Un’Italia senza il Maestro. E senza quello che sembrava essere uno dei pupilli del commissario tecnico. Niente Europei per Pirlo e Giovinco, dunque. Le motivazioni? “Abbiamo valutato lui e Giovinco, normale che se scegli di andare a giocare là in termini di calcio puoi pagarne le conseguenze. Abbiamo valutato tecnicamente, non abbiamo lasciato niente al caso. Chi pensa diversamente sbaglia, siamo stati presenti ovunque per avere le idee chiare e precise. Penso di aver scelto i 30 che danno più garanzie“. Conte quindi è molto chiaro: il campionato americano non è allenante, non è competitivo, non è all’altezza delle principali leghe europee. Questa la sua valutazione, una convinzione chiara e forte tanto da escludere appunto due giocatori stimati, difesi e con i quali si è creato ai tempi della Juventus un legame forte: Conte ha anteposto a tutto quelli che ritiene essere gli interessi della squadra senza guardare in faccia a nessuno.
Non la pensa così Dunga. Il ct del Brasile nel stilare le convocazioni per l’imminente Copa America ha inserito Kakà: l’ex giocatore di Milan e Real milita anche lui nella MLS dove indossa la maglia degli Orlando City, compagine con la quale sta allungando la propria carriera mettendo ancora in mostra alcuni buoni lampi; Dunga quindi non ritiene il campionato americano poco allenante: porta un giocatore indipendentemente dalla lega in cui partecipa; Conte no. E convoca Kakà per sostituire Douglas Costa, chiama uno dei simboli di quel calcio che ospiterà l’edizione dei 100 anni della Copa America, compiendo quindi anche una scelta politica.
Siamo forse noi provinciali? Siamo forse noi che sottovalutiamo la MLS (che s’è incazzata parecchio quando ha sentito le parole del nostro ct)? Siamo noi quelli che continuano a dire che il nostro campionato è quello più difficile – ora ci siamo arresi all’evidenza e non possiamo dire che è quello più bello -, che i nostri arbitri sono più bravi, che la scuola di Coverciano è la migliore e gli allenatori italiani sono i migliori. Ecco, guardando le convocazioni dell’Italia, è normale chiedersi se è corretta la valutazione di non inserire Pirlo e Giovinco mentre andranno in Francia calciatori che nemmeno scendono in campo o raccolgono briciole; se è meglio non chiamare un giocatore in forma nel proprio campionato (Giovinco lo è, Pirlo decisamente meno) piuttosto che portare una riserva solamente perché quel campionato viene considerato non competitivo. Meglio guardare sempre al valore dei giocatori. E probabilmente giustificare le proprie legittime scelte senza tirare in ballo la qualità delle varie leghe.