E’ la quarta mazzata dal 3 giugno. In ordine sparso di dolore. Prima Cardiff, poi la fuga di Alves, poi il tradimento di Bonucci e infine l’addio, prima che potesse nascere una vera storia, a Patrik Schick.
Quattro colpi duri perché inaspettati e a freddo. Poi a caldo pensi che sì, potevi aspettartelo, dal Real perché è una squadra mostruosa che ha vinto le ultime 10 finali, da Alves perché è un folle scatenato in cerca di emozioni, da Bonucci perché è tutto orgoglio, motivazioni e sfide personali e non poteva farsela passare e da Schick, perché il J Medical è un centro all’avanguardia e se ti dice che ci sono problemi cardiaci (mai confermati e che mai lo saranno, per la privacy) allora forse è proprio così, come (forse) ha confermato la seconda visita al Gemelli.
Ma ora vi risollevo dall’amarezza per questi 4 colpi allo stomaco e vi propongo un affare:
Ho un’auto, quasi una Ferrari, cioè non lo è ma potrebbe diventarlo, nuovissima, un affarone, vi costerà ma magari poi non ve ne pentirete. Facciamo l’affare? Ok. Solo che, insomma, l’altra notte mentre la guidavo si è spento di colpo il motore in autostrada -bump- e per 5 secondi tutto buio, in autostrada. Poi però è ripartito tutto. Non mi era mai capitato e magari non ricapiterà mai più, chissà. Come dite? Il vostro meccanico vi ha detto che per 45 giorni non va accesa e poi chissà? Andiamo a consultare un altro meccanico, la porto io. Come dite? Anche quest’altro meccanico ha detto che deve stare ferma e poi si vedrà? Beh, ma vedrete che dopo andrà una meraviglia. Mi date 30mila euro, ve la prendete e poi da settembre il vostro meccanico dirà che è tutto apposto, tranquilli.
Ok, non vi convince il paragone, né l’offerta, riprovo.
C’è questa ragazza, un sogno, bellissima, super-sexy, fresca ed eccitante. Ci sta. Potete sposarla, investire tutta la vostra vita sentimentale su di lei, tranquilli, vi costerà tanto ma ne varrà la pena, sarà la donna della vostra vita. Poi certo, due giorni dopo il vostro primo appuntamento, vi ha tradito con un tizio, ma magari non l’aveva mai fatto prima, né lo rifarà. Come si dice, è stato una botta passeggera, transitoria. Allora? Vi fidate o no?
Già, troppo aleatorio come parallelismo. Ultima chance.
Questa è una roulette e questi sono 30 milioni. Voi mi date 30 milioni, facciamo girare la ruota, la pallina rimbalza e se si ferma su tutti i numeri, tranne uno, allora io vi ridò i vostri 30 milioni, magari se siete fortunati anche qualcosa in più. Se però si ferma sul 7 e sul 17 i vostri 30 milioni restano congelati per 6 mesi, se si ferma sul 27 o sul 37 allora i vostri 30 milioni li brucio. Allora? E’ un rischio basso, accettabile. Che fate?
La Juve è una società da 450 milioni di fatturato gestita in modo serio ed oculato. Nessun club professionistico al mondo investe 30 milioni (ma anche 1 milione) per ingaggiare un atleta che non ha ricevuto l’idoneità né dal medico sociale, né da un medico federale terzo. Nemmeno se il medico parla di “riposo di 45 giorni”. Perché dopo quel riposo le visite vanno rifatte e allora (lo speriamo di cuore) Schick potrà ricevere l’idoneità sportivo-agonistica per sempre o provvisoria (6 mesi) ma anche no. E la Juve, così come qualsiasi club serio, non rischia 30 miiloni (e nemmeno mezzo) in una situazione del genere. Anche se Schick è forte, ha grandissimo potenziale, ha un ottimo rapporto prezzo/qualità ed era funzionale perché ti copriva 2-3 tue lacune. Fosse anche Lionel Messi la Juve non rischia.
Cosa accadrà? Che resterà alla Samp o arriverà qualche club, magari estero (lì i controlli sul cuore sono meno rigidi che in Italia, vedasi altri sport agonistici) che accetterà di “aspettare”, di “rischiare”.
E poi cosa accadrà? Che magari Schick non avrà mai più problemi in vita sua, diventerà un crack, vincerà il pallone d’oro con una nostra rivale e ci odierà sempre, anche solo perché gli ricordiamo questi giorni. A quel punto potremo dire, ex-post, che la Juve ha sbagliato? NO. Non potremmo dirlo. Così come non diremo che la Juve è stata furbissima se invece Schick (dio non voglia) sarà costretto a ritirarsi o avrà qualche episodio spiacevole in carriera. Questa è una decisione che si giudica ora e adesso. Non a posteriori. Schick potrà non avere mai più un’aritmia (sempre che di questo si tratti) fino ai 95 anni, o averla e non rischiare nulla e correre comunque come il vento, o chissà cosa. La decisione della Juve è seria e corretta e si giudica ora come ovvia e giusta. Punto.
Certo, si poteva rischiare, come nel poker. Un giusto azzardo, una percentuale infima di problematica sanitaria e un giocatore fortissimo in maglia Juve. Sbagliato. Il poker non è un azzardo. Ogni anno alle World Series partono migliaia di giocatori professionisti e amatoriali. Si sfidano. La sorte. Poker d’assi. Scala reale. Servito. E poi, guardacaso, alle finali ci arrivano, più o meno, sempre i soliti 5-6, su migliaia che partono. L’azzardo non esiste, l’azzardo e il rischio lo controlli, lo gestisci e vinci.
Pochi ricordano ora che la Juve ha voluto fortemente Schick, si è mossa con decisione, ha superato l’interesse di altri club, ha convinto il giocatore, ha offerto più della clausola, era pronta ad investire 30M su un nuovo potenziale fenomeno. La Juve, dopo i primi controlli negativi, è stata la più disperata e affranta (certo, dopo il giocatore stesso e Ferrero…).
Bonus/Malus. Il cuore non è il ginocchio. La Juve può scommettere sulla tecnica (ad es.: De Sciglio…brr) o sulle condizioni di salute come con Andrade, Isla o Khedira. O ti capita un Pjaca che si rompe e gli paghi comunque lo stipendio per un anno. Alt! Il contratto di Pjaca così come tutti quelli dei calciatori professionisti di alto livello è coperto da polizza assicurativa e la Juve -in caso di infortuni di svariati mesi- rientra del 60-70% dell’ingaggio versato ad un atleta fuori uso.
Con Schick no. Nessuna compagnia assicurativa ti coprirebbe l’ingaggio di uno che per due volte a distanza di un mese ha avuto una non idoneità fisica per (presunti) problemi cardiaci. Anche se poi il giocatore dovesse avere un ok, provvisorio o definitivo.
Insomma, le solite compagnia assicurative, lo sapete come sono no? Calcolano, fanno i conti, vedono il minimo rischio e alla fine ti fregano, fanno i soldi e vincono loro. Ecco, un club serio e oculato ragiona così, allo stesso identico modo.
PS: Forza Patrik, se diventerai un campione, con qualsiasi altra maglia, saremo comunque un po’ felici (e un po’ nostalgici per quello che poteva essere).
Sandro Scarpa