GER), Brand (GER)
AMMONITI: 36′ pt N’Zonzi, 40′ pt Iborra, 46′ pt Rami
JUVENTUS-SIVIGLIA 0-0
JUVENTUS
Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Dani Alves, Khedira, Lemina, Asamoah (23′ st Pjanic), Evra (23′ st Alex Sandro); Dybala (41′ st Pjaca), Higuain
A disposizione: Neto, Benatia, Cuadrado, Mandzukic
Allenatore: Allegri
SIVIGLIA
Sergio Rico; Mercado, Rami, Pareja, Escudero; N’Zonzi, Kranevitter (33′ st Mariano), Iborra; Vazquez (45′ st Carriço); Vitolo, Sarabia (18′ st Correa), Vietto
A disposizione: Sirigu, Kiyotake, Vietto, Ganso
Allenatore: Sampaoli
ARBITRO: Aytekin (GER)
ASSISTENTI: Schiffner (GER), Häcker (GER)
QUARTO UFFICIALE: Beitinger (GER)
ARBITRI D’AREA: Siebert (GER), Brand (GER)
AMMONITI: 36′ pt N’Zonzi, 40′ pt Iborra, 46′ pt Rami
A CALDISSIMO / Juve-Siviglia 0-0: Esordio in bianco per la Vecchia Signora nel salotto buono d’Europa
Di Fabio Giambò @FabioGiambo
Si dimentica di disattivare il freno a mano la Vecchia Signora nel circuito europeo, è solo 0-0 contro il Siviglia all’esordio stagionale in Champions League: bianconeri poco incisivi in avanti, poco fluido il gioco in mezzo, si lasciano desiderare anche le giocate in fascia lì dove Dani Alves pensa più allo spettacolo anziché al sodo, mentre Evra non trova mai il passo per mettere in difficoltà i diretti avversari.
Allegri parte ovviamente con Barzagli e Chiellini ai fianchi di Bonucci davanti a Buffon, torna Dani Alves a destra, stavolta a sinistra spazio ad Evra, sorpresa in mediana: confermati Khedira interno destro e Lemina centrale, in posizione di interno sinistro torna Asamoah per Pjanic, un passaggio tattico non di poco conto considerando la posizione e le giocate dell’ex Roma appena quattro giorni fa col Sassuolo. Davanti, neanche a dirlo, la coppia tutta argentina Dybala-Higuain.
Primo tempo dai due volti.
Nel primo quarto d’ora la Juve pressa alta seppur non ferocemente sull’uomo, si pensa più a chiudere le linee di passaggio degli spagnoli, e proprio su due palle recuperate così vengono costruite le più nitide occasioni della frazione con Khedira che in entrambi i casi non trova la conclusione giusta sui perfetti inviti di Dybala, oggi più impegnato nella trequarti offensiva anziché a tutto campo come al solito, seppur ci sia da segnalare un apprezzabile recupero dell’argentino al limite dell’area di Buffon.
Anche il pressing ospite si fa via via più alto tanto da mettere in difficoltà il giro-palla di Bonucci, così nella seconda parte del tempo il ritmo cala vertiginosamente con Lemina poco abile a dettare i tempi e Siviglia poco propenso ad offendere contro una retroguardia bianconera che non rischia mai di capitolare, ed allora la palla-gol è ancora bianconera sull’ennesimo recupero in pressing che però trova Higuain sprecone e disattento nel non accorgersi di essere tenuto in gioco dal poco ordinato movimento in uscita degli uomini di Sampaoli.
Meno vigoroso rispetto all’avvio dei primi quarantacinque minuti il rientro in campo nella ripresa, si spinge quasi esclusivamente a destra e in ripartenza, non a caso è Dani Alves a vestire i panni del rifinitore dopo un primo tempo decisamente rivedibile per lui, ma Higuain e Dybala si fanno chiudere uno dalla traversa, l’altro dai difensori spagnoli, ed allora col passare dei minuti la porta avversaria sembra stringersi sempre più, come quando nel finale, in pieno recupero, ancora un’iniziativa dell’ex Barcellona libera Alex Sandro che però non trova l’angolo giusto.
Finisce così fra la delusione del popolo dello Stadium.
Amaro in bocca, dunque, per la Vecchia Signora costretta al pareggio interno dopo le tre vittorie in campionato: buone notizie stavolta dalla difesa, evidente la solidità che ha fatto le fortune della Juve negli ultimi cinque anni, mentre è mancato il colpo decisivo in zona offensiva, manca ancora quel killer-instinct che col Sassuolo non aveva permesso di chiudere la partita, e che stasera non è saltato fuori per consegnare quel golletto necessario per portare a casa i tre punti.
A CALDO / Juve-Siviglia 0-0: non si chiama mentalità, si chiama baricentro
Buono, non si è preso gol.
Benino, salvo due o tre sbavature senza precedenti in appoggio negli ultimi due anni e mezzo da parte di Bonucci, non si è gigioneggiato in fase di possesso.
Ottimo, Higuain è come ce lo si aspettava, esattamente così se al 60% rispetto al top della condizione atletica.
Wow, wow sincero, Chiellini migliore in campo (cosa si sia visto e notato in televisione non mi interessa).
Maledizione, si è pareggiato alla prima che comunque ti può gasare, per di più in casa, contro una squadra che deve tuttora ricostruire le proprie certezze. Non altre maledizioni, a quelle credono soltanto i fini narratori delle strane avventure invernali della Coppa d’Africa.
Ma cribbio e cribbio, quando ci vuole ci vuole: della titolare importa poco, non esistono controprove se non logiche da calcio-scacchi. Però il pensiero era già naturale 45 minuti prima del gong: squadra muscolare, tendenzialmente difensiva, tra esperienza e ragionamento che a volte diventa sega mentale in campo. Ovvero pensare a studiarsi, aspettare che si accenda una battaglia che non c’è, quando da studiare c’era tanto e poco allo stesso tempo.
Sampaoli è effettivamente un operaio innovatore, riempie e svuota i reparti, e guardando questa girandola di cose cervellotiche ci siamo via via addormentati quando il fatto che le prime e uniche due verticali non finiscono come con il Sassuolo.
Era lì che c’era da interpretare una nuova parità, per dirla come Allegri.
L’assalto finale, non disperato perché poi magari ti fai anche male, dimostra che il baricentro fa molto.
Che la freschezza serve, anche se fa strano si chiami Pjanic. E Lemina non è stato tra i peggiori, solo che non è calciatore di baricentro. Tantomeno con tre dietro. Ma questo è un altro discorso. Un discorso che non può valere solo per l’Europa.
Certe cose non sono matematiche, sono proprio psicologiche (aspetto squadra) o anzi filosofiche (aspetto staff). Ne riparleremo al momento della solita rassegna di metamorfosi stagionali che ci verranno proposte.
Saremo una volta belli, una volta brutti, una volta cinici, una volta cosmici, una volta fortunati o mazziati.
Ma saremo sempre forti.
Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo di Juventus-Siviglia 0-0
IL BUONO: Chiellini.
Barzagli e Bonucci sono insolitamente imprecisi e poco reattivi, ma lui rimedia mettendoci la solita garra.
Nel primo tempo cancella Vitolo, nel secondo alza il ritmo e la linea di pressione con il passare dei minuti, chiudendo quasi stabilmente sulla trequarti e mettendo anche un paio di cross interessanti in area.
IL BRUTTO: il terreno di gioco.
Per qualche strana ragione il manto erboso dello Stadium è spesso in brutte condizioni all’inizio della stagione, per poi migliorare con il passare delle settimane. Questa sera peró era veramente ingiocabile, “saponificato” per usare un termine medico-legale. Un brutto biglietto da visita, oltre che un grave handicap per la squadra che voleva/doveva costruire gioco.
IL CATTIVO: Max Allegri.
Risolve tutti i ballotaggi della vigilia in senso difensivo, e il campo lo punisce: Evra e Asamoah sono i due peggiori in campo. Puó sembrare una analisi semplicistica, anzi sicuramente lo è, ma la sensazione è che con Sandro e Pjanic dall’inizio questa partita si vinceva.