di Michele Tossani
La Juventus si è presentata al Derby della Mole con la fatica e la delusione della trasferta di Monaco. L’uscita dalla Champions League, ad opera del Bayern, ha lasciato qualche inevitabile strascico sui Bianconeri, non tanto dal punto di vista fisico (la squadra ha retto tutta la partita e ha dato l’allungo finale nel momento migliore del Torino, indice proprio di una condizione fisica discreta) quanto da quello mentale. La tentata rimonta dei Granata va letta in questo senso e non solo nell’aumento dell’intensità agonistica posto in essere dagli uomini di Ventura nei secondo 45 minuti di gioco. Il Derby poi, di per sé, è una partita particolare. Più importante per il Torino che per la Juventus, è comunque una partita da non sottovalutare, perché può riservare sempre delle sorprese e perché la si affronta da netti favoriti, con un pronostico da rispettare, cosa mai facile da fare. A maggior ragione, questa partita rappresentava un banco di prova interessante per Daniele Rugani, il difensore centrale di scuola Maurizio Sarri che, fino ad ora, aveva trovato poco spazio nelle scelte di Max Allegri.
Rugani perché no. Il perché Rugani sia stato spesso dimenticato da Allegri, nel corso dello scorso autunno-inverno, è dato da vari fattori. Prima di tutto, il sistema di gioco. O, meglio la fase difensiva della Juventus. Che è molto diversa da quella dell’Empoli, squadra dalla quale Rugani proviene. Questa diversità non è data tanto (o, almeno, non soltanto) dalla linea difensiva a 4 utilizzata dall’Empoli 2014/15 rispetto alla difesa a 3 della Juventus, quanto dai princìpi di gioco, diversi fra Sarri e Allegri. Infatti, mentre nelle difese di Sarri si privilegia la palla, con i difensori che sono orientati ad essa, muovendosi compatti verso la zona palla, attenti a mantenere inalterate le distanze fra loro, la difesa della Juventus è una difesa a zona orientata all’uomo. In essa, cioè, si difende avendo come punti di riferimento la palla e l’uomo. Questo significa che il difensore deve saper adeguare la propria posizione in relazione tanto alla posizione della palla, quanto a quella dell’uomo che si trova nella sua zona di competenza. Differenze che si notano anche nelle situazioni di cross, nelle quali per Allegri l’attenzione all’uomo deve accentuarsi, mentre per Sarri l’attenzione alla palla rimane prioritaria. A queste difficoltà tattiche si devono poi aggiungere la classica difficoltà di passare da una piccola ad una grande squadra ed il fatto di avere davanti giocatori come Barzagli, Bonucci e Chiellini.
Ottima diagonale difensiva di Rugani su Immobile.
Un’altra diagonale vincente di Rugani, sempre su Immobile.
Contro il Torino. Contro il Torino, la prova di Rugani è stata buona. Il giovane difensore non è quasi mai stato in difficoltà e ha commesso pochi errori. L’unica pecca è stata in occasione dell’azione del gol annullato a Maxi Lopez, nella quale Rugani è uscito male, come tempi e come posizionamento, su un lanciato Bruno Peres. Per il resto, il suo score personale parla di 3 tackles riusciti (2 persi), 4 palloni intercettati. Nelle azioni difensive, Rugani è sempre stato attento, riuscendo spesso a interrompere le combinazioni fra gli attaccanti granata, grazie ai suoi anticipi e alla sua capacità di lettura della situazione.
Altro gesto difensivo di Rugani, in anticipo sull’attaccante granata.
Rugani, di testa, interropme una delle classiche giocate uno-due fra gli attaccanti del Torino.
Fase offensiva. Anche in fase offensiva, Rugani ha dato il suo contributo, collaborando attivamente alla fase di costruzione juventina, che parte dai tre difensori. Rugani ha effettuato 57 passaggi corretti su 67, per un 85% di riuscita. Molti di questi passaggi sono avvenuti nella zona centro-sinistra del centrocampo (39/40), come è ovvio data la sua posizione di centrale di sinistra. La conferma della fluidità del gioco espresso da Rugani nella sua posizione è confermata anche dai dati relativi ai passaggi fatti. Infatti, Rugani ha giocato prevalentemente con gli uomini della sua catena, con 15 palloni serviti a Pogba e 11 a Alex Sandro e Lemina.
La fase di costruzione della Juventus è affidata ai tre difensori centrali, appoggiati da Lemina. Rugani è ovviamente coinvolto.
Per quanto riguarda i palloni ricevuti, questi sono arrivati a Rugani in maggior numero da Bonucci (12), Buffon (11) e Pogba (10). In questo si legge il fatto che la squadra, nonostante il suo relativo poco utilizzo in questa stagione, si è comunque fidata di lui e si è appoggiata a lui in fase di costruzione.
Conclusione. La partita di Rugani, come detto, fa ben sperare. Anche se una rondine non fa primavera e anche se il suo utilizzo, da qui alla fine del campionato, potrebbe ancora essere centellinato, la prestazione del difensore ex Empoli è risultata convincente, tanto in fase difensiva quanto in fase offensiva. Indipendentemente dall’utilizzo che Allegri farà del giocatore, da qui alla fine del campionato, la speranza è che il difensore possa confermare quanto di buono mostrato contro il Torino e presentarsi così pronto alla prossima stagione.