L’obiettivo della Juventus a Doha? Uno solo: vincere. Lo conferma l’amministratore delegato bianconero Giuseppe Marotta, in Qatar insieme alla squadra: «Abbiamo vissuto un 2016 straordinario e vogliamo coronarlo al meglio vincendo quello che in contemporanea è il primo trofeo della stagione e l’ultimo dell’anno solare – spiega ai giornalisti – Non sarà facile, è una finale, il Milan è un avversario blasonato che sta facendo molto bene, in un momento complicato è bravo a fare di necessità virtù e a inserirsi nella lotta per le prime posizioni con noi, Roma e Napoli. Ma noi dobbiamo essere all’altezza del ruolo in cui la storia ci ha sempre messi, vogliamo aggiungere un altro trofeo alla nostra ricca bacheca, e vogliamo farlo con quelli che da sempre sono i nostri mezzi: coesione, tranquillità e consapevolezza».
Parla di tranquillità e con tranquillità, Giuseppe Marotta, anche nel momento in cui gli viene chiesto un commento sui disguidi accaduti al Milan e al conseguente ritardo nella partenza dei rossoneri: «Adriano Galliani è un dirigente esperto e saggio. Conosce molto bene il calcio e sono sicuro che sappia come superare questo che è un disguido: capisco il loro disagio, ma non credo che la sua sia una polemica nei nostri confronti. Noi abbiamo rispettato il programma indicatoci, non penso che arrivare 24 ore prima o dopo cambi molto, anche perché la differenza climatica non è così enorme: anzi, secondo alcune teorie moderne è meglio arrivare vicino al giorno della partita… Quanto è accaduto comunque può essere preso come un esempio di situazione organizzativa da migliorare per il futuro».
L’ad bianconero risponde poi con un sorriso alla battuta di Silvio Berlusconi: «Cambiare gli arbitri? Per noi non è un problema, noi restiamo vincenti e partiamo per trionfare sempre, come racconta il nostro palmarès. Intanto – scherza – Abbiamo cominciato a cambiare tutte le bandierine del calcio d’angolo nel nostro Stadio che – caso unico in Italia – portano il logo della Juventus».
Inevitabili, a pochi giorni dall’inizio della finestra invernale, le domande sul calcio mercato: «Reputo difficile che succedano cose sconvolgenti a gennaio, non è semplice trovare un giocatore che possa inserirsi in un gruppo di qualità come il nostro in questo periodo. Di certo, stiamo lavorando, perseguendo come sempre la politica di investire sui giovani di talento che meritano di essere messi alla ribalta: per esempio abbiamo parlato con l’Atalanta, ma non solo con loro. Witsel? In questo momento non ci sono novità rilevanti, è un buon giocatore, vedremo… Posso solo dire che siamo una società solida, all’avanguardia in termini di revenue, ricavi e potenzialità economiche, il che permette investimenti rilevanti all’area sportiva, come confermano gli arrivi di Higuain e Pjanic la scorsa estate. Gli obiettivi dell’azienda vanno di pari passo con quelli sportivi».
E a proposito di obiettivi sportivi: Supercoppa, e poi? «E poi sesto Scudetto, che è un traguardo storico che stimola tutti noi, un obiettivo straordinario per il calcio italiano. In Champions League, come in tutte le competizioni, partecipiamo per cercare di vincere: il primo avversario sarà il Porto, che non va assolutamente sottovalutato».