“Ma non ti sei stancato di vincere? “. Questa mattina, dopo uno dei weekend più belli a livello calcistico, la domanda che mi facevano al bar alcuni amici era questa. Cosa si può rispondere a chi non è juventino, a chi non ha vissuto l’inferno del 2006? Si può ritornare indietro alle sofferenze provate dieci anni fa, alle tristezze sportive che si mescolavano alle gioie e alle fatiche della quotidianità: chi si è visto detronizzato, umiliato, deriso, additato come ladro ha dovuto vivere una stagione in cui la Juventus con grande senso dell’umiltà scendeva in campo in provincia. No, impossibile stancarsi: vincere è bello. Il tifoso vive uno speciale rito in cui il noi si mescola all’io, prova sentimenti veri e concreti. Vincere è ancora più bello dopo il 2006. Ed è stato ancora più ricco di goduria vivere una stagione in cui a settembre e ottobre gli amici interisti pubblicavano su Facebook post di derisione nei confronti della Juventus e di esaltazione della capolista; a Firenze festeggiavano con le tazze un primato a ottobre e invitavano anche loro a salutare la capolista (la fantasia…); a Napoli ci hanno creduto davvero, sono stati gli ultimi a mollare, ma quando hanno iniziato a parlare di arbitri, ombre, orari, fatturato e Bargiggia si è capito come sarebbe andata a finire; a Roma si sono esaltati per lo scudetto estivo col gol di Dzeko. Tifosi, opinionisti, gli stessi protagonisti erano convinti che non sarebbe stato l’anno della Juventus: circolavano statistiche, accostamenti al Chievo e sfottò vari. Non siamo stati diversi noi tifosi bianconeri: c’era chi chiedeva l’esonero di Allegri, chi criticava la dirigenza per il mercato, chi se la prendeva con i giocatori (e ancora oggi c’è chi discute Pogba…). In quell’autunno era difficile credere nella Juventus, pensare allo scudetto sembrava un sogno, un’utopia lontana. Ora che i risultati hanno dato ragione ad Agnelli, Allegri, Marotta e giocatori possiamo solamente applaudire ed essere orgogliosi, contenti di vedere la società guidata da persone competenti; dobbiamo imparare anche la lezione, quella di fidarci della dirigenza, dello staff tecnico e dei giocatori: anche loro sbagliano, ma molto meno degli altri e sanno quello che fanno. Questo è lo scudetto della rimonta, è il campionato in cui si tolgono diversi luoghi comuni: la Juve vince anche senza Tevez, Vidal e Pirlo; la Juve sa come si vince e ci prova sempre. La Juventus è superiore alle altre squadre: l’Inter e il Milan (specialmente i rossoneri che sono tradizionalmente i rivali più pericolosi) si sono perse, il Napoli ha vissuto una stagione oltre ogni aspettativa con un Higuain stratosferico ma si è poi sciolta in primavera causa rosa corta e incapacità di variare il proprio gioco gestendo le risorse; la Roma ha perso tempo con Garcia, ma resta un ambiente incapace di garantire tranquillità. Questo scudetto è figlio di quanto avvenuto negli anni precedenti: c’è la mentalità vincente portata da Conte, la tranquillità e la classe di Pirlo, la rabbia di Vidal e Tevez. Ognuno di loro ha lasciato qualcosa dentro l’ambiente juventino, uno spogliatoio in grado di reggere le tempeste senza mai stancarsi delle vittorie. Ed è il campionato di Allegri e della sua calma. Per tutte queste ragioni, amici del bar, è impossibile non godere per le vittorie: non ci si abitua mai.
Davide Terruzzi.
La terra dei cachi 126/ Check please….
Ed e’ finita anche quest’anno e come oramai da 5 anni e’ finita pure in anticipo; oltre alla consueta soddisfazione di vedere la Juventus vincere e dominare totalmente la Serie A quest’anno abbiamo pure creato un minimo di suspence. Ma tutto da soli, perche’ gli avversari non sono all’altezza.
Nel prevedibile “walk of shame” che raccogliera’ tutte le sentenze pronunciate tra settembre e ottobre io non compariro’; e non perche’ sia capace di prevedere il futuro, se lo sapessi fare ne farei miglior uso, ma semplicemente perche’, a differenza di molti, credo che il calcio sia uno sport come un altro e che in 38 giornate i valori tecnici di una squadra devono venire fuori. Esattamente come succede in ogni altro sport.
Certo, i valori vanno anche dimostrati sul campo; ma quella e’ la specialita’ della casa ed e’ l’unica cosa sulla quale non ho mai veramente avuto dubbi. Tuttavia prevedere una apoteosi del genere era impossibile anche per il piu’ ottimista. Io ero convinto che la Juventus potesse fare almeno 37 punti nel girone di andata e almeno 47 in quello di ritorno, portandosi ad una quota di 84 che ritenevo irraggiungibile da qualsiasi altra squadra. La Juventus mi ha voluto smentire facendone 39 nel girone di andata e ben 46 in quello di ritorno con ancora tre partite da giocare. Dissi anche che se Napoli o Roma arrivavano a 80 punti era da considerarsi un miracolo sportivo; a tre giornate dalla fine la Roma ha 71 punti e il Napoli 73; forse a 80 ci arriveranno entrambe o forse no, ma sara’ completamente inutile. E credo che l’occasione che hanno perso se la porteranno nella testa per molti anni a venire.
In realta’, se proprio si vuole parlare di calcio, le possibilita’ della Roma o del Napoli di vincere questo scudetto erano zero quasi da subito. E la dimostrazione e’ la partita che abbiamo visto lunedi’ all’Olimpico; due buone squadre, ben messe in campo e con idee tattiche chiare. Ma di una modestia tecnica assoluta (unico fuoriclasse in campo, Higuain) e che esprimono un livello di gioco che e’ tre categorie sotto a quello della Juventus. E questo diventa particolarmente evidente quando giocano l’una contro l’altra, come gia’ si era visto nella partita di andata. Il Napoli e’ una squadra monodimensionale che vive sui tagli degli esterni e sull’estro di Higuain; se gli si neutralizzano i tagli e Higuain non e’ particolarmente ispirato, praticamente non tira in porta con pericolosita’. E in difesa non e’ impeccabile visti i 30 goal subiti. Inoltre ha le tipiche debolezze da squadra “casalinga”; dei suoi 73 punti ne ha fatti 45 in casa (uno piu’ di noi) e soltanto 28 fuori casa e nelle ultime 5 trasferte ha fatto 4 punti. La Roma ha piu’ variazioni di gioco e anche qualche giocatore con maggior talento, ma ha una difesa persino piu’ scarsa e ha vissuto gran parte dell’anno in confusione tattica.
Insomma se questo scudetto e’ sembrato essere in bilico (ma gia’ dalla fine del girone di andata era chiaro, almeno a me, come andava a finire) e’ stato solo perche’ la Juventus ha sbagliato totalmente il precampionato presentandosi all’avvio in condizioni non ideali; e questo e’ un errore da non ripetere. Perche’ la differenza tra la Juventus e le altre squadre e’ destinata ad aumentare, non a diminuire, almeno nel breve periodo; per motivi economici, organizzativi e di pura competenza calcistica. Se la Juventus l’anno prossimo partira’ in modo normale potra’ veramente vincere il campionato con grande tranquillita’, dedicando i maggiori sforzi alla Champions League, che e’ lo step definitivo.
Le dichiarazioni del dopo scudetto di allenatore e dirigenza vanno in questa direzione e questo mi rende lieto; perche’ nella mia esperienza l’avere le idee chiare ti porta gia’ oltre meta’ della strada.
LA RISPOSTA A TUTTO: