Ok, la passione e la concitazione del momento questa volta mi hanno forse
tradito. In occasione della ufficialità della cessione di Pogba al Manchester
United , mi è sembrato davvero improbabile che il differenziale tra il prezzo di
cessione e la plusvalenza dichiarata dalla Juve fosse la maxi commissione
per il procuratore, visto che il valore di carico residuo al 31/12/2015 del
francese nel bilancio Juve era pari a 5 milioni e 493mila euro.
Tutti i media si sono però ormai sbilanciati in tal senso , anche se, ad onor del
vero ad oggi di certezze in tal senso non ve ne sono ancora.
I comunicati Juve sono stati abbastanza generici (si parla di oneri accessori..)
e temo dovremo aspettare l’assemblea degli azionisti con le domande al CdA
per avere conferme ufficiali, quando sarà possibile fare quesiti pubblici.
Una commissione di intermediazione così pesante pone però alcuni
interrogativi sulla gestione dei diritti sportivi dei professionisti del football.
Intanto qualcuno ha ipotizzato che una percentuale del venticinque per cento
assomigli molto di più ad una TPO mascherata che non ad un compenso di
mediazione.
Cos’è una TPO ? Le Third Party Ownership sono situazioni contrattuali dove è
presente una comproprietà del “cartellino” del calciatore, il quale risulta in
carico per una parte a società terze (generalmente fondi di investimento, si
pensi alla nota Doyen Investments di cui si è discusso a lungo nei mesi
passati), che hanno finanziato inizialmente l’acquisto del medesimo atleta per
poi riservarsi una percentuale in caso di cessione ad altro club.
Ricordiamo che la FIFA ha vietato questo tipo di partecipazioni a partire dal
maggio 2015, consentendo a quelle già in vigore di essere portate alla loro
scadenza naturale mentre la federazione inglese invece ha vietato questo tipo di accordi fin dal 2008.
Altre federazioni (tra cui Spagna e Portogallo) al contrario stanno
promuovendo azioni legali contro UEFA e FIFA , in quanto ritengono il veicolo
del TPO molto importante per dare impulso ai mercati, specialmente quelli del
Sudamerica al quale sono strettamente connessi per ovvie ragioni.
La presenza di commissioni così pesanti potrebbe far pensare ad un Pogba il
cui cartellino fosse informalmente detenuto al 75% dalla Juve e al 25% da
Mino Raiola – o quantomeno da una società a lui facente capo . Immagino
infatti che Raiola gestisca i suoi assistiti per mezzo di una società di capitali ,
vista la portata dei personaggi e le somme relative che ne scaturiscono.
In realtà è facile notare come il pagamento sia stato effettuato totalmente a
favore di Juventus Spa, che sembra poi aver girato a parti terze gli oneri:
altrimenti il club inglese avrebbe dovuto bonificare le due quote
separatamente.
Non sarà dunque una TPO ma di certo siamo di fronte ad una partnership
strettissima su cui si innesta con ogni probabilità la gestione dei diritti e il
contratto monstre con Adidas.
La presenza ingombrante dei procuratori incide ormai in maniera pesante sui
trasferimenti sia dal punto di vista delle decisioni che dal punto di vista
finanziario.
Si è parlato di schiavitù dorata dei calciatori, di speculazione e di turbativa di
mercato.
Certamente , dopo lo stravolgimento avvenuto negli anni ’90 con la legge
Bosman , che ha liberalizzato i trasferimenti, l’ingombrante ruolo degli
intermediari ha reso ancora una volta molto “vischioso” e meno trasparente il
cosiddetto calciomercato professionistico.
Nel nostro caso specifico mi sarei aspettato comunicati più dettagliati da parte
di entrambe le squadre, anche in ragione della quotazione in Borsa di
entrambi i club. Il comunicato del Man Utd ( http://www.francais.manutd.com/NewsAndFeatures/FootballNews/2016/Aug/UnitedsignPogba.aspx?pageNo=1 ) addirittura non indica nessuna cifra. Ma
tant’è.
La regolamentazione è complessa, le Federazioni dei diversi paesi non sono
tutte allineate e l’invasione della finanza nel mondo del pallone temo sia un
processo irreversibile.
Pensiamo ad esempio alla notizia relativa alla emissione sui mercati finanziari
di un ETF calcolato sulle prestazioni sportive e commerciali di Cristiano
Ronaldo.
In sostanza si tratterebbe di un “fondo quotato” (ETF, exchenged traded fund)
il cui sottostante non sarebbe un mercato azionario, una commodity o un bene
rifugio tipo oro o petrolio, ma addirittura un calciatore.
Una forma di partecipazione alle vicende finanziarie di una star
professionistica , il cui andamento sarà legato ai risultati raggiunti, i premi
vinti, i rinnovi contrattuali effettuati e le sponsorizzazioni ottenute.
A breve potremmo forse vedere prestiti obbligazionari delle squadre,rivolti
magari solo ai tifosi e utili a raccogliere mezzi finanziari, garantiti magari da
ipoteche sullo stadio di proprietà o dallo sfruttamento dei diritti di immagini dei
top players. Oppure una parte sempre più corposa degli ingaggi potrebbero
essere un domani variabili e legata al raggiungimento di risultati sportivi o
persino composta anche da stock options di azioni della società calcistica.
Almeno a breve periodo la scelta di Pogba sembra essere stata guidata da
aspetti prima finanziari e poi sportivi. Se osserviamo infatti i dati di Borsa di
Juve e Man Utd, notiamo come la squadra inglese abbia una capitalizzazione
di mercato (cioè prezzo x n.di azioni in circolazione) dieci volte superiore .
Anche le borse dunque sembrano confermare il divario economico
attualmente esistente tra i due club anche se c’è da sottolineare una cosa : il
rapporto prezzo/utili attesi del Manchester é oggi oltre 67, un livello che di
solito è un chiaro segnale di sopravvalutazione della società (la Juve ha oggi
6,58). Che il Polpo abbia sbagliato ?