Un Higuain a centrocampo

Chissenefrega di Nzonzi. Bene, ora che ho ottenuto la vostra attenzione, parliamo seriamente. Da quando si è sgranato il formidabile trio Pirlo-Pogba-Vidal, la Juventus è in cerca della quadratura del cerchio di un centrocampo che era tra i più forti del mondo (il più forte?) e che ora è “solo” un buon centrocampo.

Corollario: l’irresistibile paradosso che a Berlino, contro il Barcellona, in mezzo eravamo formidabili, “ma sai, la squadra non era pronta” e a Cardiff eravamo pronti, “ma sai, se quella mediana inizia a giocare come sa, noi lì in mezzo non reggiamo…”.

 

In due anni, dunque, niente quadratura. Abbiamo sognato per lunghe e afose estati Goetze e Isco (Witsel dove sei?) e sono arrivati Hernanes e Rincon. Nel mezzo ecco Khedira e Pjanic, che sono due ottimi giocatori, che sono costati in due poco più di 30 milioni, e che soprattutto sono stati il minimo sindacale per non doversi tenere Padoin (mi manchi) da affiancare a rotazione a Sturaro e Lemina. Insomma, qualcuno lì in mezzo doveva pur giocare, e giocano buoni giocatori, a tratti ottimi giocatori, che sono tuttavia il minimo sindacale per una squadra il cui progetto di base è vincere.

 

Ma noi abbiamo sognato gli Isco e i Goetze (qual è l’ideogramma per Witsel?) non perché abbiamo seguito da buon gregge lo strillo del giornale del momento. Al contrario, è quello che ha chiesto per due stagioni di fila Allegri alla società, mettendola in moto su un’idea di mercato che poteva veder variare la figurina del momento, ma che rimaneva sempre la stessa. A distanza di due anni sempre lì stiamo.

 

Prendiamo Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco. Le tre squadre alle quali una larghissima fetta della critica ha accostato la Juventus. Molti, non senza una buona dose di ragioni, per dire che erano le uniche superiori alla Juve. E prendiamo per ognuna due dei centrocampisti titolari: Modric&Kroos, Iniesta&Rakitic, XabiAlonso&Thiago Alcantara. Ora, sinceramente, Khedira (io adoro Khedira) e Pjanic (io imparerò ad adorare Pjanic) – inserite a piacimento la variabile Marchisio – sono a quel livello? Io dico di no.

 

E stante una difesa a cui, almeno fino al Mondiale, serve giusto un ritocchino per ridare fiato agli esterni, e un attacco formidabile al quale hai già garantito alternative come Schick, Pjaca e Orsolini (Orsolini?), alla Juventus 2017-2018 serve un’unica cosa per elevare davvero ulteriormente la propria qualità: un Higuain a centrocampo.

 

E dico Higuain sia per il valore tecnico, sia per l’allure di cui è stato latore, sia per lo sforzo economico necessario per portarlo allo Stadium. Serve l’Higuain di centrocampo per fare quel salto tecnico che puntellando anche con intelligenza la squadra altrimenti non faresti.

 

Servirebbe un Modric, o un Dele Alli, due giocatori che con caratteristiche completamente diverse quando accendono la luce dominano il centrocampo e strappano in due le partite. Ok, scendo dalla luna. Modric e Alli sono imprendibili, per costo del cartellino e per ingaggio. I sogni sono belli perché sono tali.

 

Ma siamo sicuri che, scendendo di mezza tacca appena nella scala di valori, imbastire un’operazione per portare a casa (dico due nomi da sempre nell’Olimpo delle mie preferenze, ma ne potrei citare altri, ne potreste citare altri) Rakitic o Eriksen sia impossibile? Certo, sarebbe onerosa, potrebbe arrivare a sfiorare (ma anche no) il costo del blitz Higuain, ma farebbe salire indiscutibilmente il livello della squadra.

 

E qui si torna a Nzonzi. Perché a me Nzonzi piace molto, lo ritengo una delle chiavi se non la principale del successo del Siviglia di Sampaoli finché è durato. Sarebbe come aggiungere una colonna all’interno di una cattedrale alla quale manca l’ultimo capitello. Ma siamo sicuri che non sia meglio puntare su quel rosone da dieci metri di diametro, per il quale i pellegrini farebbero migliaia di chilometri solo per poterlo ammirare? In sintesi: Nzonzi rientrerebbe perfettamente nelle rotazioni del centrocampo, a mio avviso scalerebbe in fretta le gerarchie. Modric, Alli, Rakitic, Eriksen (l’ordine non è casuale) cambierebbero la squadra pur lasciandola intatta nei suoi principi fondamentali.

 

Dunque viva Schick, il nuovo Van Basten, viva De Sciglio (il nuovo Pessotto?), viva Nzonzi. Ma siamo sicuri che siano queste le chiavi della macchina che porta a Kiev (città individuata a caso solo per la sua estrema distanza e per l’usura alla quale le strade ucraine sottopongono ancora oggi la più solida delle Trabant)? Io dico di no. E dico che l’unico modo sia di puntare tutto sull’Higuain di centrocampo. Il nome fatelo voi.

 

Ps: Come dite? Verratti? È forte, eh. Ma sul serio spendereste 80 milioni per un giocatore che a 25 anni è ancora in un limbo tattico per il quale nemmeno lui sa esattamente se sia un regista, un play basso o una mezz’ala? Una specie di Kovacic con l’hype degli emiri e dell’esser stato un goldenboy zemaniano? È forte Verratti, ma 80 milioni no, dai.

Pps: Witsel, qual è il vero sapore degli involtini primavera?

Pietro Salvatori