Ve li ricordate i discorsi che si facevano due anni fa su Morata? Fa bene la Juventus ad accettare una tale scelta? Chi è Morata? Facciamo come il Sassuolo, ma siamo matti? Quelle domande e chiacchiere ritornano oggi d’attualità dal momento in cui il Real Madrid ha esercitato il diritto di riscattare il giocatore versando nelle casse bianconere i 30 milioni previsti dal contratto.
Possiamo interrogarci sul senso di questa operazione e trarre qualsiasi conclusione, ma è corretto impostare il ragionamento tenendo presente la realtà dei fatti. Anche se l’arco temporale sembra essere breve, due anni nel mondo del calcio possono segnare diverse epoche: la forza economica della Juventus attuale non può essere paragonata a quella di quarantotto mesi fa. Il tempo non è scorso inutilmente per una società che è in evoluzione anche sotto l’aspetto economico-finanziario: acquisti onerosi come quelli di Dybala prima e Pjanic poi non erano possibili nel passato. Questo significa che il contesto è fondamentale in qualsiasi ragionamento e l’acquisto di Morata va inquadrato in quel preciso scenario che vede protagonista una Juventus alla ricerca dell’assestamento in Europa con la necessità di ringiovanire globalmente la rosa alzando contemporaneamente la qualità complessiva. Morata venne individuato come un acquisto sostenibile economicamente e il suo profilo ritenuto adatto per crescere alle spalle della coppia Tevez-Llorente; il campo ha dato ragione alla scelta della dirigenza bianconera. Nel momento in cui venne avviata la trattativa col Real venne imposta la questione della recompra, pratica spesso abituale per la società spagnola, come argomento senza il quale l’affare non sarebbe mai stato portato a fine: era un prendere o lasciare, senza nessuna possibilità di mediare sul punto. La Juventus ha voluto fortemente Morata tanto da accettare questo compromesso e una situazione in cui non sarebbe stata nel futuro in grado di gestire la permanenza del giocatore; ha ragionato appunto da società, guardando a quanto avrebbe potuto aiutare quell’acquisto nell’ottenimento dei risultati sportivi.
Si potrebbe dire che con quei soldi si poteva prendere un altro giocatore (chi? Iturbe?), che si poteva alzare la cifra della recompra, ma in questa trattativa il Real ha sempre comandato le danze: non ha voluto mollare il giocatore tenendosi la possibilità di riportarlo a Madrid o di venderlo nuovamente. Dovremmo smetterla di considerare le società estere come guidate da dilettanti allo sbaraglio mentre le nostre sono gestite da menti illuminate; il Real ha fatto delle operazioni senza senso (come tutti i club del mondo), ma questo non significa che debba sempre muoversi in maniera illogica e irrazionale. Da tifosi si è portati a ragionare diversamente, a fare discorsi di princìpi, a non accettare compromessi, a pensare che la Juventus sia un club in cui tutti stanno bene e che non vogliono lasciare, ma la realtà è più complicata: chi è al comando di una società accetta continuamente mediazioni puntando a ottenere il massimo delle prestazioni. Devono essere pragmatici, non idealisti. Come lo sono i giocatori, professionisti che puntano a guadagnare tanto e bene oltre che vincere: oltre la Juve ci sono altre società (poche) che possono garantire sia vittorie che soldi. I dirigenti accettano questo scenario e sanno che la permanenza di un calciatore può essere di una durata media di 3-4 anni; i tifosi ragionano diversamente e pensano che il loro club sia il migliore e non possa essere abbandonato: vale per un Morata che torna al Real, è il Real eh, o che può andare a un Psg o Chelsea, come per Pjanic che sceglie di lasciare la Roma.
La Juventus ora ha una forza economica maggiore, ma ci saranno sempre delle occasioni da cogliere a determinate condizioni e situazioni in cui dovrà fare i conti con la realtà; è la stessa logica di un’operazione come quella di Cuadrado, arrivato in prestito secco, che ha dato ottimi frutti sul campo, acquisti che rappresentano eccezioni e non la norma. La dirigenza ora è chiamata alla scelta di come completare il reparto d’attacco: lo scenario Morata era ampiamente prevedibile a tal punto che è impensabile che non siano già state valutate alternative (che prevedono anche un eventuale nuovo acquisto del buon Alvaro). Siamo al 22 di giugno, tempo per acquisti ne abbiamo.
Arrivederci, Alvaro
Sembra giunta ormai a conclusione l’avventura di Alvaro Morata alla Juventus, anche se si sa che il calciomercato riserva sempre grossi colpi di scena. Il Real Madrid ha annunciato l’esercizio della “recompra” del giocatore, in virtù del contratto firmato nel 2014. A questo punto, è improbabile che la Juventus rientri tra le squadre che parteciperanno all’asta che probabilmente avrà luogo per accaparrarsi l’attaccante.
I numeri di Morata di questi due anni non sono così impressionanti e il suo rendimento spesso a correnti alternate, soprattutto nelle fasi iniziali di entrambe le stagioni, non spiegano né motivano la tristezza di tanti tifosi, le mie lacrime dopo la finale di Coppa Italia e le numerose discussioni che stanno intraprendendo i tifosi sui forum, nei bar e in qualsiasi posto in cui la Juventus ha riempito il cuore delle persone. Il contributo di Morata va aldilà di numeri, statistiche, matematica, algebra e qualsiasi scienza presente questo pianeta. Per noi juventini, Morata ha significato molto di più. È stato colui che ci ha accompagnato con dolcezza, semplicità, umiltà ma anche grinta e spietatezza in quel sogno meraviglioso chiamato Champions League. E’ stato colui che ha fatto vivere a milioni di juventini una primavera 2015 fuori da ogni schema in cui ogni singolo tifoso non aspettava altro che il suono di quella meravigliosa musichetta. È stato lui più di tutti, più dei leader Tevez, Pirlo, Vidal, Marchisio, BBC e Buffon a incarnare e a rappresentare le emozioni di noi juventini in quei mesi. Il suo carattere serio e timido ha contagiato un po’ tutti noi.
Ora le discussioni tecnico-tattico-economiche dominano. C’è chi si strappa i capelli, chi è contento all’idea di rispedire Alvaro al mittente, chi non sa cosa dire e allora si riguarda gli highlights di Real Madrid – Juventus del 2015, chi invece si dispera per l’ormai quindicesima cessione in due anni di Pogba e chi si lamenta ancora per l’arrivo di Hernanes. Il calcio è meraviglioso anche per questo. Di sicuro, con Morata se ne va un pezzo importante del sogno realizzabile che ci ha accompagnato in questi due anni. Vanno via emozioni e sensazioni che non si provavano da molto tempo. Questa maledetta ricompra per qualcuno è come la mamma che sveglia il figlio il secondo lunedì di settembre dopo tre mesi di vacanza. Alvaro ci ha dato tanto, la Juventus ha dato tanto a lui. Ora c’è la ricompra, ma chissà che magari non sia solo un arrivederci.
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Di Michele Fusco (@mike_fusco)
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Meccanismo del gioco:
- procurarsi un dado a 10 facce o bucare un foglio con numeri da 1 a 10
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Esempio:
- numeri estratti 5-8-3-2-1-7-7-4.
- sequenza estratta: Cavani; Accordo; Voglia di Champions; Interesse Real, Conte, Ristorante Torino, BILD, Agnelli.
News Finale: Juve forte su CAVANI, c’è l’ACCORDO con il club che ha tanta VOGLIA DI CHAMPIONS. Occhio al REAL e ad ANTONIO CONTE. Edinson –INTRAVISTO IN UN RISTORANTE DI TORINO– secondo la BILD è il preferito di AGNELLI.
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