Il Bayern Monaco si avvicina alla sfida di ritorno degli ottavi di finale di Champions League come meglio non potrebbe: i bavaresi guidati da Pep Guardiola hanno infatti schiantato il malcapitato Werder Brema con un perentorio 5-0. Anche se va detto che la resistenza mostrata dagli ospiti non è stata esattamente tra le più strenue e convinte, la partita di ieri ha comunque fornito alcuni spunti interessanti in vista della gara di mercoledì sera. Qui elenchiamo e discutiamo i 4 più significativi.
1) Esterni intercambiabili: nella gara d’andata dello Stadium Guardiola ha schierato sulle corsie esterne il duo formato dall’imprendibile Douglas Costa e un Robben non ancora al top della forma ma comunque sempre letale. Ieri sera contro il Werder sono invece scesi in campo Franck Ribery, impiegato a sinistra, e l’ex bianconero Kingsley Coman, sul versante opposto. Il potenziale offensivo della squadra è rimasto pressoché invariato, e anzi gli ingranaggi del Bayern sembravano scorrere meglio grazie all’altruismo e la propensione all’assist di Coman, contrapposti all’”egoismo funzionale” di Robben, che giocoforza stringe il campo in quanto mancino che gioca sull’out di destra. Ben 3 i passaggi decisivi per il giovane francese, che mette in cascina anche 61 passaggi completati su 64 e 7 dribbling riusciti, il migliore davanti a Yatabaré del Werder. Da non escludere un suo impiego a sorpresa dal 1′ mercoledì sera.
2) Occhio a Thiago: migliore in campo assieme al già citato Coman, il ritorno di Thiago Alcantara a pieno regime rappresenta la vera arma in più dei rot-weiss. Voluto fortemente da Pep, che ha atteso pazientemente il suo rientro dopo vari infortuni, il centrocampista spagnolo ieri ha messo in piedi una gara sontuosa dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Ben 103 palloni smistati, con 95 passaggi riusciti, 6 tackle riusciti su 6, una traversa, un gol propiziato con una grande conclusione aerea da fuori e due reti da incursore vero su due assist di Coman. Thiago fornisce al Bayern caratteristiche che le altre mezzali offensive in rosa non possono garantire tutte insieme: palleggio a livelli eccelsi, ottimi tempi d’inserimento (chi ricorda la finale degli Europei Under 21 contro l’Italia?) e una gran conclusione da fuori. Dall’inizio o a partita in corso, un grattacapo in più per la Juventus.
3) Difesa, Benatia resta un caso: in seguito alla partita contro la Juve, Guardiola non ha mai schierato la stessa difesa per due partite consecutive. Il recupero di Benatia avrebbe dovuto fornire certezze a un reparto fino ad allora composto, oltre che dai terzini Bernat e Lahm, da due adattati nel ruolo come Kimmich e Alaba; invece il marocchino non ha convinto appieno il tecnico catalano, che nella gara più importante delle ultime settimane, quella del Westfalenstadion contro il Borussia Dortmund, ha preferito schierare la retroguardia vista dal 1′ allo Stadium. Praticamente certo il forfait di Martinez, neanche in panchina ieri, allo Stadium potremmo rivedere la stessa difesa dell’andata, con Benatia unica possibile variante qualora Pep decidesse di aggiungere centimetri a un reparto non esattamente ciclopico, escludendo Bernat e riportando Alaba sull’out di sinistra, proprio come avvenuto ieri sera contro il Werder.
4) Turnover ragionato: preso atto delle difficoltà non certo insormontabili relative alla sfida col Werder Brema, Guardiola ha tenuto fuori dalla formazione titolare molti degli uomini “di corsa” che avranno bisogno di lucidità e freschezza mercoledì contro la Juve. Out dunque gli esterni Douglas Costa e Robben, ma anche Lewandowski e Vidal, col cileno che potrebbe fungere da schermo dei due centrali difensivi come avvenuto nella gara d’andata. Richiesti invece gli straordinari a capitan Lahm e Xabi Alonso, punti di riferimento importanti dal punto di vista tecnico ma anche psicologico. Cambiare senza snaturare, questo l’imperativo di Pep.
Alex Campanelli