Un mese fa la Juventus aveva già archiviato il suo ottavo scudetto di fila, rubando ognuna delle 24 vittorie su 27 partite. Tutte, in un modo o nell’altro. Non più con clamorosi gol alla Muntari (c’è la Goal Line Technology, che la Juve ora tarocca in Champions, come contro l’Atletico), non più con gol in fuorigioco (c’è il software 3D infallibile, anche se “laggente” si indigna e si fida più di un fotogramma sfocato e distorto sui social che della tecnologia).
La Juve aveva rubato quelle 24 gare in modo subdolo, indiretto, 2.0: la gestione dei cartellini, un controfallo a centrocampo, una rimessa laterale invertita, una punizione battuta più avanti di mezzo metro. A certificare le ruberie c’erano labiali colti a tradimento, dialoghi juventini-arbitri nei tunnel, la gestualità, l’arroganza. La Juve aveva raffinato così tanto la sua arte ladresca, da rubare anche per un’applicazione troppo rigorosa del regolamento, senza buon senso (ricordate il rosso per le manette di Cacciatore?) o quando la collaborazione tra VAR e arbitri funzionava in modo troppo perfetto: come nel gol annullato a Saponara.
C’era però, in quel tempo ormai andato, un punto fermo: quando la Juve non vinceva, o addirittura perdeva, il tifo contro unito e compatto, fomentato da un certo giornalismo assuefatto dalla categoria narrativa “Pezzone sulla Rubentus”, miracolosamente si placava, smetteva di vivisezionare fotogrammi e labiali, ometteva qualsiasi tipo di errore arbitrale (contro la Juve) con toni concilianti o comici (“bene il VAR, mancano 2 rigori alla Juve“).
Il Genoa di Juric, messo lì appunto da Moggi per regalare i 3 punti alla Juve, pareggia. E la gente si placa.
L’Atalanta di Gasp, che si scansa o cerca di scansarsi prima della neve, pareggia e vince. E la gente si placa.
Il Parma pareggia 3-3, e in quel caso sono gli Juventini, quelli del #FinoAllaFine, ad indignarsi schifati verso la propria stessa squadra.
Tutto è cambiato nell’ultimo mese. L’ultimo furto vecchio stampo è stato ovviamente proprio contro il Napoli (duplice: arbitrale per il rosso a Meret, morale per il palo di Insigne) con l’arbitro che espelle Pjanic e dà rigore a Napoli ormai a “furto fatto”, per dissimulare la sua juventinità.
Il gap di 20 punti, un Napoli svogliato che ne perde 3 su 5, una corsa Champions, anzi, una camminata con ritmi da lotta per la salvezza, compiono il miracolo: la Juve ora ruba e falsa il Campionato anche quando perde, MIRACOLO! Si passa dall’indignazione alla paranoia, il fiume dell’odio antiJuve è così dirompente da spezzare gli argini ed adeguarsi repentinamente ai nuovi percorsi: la Juve ha perso, Campionato falsato.
Si parte col 2-1 a Genoa, con una Juve svuotata per le fatiche di Champions. Nonostante i 2 rigori negati ai bianconeri (che in altri tempi avrebbero portato al classico “non vi lamentate, per una volta su mille che capita a voi, ormai a delitto fatto“), nonostante un KO senza appello, il popolo antijuventino ribolle e trova una nuova via per urlare al campionato falsato: LA JUVE HA VENDUTO LA GARA AL GENOA DOPO LA PLUSVALENZA FATTA CON STURARO. Che non a caso segna. Tutto combinato, delitto perfetto, non siamo così fessi.
Si prosegue col 2-1 al Milan, altra rimonta. I rossoneri recriminano per un rigore (rivisto al VAR) non assegnato 90 secondi prima dell’effettivo vantaggio. Ininfluente quindi, e invece fioccano i “fammi andare sul 2-0 e poi vediamo“. Poi la Juve rimonta con errori di qua e di là e vince. E’ il primo (vero?) furto arbitrale abbastanza palese (ci sono attenuanti sul mani di Sandro, ma concediamo che sia così), ma a cosa mai potrebbe servire ad una Juve a +18? Perché il sistema e Fabbri (che il giorno dopo avrà cam dedicata 24 ore su 24) avrebbero dovuto favorire la Juve? Duplice risposta paranoica: per far vincere lo scudetto prima possibile in modo tale da concentrarsi solo sulla Champions (ricordate questa logica), e per allontanare il temibile e ricchissimo Milan dalla Champions, che consentirebbe ai rossoneri di contrastare il dominio Juve (come l’Inter quest’anno insomma, a 30 punti…). Non sono deliri dei tifosi complottisti (tra i quali gli interisti, in lotta con i milanisti, che si indignavo e urlano al furto!!), ma è il tema di tutti i media sportivi per 72 ore, con Leonardo che vaneggia di ammonizioni, 12 domande di fila sul “rigore, gara falsata” dei giornalisti a Gattuso, fino alle scuse di Rizzoli (annunciate ma false, visto che lo stesso si è limitato a spiegare perché l’intervento di Mandzukic non è stato rivisto al VAR.)
Si arriva a Spal-Juventus, 2-1, ancora una rimonta, subita dalla Juve. Cosa si inventeranno i complottisti? Quelli che un tempo avrebbe gioito per una sconfitta bianconera? La Juve non ha venduto alla Spal nessuna giovane plusvalenza, la Spal non è una di quelle che si scansa, schiava della Juve (ma potrebbe diventarlo nei prossimi anni), la Spal non è in “passeggiata Champions” contro il Milan. Addirittura il 2-1 Spal arriva dopo un tocco di spalla/braccio di Murgia (molto “vallo a rivedere”).
La Juve, che ha falsato la lotta Champions rubando col Milan per arrivare prima allo Scudetto matematico e pensare solo alla CL, a 3 giorni dalla CL e con scudo quasi matematico, ora falsa la lotta salvezza perdendo di proposito contro la Spal. E’ la paranoia al cubo, un Inception di paranoie che non ha una spiegazione logica ma attiene più alla diagnosi di patologie da tifo contro.
Non è solo la créme dei tifosi antiJuve, milanisti, interisti e così via (mentre i tifosi di quelle in lotta salvezza sono dispiaciuti ma non ci vedono alcuna illogica falsificazione), ma sono i giornalisti a parlare di campionato falsato, non i soliti ultra-faziosi, delle radio romane, campane, delle testate milanesi, ma quelli “moderati”, quelli juventini (?!) che hanno diretto Tuttosport:
o che hanno scritto le biografie con Del Piero:
Crosetti prosegue poi stalkerando, con la sua ironia sul turn over, un account fake di Georgina, ma questo sarebbe davvero indagare oltre la follia.
Il tema nuovo è “La Juve perde, campionato falsato!“, peccato che delle proteste dei club rivali della Spal non ce ne siano, anzi l’unico interpellato è Tudor, allenatore dell’Udinese, che in modo tranquillo dice che la Juve doveva ovviamente fare turn over non rischiando uomini (come l’Ajax con De Jong). Ma si sa, Tudor è stato Juventino, e avrà imparato l’omertà.
La sera poi si gioca Milan-Lazio, decisiva per la Champions, c’è un rigore VAR dato al Milan, poi tolto, poi ridato per un intervento successivo, poi nel finale una richiesta di rigore per la Lazio, non rivisto al VAR, basta il silent check. Rissa finale. Normale amministrazione che non merita titoloni (non c’è la Juve…). Ciò che accade al fischio finale invece, con Kessié e Bakayoko che espongono sotto la curva, a mo’ di scherno, la maglia che Acerbi aveva scambiato con Bakayoko per stemperare gli animi è inqualificabile, nonostante le scuse postume sui social dei due.
Quali saranno i titoli? Veleni e polemiche? Rissa Champions? Kessié ci ricasca (dopo la lite con Biglia), VAR intermittente? Niente di tutto questo:
SI! Kessié!! E accontentiamoci che il titolone non sia “Spal-Juve, campionato falsato!”
Sandro Scarpa