Lo stato dell’arte: Miralem Pjanic semaforo al centro dell’incrocio-squadra; Blaise Matuidi braccio sinistro necessario; Sami Khedira che viene e che va, alla ricerca della continuità, con fiducia incondizionata fino a giugno; Rodrigo Bentancur che è spuntato come un coniglio dal cilindro proprio quando il mago ne aveva bisogno per tranquillizzare (ed eccitare) la platea; infine Emre Can e ciò che è sopravvenuto, ciò che va lasciato con i puntini di sospensione, senza fissare date, aspettative, costrizioni. Cinque in tutto, più le svariate mezzali che Allegri può pensare e immaginare per questo ruolo che è il vero centro di fluidità del calcio attuale dell’allenatore. E lo si sapeva e sottolineava già in estate dopo il reciproco silenzioso saluto (invitato dal club) con Claudio Marchisio. E lo si sussurrava perché in apparente controtendenza sbilanciata rispetto al pacchetto dei difensori centrali, tutti tra l’altro naturali, senza grandi jolly da spendere qua e là per il campo.
Eppure… eppure la Juventus ha due squadre e mezza, proprio per scacciare ogni brutto pensiero e per mettere in conto le lungaggini di una stagione nella quale non si potrà mai chiedere alla squadra di tirare il fiato. E’ una stagione con presupposti, quotidianità e obiettivi diversa dalle altre. Come e più di ogni stagione trascorse rispetto alle precedenti. Ogni volta una sfumatura, ma questa volta è quasi una frattura (nel senso propositivo del termine). Insomma, uno strappo che significa anche dover strappare alle regole in caso di necessità. Ecco perché il “no” che Fabio Paratici confeziona ai giornalisti che oggi, ancora nel mese di novembre, provano a mettere il naso nel mercato invernale che verrà. “No” al pensiero sul centrocampista, no alla necessità, no lavori in corso. E se credere è un dovere, pensare diventa un piacere. Ecco perché pensando, e annusando, il NO è già un MA e probabilmente quindi un SI.
Come si potrebbe tradurre questo annuire affermativo? Le strade sono sostanzialmente tre e il club non uscirà da questa logica:
– soluzione pseudo-interna: opzioni risicate. Mandragora non è uscito in prestito bensì a titolo definitivo dopo un lungo tiramolla, Sturaro è inabile e inarruolabile allo stato attuale delle cose vittima anche di un infausto infortunio estivo in spiaggia (e comunque una cosa è l’emergenza, e un’altra è la prospettiva Champions a breve termine). Altro in giro c’è poco o nulla che la Juventus abbia per mano, aprendo un discorso ancora a parte riguardo la politica di dispersione circa il controllo della base del mercato nostrano. Inopinatamente il panorama tra i “già in parte pronti” offriva ben poco: Sensi non è mai stato in controllo concreto bianconero (checché si scrivesse), Marotta/Paratici un anno fa per Locatelli ci avevano anche provato… non resta che assicurarsi Melegoni dell’Atalanta e ricominciare.
– soluzione di garanzia low-cost: tutti contro tutti. Chi non possiede un debole personale per uno quasi qualunque dei centrocampisti che navigano a vista in giro per l’Europa? Chi Fabregas, chi Hector Herrera, chi l’altro Herrera, chi Dembelé del Tottenham, chi un altro Dembelé (perché tanto un altro centrocampista che si chiama Dembelé c’è di sicuro), chi Vidal che non sia solo e soltanto cuore, chi Marchisio che è solo cuore, chi Behrami e affini. Strootman è automaticamente escluso dall’aver già vestito due diverse maglie in gare ufficiali 2018/19. Persino Allegri e Paratici possono avere un debole, ma non sarà un criterio: questa fattispecie di calciatore possiede l’unico criterio della funzionalità nel sistema della Juve 8.0.
– soluzione (giornalisticamente) all-in: anticipare per Rabiot, forzare per Barella, lavorare ai fianchi per Ramsey, sempre che uno di questi convinca davvero al 100% – che Rabiot piacesse e che Barella piaccia è agli atti, ma non basta – e che non ci si faccia attrarre dalle centrifughe mediatiche del mercato, tanto più in piena sosta nazionali. Sulla base dei rumours e delle microletture online ci sarebbero diversi altri nomi da citare. Ma non ne vale la pena, il sospeso di novembre non fa parte di ciò che serve al tifoso. Uno però è diverso, va collocato in una categoria a parte e in cuor nostro tutti lo sappiamo: quando si parla di Paul Pogba, bisogna farlo con il massimo del riguardo. Ecco allora che in ambiti legali torinesi spunta finalmente il coraggioso che si prende la briga di affermare: “La Juve per Paul ci sta concretamente provando, andando nel merito dei dettagli, già per gennaio”. E noi… noi… non possiamo che iniziare a lavorarci. Aspettavamo un significativo ciak, alla faccia dei sacrosanti NO di Fabio Paratici.
Luca Momblano