La più brutta Juventus di Sarri allo Stadium. Non la più brutta in assoluto, quella resta Firenze.
Il Milan ci palleggia in faccia, dal 1° al 90°, ma in mezzo, per 15-20′ della ripresa, la pessima Juve del 1° tempo innesta la qualità tremenda della sua rosa su un impianto in cui i guizzi individuali diventano corali e in cui se non riesci a tenere palla almeno ti ricordi come si difende.
La meno Sarriana del miniciclo di 7 gare. Spenti, smorti, stanchi, scarichi. La settima è sempre tosta. La Juve corre metà del Milan, sbaglia il doppio, rincorre a vuoto, passa con precisione peggiore anche delle altre gare di questo ciclo deludente per prestazioni ma ottimo per i risultati
Cuadrado e Sandro lodevoli ma opachi, Pjanic asfissiato, Matuidi e Benta costretti a rincorrere, Ronaldo nei suoi peggiori 55′ in bianconero, alla fine del peggior ciclo di gare juventino.
Si salvano centrali e Higuain, unici 3 “top” in campo, e Szczesny sugli scudi. Nella ripresa la Juve ma almeno ribatte, poi entrano altri due fuoriclasse, Dybala e Douglas, ed esce il campione dei campioni, lento, impreciso, scazzato e incazzato. Penseremo a lui nella sosta, ricordando che Cristiano è IL calciatore, ma anche IL professionista, e saprà rimettersi al centro di un club che lo idolatra.
Douglas e Dybala. Come a Mosca. Douglas spacca, Higuain rifinisce in modo sublime e stavolta la perla è di Paulino che fa la mossa Kansas City che può svoltargli la carriera: DRIBBLA E VA SUL DESTRO! Romagnoli già stordito dal tocco di Pipa, è bruciato dal dribbling di chi di solito va SEMPRE sul sinistro.
Juve poco brillante nell’arrivare al vantaggio, rispetto al ciclo precedente, e male anche nel gestirlo: se prima gestivamo tenendo palla, anche stasera gli ultimi 20′ loro ci chiudono, si aprono, Pipa e Dybala quasi raddoppiano, loro quasi pareggiano.
Vincerne 12 delle ultime 13. Essere già agli ottavi UCL, capolista con 10 vittorie su 12, anche in casa dell’Inter che resta attaccata ma seconda. Involuzione del gioco, centrocampo in difficoltà, sterilità, difesa che se aggredita va in difficoltà.
Eppure la vittoria è l’unica via, chi vince ha sempre ragione perché vincere non è MAI un caso. Il fatto di averle vinte tutte anche giocando PEGGIO è un vantaggio incredibile: vuol dire che Sarri alla Juve sa e può vincerle anche “giocando male” (limite che gli veniva imputato), che la Juve vince anche quando è involuta, che la Juve può, deve e saprà costruire un gioco più simile a quello visto contro Napoli, Inter e Atletico.
Vincere anche soffrendo è un pregio per una squadra che ha dimostrato di poter giocare molto meglio, e per un allenatore che sa che così non va bene e bisogna lavorare e migliorare, tornando a dominare, triturare, controllare palla, scambiarsela e aggredire alti.
Riuscire a vincere anche non facendo nulla di tutto ciò -per cui si lavora- non può non essere un vantaggio.
Godiamoci la sosta. Il resto verrà.
Sandro Scarpa.