E’ facile perdersi, parlando di Miralem Pjanic. E’ facile cadere in un circolo dialettico che ha del vizioso. Forse perché il bosniaco, dentro questa Juventus, suscita una naturale tendenza a viverlo, spiegarlo, giudicarlo appoggiandosi quasi completamente alla sensibilità personale che suscita un giocatore che anche razionalmente è un unicum assoluto nella rosa e ancora più unicum, tra gioie e dolori, per le necessità di respirazione dell’intero collettivo una volta in campo.
Giocoforza ci si preoccupa della sua assenza, e meglio ancora (per i più costruttivi) della sostituzione per la prima sfida contro il Real Madrid. Tuttavia si potrebbe disquisire della sua assenza in generale, perché il bivio societario è comunque a un passo: maxirinnovo alle soglie dei massimali oppure l’estate sarà molto calda. Il motivo è sottinteso, cioè che Pjanic (o entourage che dir si voglia) è entrato prepotentemente nei desideri di un paio di top club europei e avrebbe già un mano un’offerta da capogiro al punto che un paio di compagni tra i più amici si dicono preoccupati.
Tutti noi, da fuori, è giusto che lo si sia molto meno. La stretta attualità incombe: chi tra Bentancur (opzione allegriana se ce n’è una, concettualmente parlando), Marchisio (opzione di rito se ce n’è una, egoisticamente parlando) e il Signor Nessuno sarà la scelta di Massimiliano Allegri per una partita non proprio uguale, come approccio all’andata dei quarti dell’anno passato contro il Barcellona. Già solo perché un eventuale 1-0 bianconero sarebbe un risultato finale che sposterebbe, sul lato psicologico, le percentuali molto più di quanto avrebbe fatto contro quel Barcellona.
Tornando a Pjanic e al medio-lungo periodo, per quest’anno può andare bene così (l’ex romanista ha limato quasi completamente i lati peggiori del suo periodo nella capitale, tra i quali incassare l’inerzia delle partite, esaltandone i migliori eccezion fatta per la costanza degli assist); per il prossimo chissà, anche se il meno sostituibile tra i titolatissimi di oggi resta forse il più sostituibile di un’eventuale emorragia trasversale nella fatidica (ma non rivoluzionaria, questo già segnatevelo) estate 2018. Sostituibile come? Anche solo con una mossa, ma meglio con due perché soprattutto nel reparto mediano l’imperativo prossimo è solo e soltanto quello di migliorarsi.
Luca Momblano