Fossimo in Maurizio Sarri, smetteremmo istantaneamente di credere nel karma: la sua Juventus, quella che nel post-calciopoli ha conquistato in maniera più autorevole e con più anticipo la testa del girone, ha concrete possibilità di trovarsi di fronte qualche brutto cliente, per vari motivi scivolato al secondo posto del proprio raggruppamento, già dagli ottavi di finale. Ecco le possibili avversarie della Juve nel prossimo turno di Champions League.
Gruppo A – Real MadridEmbed from Getty Images
Pur condividendo la testa con un Barcellona altrettanto criptico, perlomeno in patria, il ciclo Zidane-bis tarda a dare i suoi frutti in casa Real. In estate Florentino Perez non ha badato a spese, investendo sul presente e sul futuro e continuando nel disperato tentativo di tamponare il logorio dei tricampioni d’Europa con giovani di valore che possano a stretto giro di posta sostituirli. In realtà le Merengues sono più o meno le stesse dell’anno scorso; l’unico dei giovani a impensierire i titolarissimi è Federico Valverde, più volte preferito da Zizou a Modric, mentre altrove troviamo le solite facce note appesantite non tanto dalle primavere sulle spalle (tante, non troppe) quanto da un fisiologico appagamento e la sensazione che si sia prossimi al termine di un ciclo irripetibile. A ridare entusiasmo nella Real casa doveva essere Eden Hazard, l’Acquisto con la A maiuscola, il belga però sta tardando a raggiungere una forma accettabile, così a prendersi il proscenio è stato il 2001 Rodrygo, balzato a pié pari nelle gerarchie davanti a Isco e all’altro giovane brasiliano Vinicius che pure aveva ben figurato l’anno scorso, un esterno devastante e tremendamente efficace, come ha dimostrato soprattutto in Champions. Per il resto, a tirare la carretta sono il mestiere di Ramos, la regia di Kroos, ancor più responsabilizzato in fase di rifinitura vista la latitanza di Modric, e l’orgoglio e il talento di Karim Benzema, che senza Cristiano si sta riscoprendo uno dei centravanti più devastanti d’Europa. Ripetiamo: la squadra pare logora, molti ricambi non danno ancora garanzie, Hazard è ancora un oggetto misterioso, in più a tenere banco c’è il caso Bale, separato in casa che non perde occasione di attaccare la proprietà. Poi però parte la musichetta della Champions. Da evitare come la peste.
Come si è qualificato:
PSG – Real 3-0
Real – Bruges 2-2 (Ramos, Casemiro)
Galatasaray – Real 0-1 (Kroos)
Real – Galatasaray 6-0 (Rodrygo x3, Benzema x2, Ramos)
Real – PSG 2-2 (Benzema x2)
Bruges – Real 1-3 (Rodrygo, Vinicius, Modric)
Gol fatti: 14
Gol subiti: 8
Capocannonieri: Rodrygo, Benzema (4)
Assistman: Marcelo (3)
Pericolosità: ⭐⭐⭐⭐⭐
Formazione tipo (4-3-3): Courtois; Carvajal, Varane, Ramos, Marcelo; Kroos, Casemiro, Modric (Valverde); Rodrygo (Isco), Benzema, Hazard (Bale).
Gruppo B – TottenhamEmbed from Getty Images
Il giocattolo quasi perfetto di Mauricio Pochettino si è inceppato. Raggiunto il punto più alto della gestione dell’argentino con la finale di Champions, in casa Spurs si è provato a evitare la smobilitazione trattenendo Eriksen e aggiungendo giocatori di valore e prospettiva come Ndombélé, Lo Celso e Sessegnon; niente da fare, i Lilywhites si sono infilati in un tunnel dal quale parevano poter riemergere solo cambiando guida tecnica. Al posto di Pochettino è però arrivato José Mourinho, quanto di più distante si possa immaginare dal suo precedessore, accolto peraltro con scetticismo dopo il recente flop alla guida dello United. Il vate di Setubal ha per ora mantenuto l’intelaiatura di Pochettino, con qualche piccolo ma importante correttivo: Vertonghen riportato al ruolo di terzino sinistro, come agli inizi in nazionale, Sanchez stabilmente titolare in mezzo e mediana ancora tutta da definire, con Dier e Sissoko in costante lotta con Winks e Ndombélé. Dalla trequarti in su via libera al talento degli interpreti, a partire da quel Dele Alli il quale, subito bacchettato da Mou, ha risposto con una serie di prestazioni convincenti che non inanellava da tempo. Per il resto è ancora molto presto per emettere un giudizio sul Tottenham di Mourinho, il quale ha come primo obiettivo ridare equilibrio difensivo a una squadra che ha subito 14 gol in 6 partite, la peggiore tra le qualificate agli ottavi; con ogni probabilità vedremo un po’ meno gioco di posizione e un po’ più di ripartenze, un po’ meno possesso palla e un po’ più di autobus parcheggiato quando Mou lo riterrà necessario. I vicecampioni d’Europa, con in sella uno degli allenatori più fastidiosi d’Europa e davanti la coppia gol (Son-Kane, 11 gol in due) migliore della Champions; potendo scegliere, guarderemmo altrove.
Come si è qualificato:
Olympiacos – Tottenham 2-2 (Kane, Lucas)
Tottenham – Bayern 2-7 (Son, Kane)
Tottenham – Stella Rossa 5-0 (Kane x2, Son x2, Lamela)
Stella Rossa – Tottenham 0-4 (Son x2, Lo Celso, Eriksen)
Tottenham – Olympiacos 4-2 (Kane x2, Alli, Aurier)
Bayern – Tottenham 3-1 (Sessegnon)
Gol fatti: 18
Gol subiti: 14
Capocannoniere: Kane (6)
Assistman: Aurier, Lamela, Ndombélé (2)
Pericolosità: ⭐⭐⭐⭐
Formazione tipo (4-2-3-1): Gazzaniga (Lloris); Aurier, Sanchez, Alderweireld, Vertonghen; Dier (Winks), Sissoko (Ndombélé); Lucas, Alli, Son; Kane.
Gruppo F – Borussia DortmundEmbed from Getty Images
Specialista in qualificazioni dell’ultimo secondo ai danni delle malcapitate italiane (citofonare Benitez), il Dortmund di Lucien Favre è una squadra che presenta pregi e difetti molto marcati. Quanti di voi hanno visto le due gare tra i gialloneri e l’Inter avranno sicuramente notato che la facilità con la quale i tedeschi trovano la verticalizzazione e portano molti uomini sulla trequarti avversaria è direttamente proporzionale agli squilibri causati da questo sistema di gioco e alle ripartenze subite. Per tamponare tale tendenza, Favre ha recentemente inserito un difensore passando al 3-4-3, schierando però un 11 dalla connotazione comunque fortemente offensiva, che contro lo Slavia ha rischiato più volte la frittata e che senza il gol di Ansu Fati avrebbe sudato freddo fino alla fine. Tra le individualità del Dortmund, spiccano i numeri e la velocità supersonica di Jadon Sancho, il quale sembra aver trovato in Thorgan Hazard un degno dirimpettaio, mentre qualche passo più indietro c’è quell’Hakimi che al momento può tranquillamente esser considerato il miglior terzino destro d’Europa. In mezzo, coi recuperi di Witsel e Delaney, il BVB guadagnerà in copertura, ma dietro la coperta appare corta, dato che Hummels sta repentinamente avvicinandosi al crepuscolo della propria carriera pur essendo un ’88 e né Zagadou né Akanji sembrano poter prendere in mano la retroguardia. Capitolo a parte per Marco Reus: da centravanti lo scorso anno aveva lanciato il Borussia in testa alla Bundesliga, prima che l’ennesimo infortunio spegnesse i sogni suoi e dei suoi compagni, ora rappresenta sì un valore aggiunto ma le Vespe hanno imparato a convivere con la sua disponibilità a singhiozzo. Reus o meno, questo Borussia va affrontato con rispetto ma senza paura, facendolo rimbalzare quando si riverserà in avanti e punendone gli eccessi, fondamentali nei quali la Juventus dovrebbe (ancora) essere maestra.
Come si è qualificato:
BVB – Barça 0-0
Slavia – BVB 0-2 (Hakimi x2)
Inter – BVB 2-0
BVB – Inter 3-2 (Hakimi x2, Brandt)
Barça – BVB 3-1 (Sancho)
BVB – Slavia 2-1 (Sancho, Brandt)
Gol fatti: 8
Gol subiti: 8
Capocannoniere: Hakimi (4)
Assistman: Brandt (3)
Pericolosità: ⭐⭐⭐
Formazione tipo (3-4-3): Burki; Akanji, Hummels, Zagadou; Hakimi, Witsel (Weigl), Brandt (Delaney), Guerreiro (Schulz); Hazard, Reus (Alcacer), Sancho.
Gruppo G – LioneEmbed from Getty Images
Non esattamente tranquillo il clima in quel di Lione, nonostante sia arrivata la qualificazione agli ottavi (nel girone più modesto del lotto, va detto); a tenere banco è il caso Marcelo, centrale difensivo e perno dell’OL che ha avuto degli attriti con la frangia più turbolenta della tifoseria e non è stato nemmeno convocato per gli ultimi impegni, lasciando spazio all’ex sampdoriano Andersen, con Depay che alla fine della partita col Lipsia si è scagliato contro un tifoso reo di aver esposto uno striscione contro il centrale brasiliano. Nel recente carnaio, il subentrante Rudi Garcia è riuscito in nemmeno 2 mesi a portare il Lione agli ottavi di Champions, anche se in Ligue 1 i rossoazzurri faticano ancora a trovare continuità e sono impantanati al settimo posto, in ogni caso a -3 dalla zona Champions. L’ex tecnico della Roma ha imperniato la sua squadra sull’asse formato dal centrale Denayer, belga classe ’95 nuovo leader della difesa in assenza del “reietto” Marcelo, sul mediano brasiliano Thiago Mendes, abile in entrambe le fasi, e su Depay, arretrato nel ruolo di trequartista centrale e responsabilizzato da Garcia con la fascia da capitano, esperimento che finora parrebbe funzionare. Tante le opzioni di Rudi per affiancare l’ex United in avanti; sugli esterni i titolari sarebbero Aouar, solo formalmente un’ala dato che ama giocare sulle tracce interne del campo, e il rapidissimo Bertrand Traoré, ma non di rado sono trati impiegati anche Adèlaide e Cornet, così come il centravanti Dembélé può essere escluso per far posto a Terrier e avanzare Depay. Al netto delle discrete individualità e di un sistema di gioco atto ad esaltarne le doti, il Lione è chiaramente l’avversaria meno attrezzata del lotto, e trovarselo come avversario agli ottavi farebbe stappare lo spumante (anzi, lo champagne) a chiunque.
Come si è qualificato:
Lione – Zenit 1-1 (Depay)
Lipsia – Lione 0-2 (Depay, Terrier)
Benfica – Lione 2-1 (Depay)
Lione – Benfica 3-1 (Andersen, Depay, Traoré)
Zenit – Lione 2-0
Lione – Lipsia 2-2 (Aouar, Depay)
Gol fatti: 9
Gol subiti: 8
Capocannoniere: Depay (5)
Assistman: Aouar, Dubois (2)
Pericolosità: ⭐⭐
Formazione tipo (4-2-3-1): Lopes; Tete (Dubois), Denayer, Andersen (Marcelo), Rafael; Mendes, Tousart; Traoré (Adèlaide), Depay, Aouar (Cornet); Dembélé (Terrier).
Gruppo H – ChelseaEmbed from Getty Images
Nel raggruppamento rivelatosi più equilibrato, a spuntarla e conquistare il primo posto è stato a sorpresa il Valencia, che con la vittoria ad Amsterdam ha condannato l’Ajax a un’impronosticabile Europa League. Sorride il Chelsea di Frank Lampard, agli ottavi come secondo solo in virtù degli scontri diretti con gli spagnoli. L’icona dei Blues ha donato ai suoi un’identità di gioco ben precisa, continuando sul solco tracciato da Maurizio Sarri ma nel contempo proponendo diverse novità. Frankie si è trovato a dover fare le proverbiali nozze coi fichi secchi visto il blocco sul mercato, lanciando diversi giovani e trattenendo a Londra giocatori rientrati dai vari prestiti che pareva difficile immaginare in prima squadra. Le aspettative non eccessivamente elevate e la possibilità di plasmare a suo piacimento molti ragazzi sono diventate benzina nel motore dei londinesi: Lampard ha fin da subito proposto una squadra aggressiva, che punta sul fraseggio corto ma anche sul talento dei singoli, non esattamente un mostro di solidità ma certamente efficace dalla cintola in su. Dietro si è imposto a sorpresa il rientrante Zouma, mentre sull’out difensivo si è visto più volte il giovane James, in mezzo il Chelsea può schierarsi col trio Kovacic-Jorginho-Kanté oppure con la mediana a 2, liberando un posto sulla trequarti per il talentuoso ’99 Mason Mount. In avanti Pulisic sta velocemente imparando a ricoprire il ruolo di sventradifese che fu di Hazard, ma la vera sorpresa è il 22enne Tammy Abraham; titolare un po’ a sorpresa a inizio stagione, il ragazzo di ritorno dal prestito all’Aston Villa si è preso il posto di centravanti titolare a suon di reti, 11 in 14 gare di Premier. Non sarà la squadra più equilibrata e organizzata del lotto, ma il Chelsea gioca a calcio ed è pieno di giovani affamati, categoricamente vietato sottovalutarli.
Come si è qualificato:
Chelsea – Valencia 0-1
Lille – Chelsea 1-2 (Abraham, Willian)
Ajax – Chelsea 0-1 (Batshuayi)
Chelsea – Ajax 4-4 (Jorginho x2, Azpilicueta, James)
Valencia – Chelsea 2-2 (Kovacic, Pulisic)
Chelsea – Lille 2-1 (Abraham, Azpilicueta)
Gol fatti: 11
Gol subiti: 9
Capocannonieri: Abraham, Azpilicueta, Jorginho (2)
Assistman: Zouma (2)
Pericolosità: ⭐⭐⭐
Formazione tipo (4-3-3): Kepa; Azpilicueta, Zouma (Tomori), Rudiger, Emerson (James); Kovacic, Jorginho (Mount), Kanté; Willian, Abraham, Pulisic.