Esiste al mondo qualcosa di più desolante e prevedibile del contesto che circonda il campionato italiano?
Il pezzo che avevo pensato di scrivere oggi riguardava – con l’avvicinarsi del derby e della Roma – il tentativo di indovinare l’attimo in cui questo torneo, al momento lindo, senza polemiche arbitrali, con gli errori in buona fede, i giocatori avversari che protestano accerchiando l’arbitro e facendogli cambiare decisione finalmente intesi come sintomo di sana voglia di vincere e non più di bieca arroganza, i rigori concessi per falli fuori area trattati come sviste perdonabili (“difficile vedere il piede di Pellissier, dai, quello decide in un centesimo”, finalmente!), senza più la conta dei rigori (“che vuol dire? Bisogna vedere se c’erano”, finalmente!), senza più classifiche virtuali (“come fai a dire che se ti avessero dato il gol di Pjanic avresti vinto e non perso?”, finalmente!), ecco, il tentativo di pronosticare l’esatto momento, tra derby e Roma, in cui questo torneo memorabile sarebbe diventato la solita trama oscura per favorire i soliti noti.
Avrei previsto imbavagliamenti post Toro, un clima infernale pre Roma, insomma, la solita storia.
Questo pezzo di fantasia, però, per causa di forza maggiore è saltato e viene sostituito da una edizione straordinaria necessaria per commentare la stretta attualità.
Perché, mentre ragionavo su cosa avrebbe fatto infuriare i cugini granata e ipotizzare complotti i fratelli romanisti, sono successe un po’ di cose: la Roma vince il derby meritatamente – in una partita non esaltante ma a me è comunque è piaciuta molto più della Lazio e anche in misura maggiore di quanto abbia letto in diversi commenti: molta più voglia, organizzazione, anche individualità come un ottimo Nainngolan – dopo il gol Strootman fa una cretinata spruzzando l’acqua ai rivali (ma che ti frega? Chi te lo fa fare?), poi si intuisce una rissa in cui all’inizio non si capisce niente, vediamo Cataldi trattenere la maglia dell’olandese che a terra simula un colpo più grave salve prontamente rialzarsi (e incavolarsi per il giallo subìto!), ammonizione al romanista, rosso al laziale, due a zero della Roma, fine dei giochi.
Il giudice sportivo, esaminando referto e immagini, ritiene che l’arbitro abbia visto la trattenuta ma a causa della reazione di Strootman ne abbia sopravvalutato la vigorìa, passando dunque dal giallo previsto per le trattenute al rosso per Cataldi. Due giornate. Due? Salta Milan, e fin qui non accadrebbe nulla, e Juve.
Ricorso della Roma, si vedrà cosa verrà deciso. Quale che sia la decisione, comunque, a dispetto del clima drammatico di queste ore mi sento di garantire non andremo di fronte a una deriva autoritaria nel Paese e probabilmente i mercati sapranno tenere botta.
Questi i fatti.
Dal secondo dopo, seguendo una tradizione piuttosto antica e cui qui si tiene molto, si scatena l’inferno: città impazzita perché “lo ha ammonito, non si poteva usare la prova tv”, “l’arbitro ha visto tutto e non si può usare la prova tv”, “ma non ha proprio simulato, si era solo spaventato”, ma anche qui per quanto mi riguarda poco male: sono tifosi loro, siamo tifosi noi, il calcio è questo da sempre.
Perfettamente mischiati a loro, per rispettare a fondo la tradizione, ecco i giornalisti, e così becchi la solitamente ottima firma del Corriere della Sera che stavolta twitta che “la sensazione inequivocabile è che ci sia accanimento” e che sarebbe bastato applicare la legge con buon senso per “non alimentare sospetto che cacciano Strootman per favorire milan e juve. Così alimenti tensioni”; un suo collega che nella bio scrive “grillisti non graditi” – presumibilmente troppo complottisti per lui – e poi passa un pomeriggio a diffondere un meme surreale in cui all’allenatore della Samp Giampaolo viene attribuita una frase che rappresenta l’esatto contrario di quella da lui detto realmente; l’altro loro collega, mio amico, che amareggiato per l’ennesima ingiustizia mi dice “tanto voi della Juve siete abituati a essere protetti”, e così via.
Risultano ovviamente del tutto vani i nostri tentativi di ricordare che noi siamo andati a giocarci un match che decideva un campionato senza Ibrahimovic a Milano proprio per la prova TV perché Mediaset (…) aveva colto una cosiddetta “cintura” dello svedese a Cordoba – ma siamo andati sereni, senza Ibra e con il loro arbitro preferito, e abbiamo vinto in casa loro 1-0 -, che il mitico Krasic si è preso una bella squalifica per simulazione grazie alla prova tv, che gli è costata non solo alcune giornate di squalifica, ma anche un discreto linciaggio morale che trovò il suo apice nell’epiteto rivoltogli da qualche evoluto giornalista che pensava “fosse serio, invece era solo serbo”, e così via, ma tanto non importa, perché “a voi non succede mai, siete abituati a essere protetti”, e siamo o non siamo nell’era del trionfo delle post verità?
Poi, ecco la parte che mi interessa di più, interviene la società, quella società che – senza ironia – apprezzo tanto per i tentativi di togliere alcuni difetti atavici di questa città, ma che talvolta ricade nella tentazione di chiamare a raccolta il proprio popolo contro le ingiustizie del Palazzo. E così, se dopo il mitico Rocchi Pallotta abbassava i toni ma la società mandava ancora dieci giorni dopo De Sanctis a sparare contro la Juve e il sistema – deridendo tra l’altro la Juve europea, che sarebbe poi arrivata in finale mentre la sua Roma sparì già nel girone -, stavolta ci pensa Baldissoni a trovare improbabili scuse per giustificare la reazione di Strootman e soprattutto – Sob! Sigh! – a far notare che guarda caso tutto questo accade prima di Milan e Juve.
E quindi ecco che il torneo lindo, senza classifica dei rigori, senza classifica virtuale, in cui i rigori dati per falli fuori area sono quisquilie, le proteste che condizionano gli arbitri sono positive, in cui gli errori sono finalmente in buona fede, insomma quel campionato descritto sopra è già finito, così, all’improvviso, in un cupo pomeriggio dicembrino.
E ora cosa accadrà? Se Strootman verrà riabilitato, “lo vedete che avevamo ragione? Ci hanno provato ma stavolta non potevano proprio…”, altrimenti il consueto “ci vogliono fermare” e poi dipenderà da come andranno le prossime importanti partite: se andrà come sperano, saranno stati eroici, più forti di tutto e “non riusciranno a fermarci”. Altrimenti, il disco lo conosciamo già.
C’è solo uno scenario piuttosto originale da immaginare: la Juve batte la Roma con un gol di Khedira che dopo la rete esulta passando accanto alla panchina dei rivali spruzzando l’acqua per irriderli, con Iturbe infuriato che lo trattiene per la maglia e il nostro che si butta per terra tenendosi la nuca, l’arbitro che espelle il giallorosso, un semplice giallo al bianconero che prosegue il suo match.
Ecco, ora sappiamo che i romanisti la prenderebbero bene, ci farebbero i complimenti per il risultato sul campo, accetterebbero con sportività il comportamento del nostro centrocampista (“dai, non ha simulato, aveva paura e si è buttato per questo”) e si unirebbero a noi nella battaglia contro il giudice sportivo, se solo questo si azzardasse a squalificarlo.
Noi e loro, uniti nella lotta a questo mondo crudele.
E per una volta, almeno per una, il campionato italiano non sarebbe la cosa più desolante e prevedibile che ci venga in mente.
Il Maestro Massimo Zampini
Si ringrazia @pepromano per l’immagine.