Felice per la vittoria di Sassuolo, rammaricato per i passi falsi delle inseguitrici, la sera ho bevuto troppo e ho sognato di avere partecipato per una settimana alle riunioni de Il Fatto Quotidiano. Ve lo devo raccontare.
Domenica 22 gennaio, tardo pomeriggio.
Nella sede del Fatto Quotidiano Travaglio chiama tutti a raccolta per definire il giornale del lunedì: “Ragazzi, passando al pallone, la situazione è delicata. Dopo la bella giornata di Firenze, che ha dato al paese elementi di positività dopo la funesta parentesi Renzie (risate convinte della redazione, ndr) ridando luce al nostro calcio, oggi la Lazio si è praticamente consegnata alla Juve. Dobbiamo denunciare questo misfatto. E ve lo dico io, che sapete quanto sia da sempre tifoso juventino. E lo dico nonostante possiate facilmente immaginare quanto possa apprezzare l’idea di un attacco a 5 stelle, simbolo di purezza e coraggio”.
Interviene Padellaro, tifoso romanista, antijuventino, ma curiosamente più moderato dello juventinissimo Travaglio: “hai ragione, Marco, ma è complicato dire che una squadra si è consegnata: anche perché lì a Torino perdono tutte da due anni”.
Subentra Paolo Ziliani, giornalista sportivo sopra le parti: “va bene, se proprio dobbiamo essere prudenti sul palese scansamento della Lazio, scateniamoci su Buffon che ha abbracciato Tagliavento, l’arbitro del gol di Muntari: tutto torna, la combriccola è venuta allo scoperto”.
Travaglio pare intrigato: “buona idea, Paolo, non mi deludi mai. Ma su quello vorrei fare magari più avanti un articolo io, “il mistero Buffon”, giocando sul titolo dell’opera di Fo. Mi sa che ne ho già fatto uno con quel titolo, quando auspicavo che venisse squalificato una volta dimostrato che scommetteva sulle partite di calcio. E voi sapete quanto mi sia costato scriverlo, considerato quanto sono juventino”.
Padellaro riprende: “ragazzi, detesto la Juve, ma Buffon non venne mai nemmeno indagato e noi di solito consideriamo sacra la magistratura”.
Travaglio: “Non diventeremo mica schiavi della magistratura? Se non è indagato hanno sbagliato, semplice. E se non lo indagano neanche oggi, dopo questo abbraccio che rievoca inequivocabilmente il bacio tra Andreotti e Riina, è uno scandalo che va denunciato: c’è sicuramente dietro l’intervento di Agnelli. E mi scoccia dirlo, da juventino quale sono”.
Ziliani ci mette il carico: “vero, è il segnale definitivo dell’esistenza della trattativa Juve-arbitri”.
Padellaro frena: “Ziliani, calcola che stiamo ancora aspettando la condanna per il rischio crollo dello Stadium e soprattutto la calciopoli finanziaria con la penalizzazione della Juve per i mancati accantonamenti, roba che basterebbe leggere i manuali del liceo per capire quanto non stia in piedi.”
Ziliani replica: “dai tempo al tempo, è solo questioni di giorni”
Padellaro replica ancor più stizzito: “sì, come la crisi di Higuain che hai strombazzato per mesi, scrivendo che da quando è alla Juve “fa pena”. Dai, Paolo, io odio la Juve, ma così ci fai ridere dietro”.
Per prevenire l’incombente rissa tra i due, interviene Travaglio nella insolita veste di moderatore: “Facciamo così, domani parliamo solo di calcio”.
Ziliani è indignato: “Cosa? Di calcio? E che senso ha? La Juve ha vinto, che ci dobbiamo raccontare?”
Marco coglie l’osservazione e corregge: “lo so, hai ragione, ma per una volta proviamo. Poi, appuntamento in redazione mercoledì sera, guardiamo Juve-Milan e, nel malaugurato caso in cui dovessero vincere i bianconeri – sapete quanto mi costi dirlo, visto che li tifo da sempre – studiamo una strategia di fuoco, tocca destabilizzarli un po’. Anche perché Roma e Napoli volano, e magari già domenica i giallorossi potrebbero essere primi. Il che ovviamente mi spiacerebbe, considerato…”, al che lo interrompe la redazione in coro: “quanto sei juventino da sempre, sì, lo sappiamo”; risate e applausi, saluti e scioglimento della riunione.
Così, quel lunedì, nella sezione calcistica del Fatto si tenta l’avveniristico esperimento di parlare di calcio.
Mercoledì alle 20.45, in redazione per Juve-Milan:
Padellaro guficchia la Juve ma sostanzialmente è disinteressato, Ziliani maschera le sue simpatie per i bianconeri indossando la sciarpa del Milan, Travaglio si siede in mezzo per evitare altre discussioni.
La partenza fa passare la fame al nostro gruppo, con due gol in pochi minuti: “Mi spiace dirlo – incalza Marco – ma qui si sta scansando anche il Milan. E sapete che fatica mi costi evidenziarlo”.
Qualche sussulto al gol dei rossoneri, le urla di Ziliani contro l’arbitro all’espulsione di Locatelli “non lo ha neanche toccato, venduto!”, applausi al bordocampista Rai ogni volta che ricorda che “Montella non è d’accordo” con qualche decisione arbitrale: “ecco, lo dice pure Montella che l’arbitro è con loro; non era una mia impressione!”.
Al triste epilogo prende avvio una riunione piuttosto tesa. Il clima non è dei migliori, anche se Ziliani intravede spiragli di ottimismo “avete visto quanto hanno sofferto in undici contro dieci? Mentre Roma e Napoli volano… Vedrete che domenica ci aspetta!”.
Prende la parola Travaglio: “per far sì che sia una domenica da ricordare, da domani dobbiamo destabilizzarli. Magari non con la fantomatica denuncia sugli accantonamenti, Paolo. La Procura sportiva ci ha passato una velina in cui si torna sulla questione biglietti della Juve”.
Padellaro, scocciato: “Ma non ne abbiamo già scritto mesi fa?”.
Travaglio, ancor più scocciato: “certo che sì, e ora ne riparliamo”
Padellaro: “Ci sono novità? Li hanno indagati? No, perché sennò mi pare che siano problemi ahimè riscontrabili frequentemente nei rapporti tra società e gruppi organizzati”
Travaglio: “No, nessun indagato, ma come vi ho detto non vorremo mica pendere dalle labbra della magistratura? Pare che un tipo poco raccomandabile abbia detto di avere incontrato Agnelli e che la Juve verrà deferita”
Ziliani si alza di scatto e sogna già: “Rischiano la B?”
Travaglio: “no, un’ammenda, o al più la squalifica del campo”.
Ziliani si risiede deluso, Marco per incoraggiarlo prosegue: “ma se lavoriamo bene non si sa mai. Vi voglio belli carichi. Vorrei che l’articolo lo scrivesse uno juventino come me: ecco, Tecce, tu sei perfetto. Domani pretendo una prima pagina choc, un bel virgolettato clamoroso. Pure se non letterale non importa, voglio che venga ripreso da magicaroma.it, napolinuovobarca.it, tremendismogranata.it e tripleteinter.cn; dobbiamo fare casino, devono pentirsi delle vittorie di questi anni. E sapete quale sforzo stia facendo, considerato il mio tifo sin da bambino”.
La delusione per Juve-Milan è già dimenticata, riunione sciolta, si va a casa e il giorno dopo in edicola ecco la prima col titolo choc: “Agnelli incontrava i mafiosi”, accompagnato da una bella foto dei tifosi juventini con le sciarpe (chissà quanto gli sarà costato, mettere quella foto accanto a quel titolo, lui che è juventino da sempre!). La notizia fa il giro del Paese, risvegliatosi dal torpore.
Gli smartphone degli juventini vengono invasi da messaggi di amici spariti da tempo, sulla cui sorte si era temuto il peggio. Tutti i siti invocati dal direttore sono scatenati: in particolare tripleteinter.cn pare davvero infervorato, essendo la sua squadra di riferimento a un passo dal terzo posto che storicamente vuol dire scudetto.
La sera altra riunione: facce soddisfatte, spumante per festeggiare, Travaglio prende la parola, fa i complimenti a giornalisti e titolista e carica la truppa: “siete stati fantastici, siamo su tutti quei siti in grande evidenza! Li stiamo destabilizzando. Domani voglio un altro virgolettato clamoroso, anzi uno ancora migliore!”.
Ziliani è a mille: “ce l’ho io: “via libera pure ai petardi”, come se l’avesse detto Agnelli, proprio così”.
Padellaro sbotta: “ma cosa dici? Ora virgolettiamo Agnelli che, preso da entusiasmo travolgente, griderebbe “via libera pure ai petardi!”, come fosse una festa? Scommetto che se ne è nascosto pure qualcuno lui nelle tasche e ne ha infilati un paio nella giacca dell’inconsapevole Marotta per partecipare ai botti anche in tribuna”.
Travaglio lo interrompe: “mi spiace, ma stavolta Ziliani mi ha convinto: me lo vedo, Agnelli che urla in sede “via libera pure ai petardi!”. Il “pure” è delizioso, poi: perché avrà certamente detto di portare dentro lo stadio quello che vogliono, come la casa delle libertà di Guzzanti…”.
Padellaro è sconsolato: “va bene, Marco. Però, visto che spesso diamo un minimo di credito alla magistratura, dobbiamo anche dire che è arrivato un avviso di garanzia…”.
Travaglio gongola, non sta nella pelle: “dimmi tutto! Li hanno finalmente indagati? E’ arrivato l’avviso di garanzia ad Agnelli che aspettavamo da troppo tempo? Sarebbe il definitivo segnale della colpevolezza!”.
Ziliani piange per la commozione, abbraccia il direttore: “veniamo ripagati di tanti sacrifici: Agnelli colpevole, Juve in B, 5 scudetti revocati!”
Padellaro, con un po’ di imbarazzo: “no, hanno indagato… la Raggi! Gli altri giornali si stanno comportando come facciamo di solito noi, considerandola praticamente già colpevole. Noi che facciamo, non ne parliamo?”
Travaglio sospira, si alza, cammina avanti e indietro per la stanza. Si risiede. Riflette, con la mano sulla fronte. Si rialza, riprende a camminare: “un semplice avviso di garanzia? Noi dovremmo dare credito a un semplice avviso di garanzia? Ma tu lo sai che l’avviso di garanzia è strumento appunto a garanzia dell’indagato, e non una prova di colpevolezza? Oppure vuoi una giustizia sommaria, dove basta un avviso per infangare qualcuno sui giornali?”
Tutti si guardano, nessuno dice più una parola, il giorno dopo in prima il Fatto denuncia il convinto via libera di Agnelli ai petardi e sopra riporta indignato: “la stampa “garantista”: Raggi già colpevole. La sindaca M5S sicura di avere solidi argomenti per difendersi”.
La domenica la Juve vince con le sue cinque stelle, la Roma perde, il Napoli pareggia, le profezie di Ziliani – per una volta – non si avverano e a Travaglio non resta che preparare un’altra settimana di passione per la Juve e per Agnelli, scatenando l’entusiasmo di tripleteinter.cn e compagnia.
Ma non sapete quanto sforzo gli costi. (solo nel mio sogno, eh!)
Il Maestro Massimo Zampini