La cerimonia di inaugurazione del London Stadium, sobria ma emozionante, strappa applausi già prima del match che, quando inizia, sembra un inno alla Juve, viste le divise delle due squadre: completamente nero il West Ham, tutti in bianco gli uomini di Allegri.
Gli Hammers hanno già disputato i preliminari di Europa League, sbarazzandosi degli sloveni del Domzale e lunedì 15 agosto faranno il loro esordio in Premier League contro il Chelsea. Ovvio quindi che, come sottolineato da Allegri alla vigilia, siano più avanti nella preparazione e abbiano più benzina. Eppure è la Juve a comandare il gioco, stabilendosi nella metà campo avversaria e impensierendo subito Adrian con la girata di testa di Mandzukic, pescato in area da Pjanic.
Gli inglesi sembrano meno organizzati ma, spinti dal pubblico, riescono a arrivare al tiro con Valencia, che da posizione defilata, centra la base del palo. Tempo di ribaltare il fronte dell’azione ed ecco il gol dei bianconeri, con la premiata ditta Mandzukic-Dybala: al 18′ il croato stacca sull’assist di Dani Alves e fa da sponda per la Joya, che anticipa Adrian e piazza in rete il vantaggio. Tre minuti dopo si invertono i fattori, ma il prodotto non cambia: l’argentino entra in area dalla destra e tocca in mezzo per il compagno di reparto che, davanti alla porta non ha difficoltà a raddoppiare.
La Juve è padrona assoluta del campo: in mezzo Pjanic è un metronomo puntualissimo e sulle fasce Dani Alves, ottima la sua prima in bianconero, e Alex Sandro dominano. Quando però i bianconeri abbassano il ritmo, gli Hammers tornano a farsi vivi in avanti, con il destro dal limite di Byram che termina lontano dai pali. È invece ben indirizzato il colpo di testa di Carrol: Buffon ci arriva, la respinta però è debole e lo stesso Carrol riesce a ribadire in rete, accorciando le distanze.
La gara comunque non cambia padrone e potrebbe anzi arrivare subito il terzo gol della squadra di Allegri, ma il West Ham si salva in maniera a dir poco rocambolesca: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Mandzukic calcia da pochi metri e Adrian riesce a respingere, sul pallone arriva Alex Sandro la cui conclusione viene ribattuta sulla linea, quindi tocca a Benatia, che centra in peno la traversa. Neanche si giocasse a flipper…
La ripresa inizia con l’esordio di Higuain, che rileva Mandzukic, con il sinistro di Dybala, che sfiora l’incrocio dopo una prepotente cavalcata di Alex Sandro, ma anche con il pareggio del West Ham: il solito Andy Carrol stacca più in alto di tutti sul cross di Noble e infila alla destra di Neto, entrato al posto di Buffon. L’attaccante inglese lascia quindi il campo a Fletcher e si gode la meritata ovazione dei 54.000 del London Stadium.
Al quarto d’ora arrivano altri quattro cambi per i bianconeri e anche Pjaca gioca la sua prima gara con la Juve, entrando al posto di Dybala. Con l’ingresso di Zaza per Pereyra, qualche minuto dopo, il croato va a piazzarsi sulla tre quarti e offre qualche spunto interessante, mostrando tecnica da vendere, velocità di passo e di pensiero.
Le tante sostituzioni spezzano un po’ il ritmo della gara, che comunque la Juve continua a tenere saldamente in mano. E quando al 40′ Marorne, entrato al posto di Lemina, lancia Zaza sul filo del fuorigioco e l’attaccante lucano infila Adrian in diagonale, arriva il giusto premio per l’impegno con cui i bianconeri hanno affrontato il test match. Ce ne saranno altri due prima dell’inizio del campionato: sabato prossimo, a Modena, quello con l’Espanyol e mercoledì 17 agosto la festa in famiglia a Villar Perosa. Poi si farà sul serio. E la Juve sarà pronta. È già pronta.
WEST HAM UNITED-JUVENTUS 2-3
RETI: Dybala 18′ pt, Mandzukic 21′ pt, Carrol 34′ pt, Carrol 7′ st, 40′ st Zaza
WEST HAM UNITED
Adrian, Antonio (30′ st Payet), Reid, (1′ st Oxford) Ogbonna (1′ st Collins), Byram (41′ st Page); Cullen (38′ st Browne), Nordtveit; Feghouli (1′ st Burke), Noble (15′ st Quina), Valencia (30′ st Samuelsen); Carrol (10′ st Fletcher)
A disposizione: Spiegel
Allenatore: Bilic
JUVENTUS
Buffon (1′ st Neto); Dani Alves, (15′ st Untersee) Benatia (15′ st Barzagli), Rugani (15′ st Chiellini), Alex Sandro (42′ st Kastanos); Lemina (34′ st Marrone), Pjanic (34′ st Macek), Asamoah (24′ st Hernanes); Pereyra (24′ st Zaza); Dybala (15′ st Pjaca), Mandzukic (1′ st Higuain)
A disposizione: Loria
Allenatore: Allegri
ARBITRO: Taylor
ASSISTENTI: Kirkup, Nunn
QUARTO UFFICIALE: Finch
West Ham-Juve 2-3: Allegri toglie le rotelle alla bicicletta
West Ham-Juventus ci offre la prima vera sbirciata sulla stagione imminente. L’amichevole al London Stadium sa di Europa, e le line up del primo tempo sono da gara ufficiale. La partita ci mostra fin da subito quale sia l’ideale che Allegri vuole perseguire, 4312, un difensore in meno, un centrocampista in più: squadra ragionatrice in basso, dinamica e verticale mentre sale, pochi tocchi, palla che si muove più veloce del solito, tutto all’insegna della qualità tecnica.
Subito una particolare notevole: Pjanic vertice basso a fare il regista. Alex Sandro, Rugani, Benatia, Alves in difesa. Questo quintetto di piedi buoni garantisce un upgrade critico nel giro palla basso: la palla (almeno oggi) va realmente dove vogliono loro, e la manovra non è “guidata”, condizionata, dalle imprecisioni.
La Juventus appare in assoluto controllo nella propria metà campo, una sensazione nuova e piacevole.
A possesso consolidato, gli esterni brasiliani sono molto propositivi, come il libretto delle istruzioni del 4312 indica, Pjanic gioca spesso in verticale su di loro o su Dybala. Vediamo così le mezzali, Asamoah e Lemina, che stringono per dialogare con l’argentino. Davanti si ritorna con nuovi interpreti al meccanismo che portò fino in finale a Berlino nel 2015, Dybala riferimento sulla trequarti, Mandzukic che lavora di sponda in sua funzione, e Pereyra ad incunearsi negli spazi.
Il primo tempo è veramente incoraggiante, non si nota la superiorità atletica degli inglesi, il cui campionato inizia fra una settimana. I bianconeri sono incalzanti, si presentano spesso in area con una manovra che sorprende per fluidità ed efficienza, pochi tocchi, la palla si muove in verticale e raggiunge spesso l’uomo libero sul lato scoperto (il cosiddetto lato debole, quello sul quale non è posizionata la sfera). Il primo gol nasce così: cross dalla trequarti di Dani Alves sul secondo palo, sponda di Mandzukic, Dybala a rimorchio.
Secondo gol ancora da destra, giocate a un tocco in verticale tra Lemina e Alves che liberano Dybala palla al piede. Dopo pochi istanti sul lato opposto Mandzukic deve solo battere il portiere.
Dani Alves sembra già imprescindibile, è decisivo nei cambi di gioco, anche nell’ultimo terzo di campo pesca molte volte con precisione l’uomo sul secondo palo.
Nel secondo tempo, ancora difesa a 4, nonostante l’ingresso di Chiellini e Barzagli. Sembrerebbe proprio che la main road sia stata tracciata. Forse. Fa il suo esordio un gargantuesco Higuain, entra anche Pjaca al posto di Dybala, e si rimane con l’assetto di partenza (4312), niente albero di natale quindi. La partita ora sembra piu un’amichevole, il ritmo scende e i carichi di lavoro si fanno sentire, il West Ham rimonta con Carroll che sovrasta tutti in area per due volte. Esce Pereyra, e Allegri ci mostra un’altra sfumatura di Pjaca, il croato va a finire dietro le punte con Zaza a far coppia con Higuain. Nel finale spazio a molti primavera e al 352, entra Marrone e come ogni anno ci fa dubitare del suo destino, apparecchiando con un lancio “a lá” Bonucci il match winner per Zaza.
Nel complesso una prestazione da incorniciare, al di là del punteggio, Allegri sembra aver ben chiaro in testa cosa fare con i pezzi pregiati che gli sono arrivati, sa che può osare, andare più veloce, e per farlo sta togliendo le rotelle dalla bicicletta.
Pjanic playmaker aggressivo: prove tecniche di trasmissione
C’era molta curiosità per la prova di Miralem Pjanic contro il West Ham. Vertice basso del rombo in un 4-3-1-2 con Pereyra alle spalle della coppia Dybala-Mandzukic (più Lemina e Asamoah a guardargli le spalle), l’ex Roma è stato testato per la prima volta in un ruolo che Massimiliano Allegri vede tagliato su misura per il bosniaco.
Dopo 78 minuti di impiego, il giudizio varia dal buono al rivedibile. E questo perché la bontà dell’intuizione del tecnico toscano andrebbe messa alla prova in un contesto molto più competitivo del calcio d’agosto.
In fase di costruzione poco o nulla da eccepire: la palla gira con i modi e i tempi giusti (almeno nel primi 45′), con un approccio molto più verticale rispetto a quello cui siamo solitamente abituati con Marchisio. Interessanti alcuni scambi con Dybala, così come la ricerca del taglio di Dani Alves alle spalle della difesa avversaria, in una giocata che ai più attenti avrà richiamato l’asse Pirlo-Lichsteiner di qualche tempo fa. Difensivamente, invece, il giocatore è stato inizialmente poco sollecitato, pur lasciando intendere un’interpretazione della doppia fase molto più dinamica rispetto allo stesso Pirlo o a un Hernanes: alla staticità e all’attendismo dei primi due, fa da contraltare la ricerca spasmodica dell’anticipo e la lettura preventiva delle linee di passaggio nelle quali infilarsi. Approccio che paga se sostenuto da un’adeguata condizione fisica, ma che può portare a contraccolpi pericolosi se il reparto (così come accaduto nei primi 20-25 minuti della ripresa) finisce con il disunirsi a causa di gambe rese pesanti dai carichi di lavoro.
Il tutto, comunque, al netto di un West Ham apparso lontano parente di quello che ha furoreggiato durante la scorsa Premier League. E’ presto, quindi, per poter dare un giudizio definitivo: di sicuro se ne riparlerà. E, altrettanto sicuramente, Allegri vede Pjanic in quella posizione. Almeno fino al ritorno di Marchisio.